Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nella misericordia - Domeniche - 29 novembre - I domenica di Avvento 

29 novembre   versione testuale

I domenica di Avvento


A. KIEFER, Am anfang, 2008
 
La Liturgia della Parola della prima domenica di Avvento si collega direttamente alla conclusione dell’anno liturgico appena trascorso.
Il contesto é ancora quello della fine dei tempi. L'evangelista Matteo chiama il ritorno glorioso di Cristo Re, parusìa (24,27), una parola difficile da rendere in una traduzione, perché le parti che la compongono (parà = presso, accanto, verso; ed ousìa da eimì = sono) danno l’idea di uno che é già presente. In effetti Cristo, di cui attendiamo il secondo avvento, avendo donato alla Chiesa il suo Spirito nel primo suo avvento sulla Terra, da allora non ha fatto mai mancare la sua presenza ai discepoli, mediante la sua Parola, i Sacramenti, la Preghiera.
Ritornerà, dunque, Colui che é già sempre con noi, secondo le sue stesse parole: «Ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28, 20)! La Chiesa, mentre attende il suo secondo avvento, gusta i frutti della Pasqua del suo primo avvento.
Per esprimere questo dinamismo storico-salvifico, la liturgia del tempo di Avvento-Natale si presenta come una lunga sequenza cinematografica (un po’ alla Hitchcock); essa parte da un campo lungo, una visione di sconvolgimento cosmico, poi scende sulla terra, restringe la scena al Giordano e a Giovanni Battista, con qualche primo piano alla Vergine protagonista, fino ad una zumata vertiginosa, in notturna, su un bambino in fasce appena nato dentro la grotta di Betlemme, dove la Luce divina non manca per nitidi primi piani di pastori e magi; da lì l’inquadratura si allontana di nuovo per perdersi nel mistero del Verbo di Dio che era fin dal Principio e in quello della stessa Voce di Dio Padre che dallo squarcio dei cieli dà inizio alla missione del Figlio sulla Terra: uno schema perfettamente concentrico ed aperto, con il Natale del Signore al centro di una trama che ancora si sviluppa fino ai nostri giorni, un film d’amore, in cui almeno Uno ama sempre.
Eccoci dunque allo sconvolgimento cosmico descritto dall’evangelista Luca in questa prima domenica di Avvento dell’Anno C.
Si sente il fragore del mare e dei flutti. Si vedono sconvolte le potenze dei cieli. Tutto ciò genera ansia, angoscia, per quanto dovrà accadere sulla terra quando si vedrà «il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria» (21,27).
L’immagine creata dall’artista contemporaneo Anselm Kiefer, incombente nella sua densità materica in quanto si estende su un piano di quasi quattro metri per sei, intitolata Am Anfang (In principio), impressiona per la resa di questo rinnovato caos primordiale su cui immaginiamo il Figlio dell’uomo venire a ristabilire il Cosmo Ultimo. Su questo caos degli elementi della natura (cielo, mare, terra) l’artista pone una scala che, dal caos rappresentato nel quadro, esce verso lo spettatore: forse - ci chiediamo - perché «risollevi e alzi il capo» e trovi una via di «liberazione»? Cosa può indicare infatti per noi cristiani questa scala (al di là dell’intenzione dell’artista)?
Sicuramente la mediazione di Cristo. La sua croce, che unisce la terra della nostra umanità al cielo della sua divinità. La preghiera, scala di Giacobbe, che ricongiunge il cuore umano al cuore di Cristo, nel mirabile scambio che ci é stato donato dall’Incarnazione del Verbo.
E quindi i Sacramenti, che rendono ogni giorno presente questa Incarnazione in mezzo alle tempeste, ai tumulti e al fragore dei cuori umani, spesso  «appesantiti in dissipazioni e affanni della vita».
Questa scala ha dei pioli difficili, ingombranti da scalare alla partenza; ma, man mano che vengono scalati,  diventano sempre più comodi e facilitano l’ascesa. Aggrappiamoci a questi mezzi di salvezza per avere «la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Tempo di Avvento, ecco il tempo favorevole!