Sussidio Avvento 2013 - Per la catechesi - 25 dicembre - Natale del Signore 
25 dicembre - Natale del Signore   versione testuale
 
ANDARE
 
Una sintesi catechistica per i formatori, i catechisti e i presbiteri
 
Andare, come i pastori, incontro alla Luce vera quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9) celata dalle carni di un bimbo, avvolto in fasce e posto in una mangiatoia: è questo lo scenario che trovano i pastori entrando nella grotta, una madre, un padre e un bambino. Eppure sono i primi che, accogliendo l’invito dell’angelo ad andare, hanno riconosciuto in quel bambino il “segno” (Lc 2,12), un segno da leggere, un segno che sfida intelligenti e potenti, perché la Parola si è manifestata nella piccolezza e vulnerabilità di un neonato. Celebrare il Natale potrebbe voler dire, andare incontro al Figlio di Dio, accogliere la Parola del Padre fattasi carne che si rivela al mondo nella mangiatoia di Betlemme per riceve in dono una reale appartenenza a Dio, vissuta come partecipazione e comunione alla sua stessa natura. Andare verso il Figlio, per riconoscersi figli nel Figlio, e toccare il senso profondo del nostro esistere.
 
 
Una catechesi rivolta ai genitori: “Nei pastori andare è non indugiare”
 
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. (Lc 2,16). Il non indugiare rimanda alla fiducia assoluta a quanto è raccontato ai pastori dagli Angeli. Lasciano tutto e, in fretta, si recano per incontrare il Signore della vita. Il non indugiare li renderà annunciatori della gloria al pari degli Angeli, “glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano visto e udito” (Lc 2,20). Non indugiare per un genitore può voler dire non anteporre nulla al fiducioso abbandono alla provvidenza di Dio; può voler dire non preferire calcolo umano al rimettere la propria vita e la vita dei propri figli ai piedi della santa famiglia di Nazareth; può voler dire, in conclusione, recuperare, in un sano relativismo, la bellezza di quanto si ha, nella consapevolezza che solo a Gesù il Cristo va attaccato il proprio cuore, senza indugiare, ma nella fiducia che Egli ci ricolma della Sua vita. (Per approfondimenti, cfr. CdA, c. 8 - Gesù Cristo Figlio di Dio. In particolare i paragrafi 4, 5 e 6). 
 
 
Una catechesi rivolta ai giovani: “Nei pastori andare è trovare”
 
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia (Lc 2,16). Leggendo il brano di Luca dell’annunzio ai pastori, riecheggia subito nel cuore un altro passaggio dello stesso evangelista al capitolo 11 versetto 9: “Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. I pastori sono andati e hanno trovato l’avvenimento che il Signore aveva fatto conoscere loro (Lc 2,15). Ogni qual volta che, mossi dallo Spirito, andiamo per le vie che il Signore ci indica, prima o poi lo troviamo o, meglio, lo riconosciamo nostro compagno di viaggio (Lc 24,13-35). Ma resta un fatto: che per trovare il Signore, è essenziale andare o, per usare un’altra espressione evangelica, bisogna prendere il largo.
Il Natale del Signore ci invita ad andare incontro a lui lì dove egli ci chiama, per trovarlo e ricevere in dono la grazia di raccontare le meraviglie che il nostro cuore ha sperimentato incontrandolo, come è accaduto per i pastori che, dopo aver annunciato a Maria le meraviglie riguardanti suo Figlio, se ne tornarono narrando a tutta la terra, nella gloria e nella lode, quanto visto e udito. (Per approfondimenti, cfr. il CdG/2, c. 3 - Chi dite che io sia? In particolare, il modulo: nato Gesù a Betlemme).
 
 
Una catechesi rivolta ai fanciulli: “Nei pastori andare è raccontare”
 
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro (Lc 2,17). Raccontare vuol dire rendere partecipe colui che ascolta delle nostre emozioni, delle nostre scoperte, delle nostre esperienze. I pastori, raccontando la visione degli Angeli, vogliono condividere con Maria e Giuseppe la meraviglia di quella esperienza e la gioia di essere stati i primi destinatari di un annuncio così importante: è nato il Salvatore del mondo. Raccontare la gioia del Natale è raccontare la gioia di aver incontrato Gesù nella grotta. Raccontare, infatti, è una forma tutta particolare dell’annunzio, perché non comunichiamo qualcosa che sappiamo, ma condividiamo qualcosa che abbiamo vissuto. Nel tempo del Natale raccontiamo a chi ci sta accanto l’emozione vissuta vivendo la nascita di Gesù e, probabilmente, chi ascolterà, attraverso il nostro racconto, sperimenterà la gioia di chi ha incontrato Gesù. (Per approfondimenti, cfr, Venite con me, c. 3, - Gloria a Dio e pace in terra - in particolare pp. 41-45).    
 
 
Attività
 
Materiale: l’immagine proposta per la scheda, fogli e penne.
Come: viene distribuita l’immagine stampata a colori e viene chiesto di rispondere a questa domanda: Cosa vuol dire per te oggi andare incontro al Signore che viene?
Queste risposte, come le altre delle successive domeniche, abbelliranno un grande albero di Natale posto nella sala in cui si svolge l’incontro.