Sussidio Avvento-Natale 2014 - Giovani - 25 dicembre - Natale del Signore 
25 dicembre - Natale del Signore   versione testuale
Abilitati a portare la pace

Quando eravamo bambini ci è veniva insegnato che a Natale bisogna essere più buoni. E questa mentalità si riscontra anche negli adulti. La bontà e la misericordia di una persona sono legati a quella festività, per cui il resto dei giorni si possono trascorrere nell’indifferenza e nella discordia. Per il cristiano, il Natale,  non è tanto un giorno da festeggiare, ma uno stile di vita da acquisire. Non è un giorno dal lavoro, ma un evento da vivere. L’incarnazione di Dio nella povertà umana ci fa comprendere la grandezza della creatura umana, la dignità che essa porta in sé. Un Dio che si fa carne ci dice che la carne dell’uomo è sacra e appartiene a Lui, che l’ha redenta. Il desiderio e il bisogno di pace devono nascere proprio da questa consapevolezza: chi sta di fronte a noi è sacro come noi. Dichiarare guerra all’uomo vuol dire mettersi contro Dio. La pace si costruisce con la consapevolezza che colui che mi sta di fronte ha la mia stessa natura, la mia stessa dignità. Per questo devo accogliere e ringraziare.
 

#segnidivitanuova
 
Giovanna ha lasciato il suo lavoro per realizzare un sogno: piantare un campo di fragole in un deserto di cemento. Non è un film, ma una realtà nata grazie alla volontà e al coraggio di una giovane donna che nel quartiere San Paolo di Bari, nella parrocchia S. Giovanni Bosco, ha creato una cooperativa per ragazzi.
San Paolo è un quartiere dove vivono circa 45mila persone eppure mancano i servizi: non c’è neanche un cinema, né spazi verdi in cui i bambini possono giocare senza paura di inciampare in qualche siringa o bottiglia di vetro, c’è una sola scuola media e un’alta percentuale di ragazzi che abbandonano la scuola e che rischiano di essere arruolati nell’esercito della malavita.
I bambini di San Paolo sono già dei piccoli adulti perché semplicemente privati di un’infanzia. Ragazzine che a 13 anni hanno già un figlio, piccole donne che piangono un marito ucciso dalla malavita. Bambini che non giocheranno mai a pallone con il loro papà perché arrestato o morto. Tra palazzoni di cemento e strade trafficate, Giovanna ha costruito degli spazi di gioco, un asilo, un doposcuola parrocchiale, piantando dei semi di speranza per una vita nuova. Nel grigiore del quartiere, adesso c’è un’alternativa in cui il colore fa da padrone e l’allegria è in prima linea.
Giovanna e don Mimmo cercano ogni giorno di offrire ai ragazzi un modello concreto di impegno, di opporre al valore del successo e del guadagno facile quello di una vita in cui le delusioni vanno affrontate e superate senza lasciar spazio alla rassegnazione e alla delinquenza.
La cooperativa campo di fragole è un raggio di sole, ma soprattutto è una risposta a chi crede in un futuro di speranza e di vita piena.