25 marzo
Venerdì Santo   versione testuale

In passione Domini

Ecco il legno della Croce, al quale fu appeso il Cristo, salvatore del mondo.
Venite, adoriamo.
 
 
Cristo nostra Pasqua è stato immolato
Il Mistero pasquale dal quale la Chiesa è stata generata si celebra oggi con grande commozione. Non è un giorno di lutto o sconfitta: un rito sobrio e fortissimo ci vuole accompagnare piuttosto attraverso il silenzio, la proclamazione della Passione, l’adorazione della Croce e la comunione al corpo dato per noi.
L’azione liturgica va accuratamente preparata. L’aula è spoglia, il linguaggio sobrio, ricco di silenzi. La celebrazione si svolge in una successione significativa di momenti assai netti.

Colpito il pastore, le pecore si radunano smarrite
Senza antifona d’ingresso, senza canto e musica, senza il Segno della Croce, l’assemblea si raduna in silenzio. Nessuna inutile monizione indebolisca la forza del gesto di chi presiede che si prostra in silenzio. L’orazione di Colletta – due sono le possibilità di scelta – affida al Padre la disponibilità della Sposa di Cristo di seguire nella Passione lo Sposo.

La Passione proclamata
Come nella Domenica della Palme, si proclamano le letture e l’intera Passione, questa volta secondo san Giovanni. Non ci sono candelieri né incenso e non si inizia con il consueto saluto liturgico. La benedizione è prevista solo per il diacono e non per altri ministri.
 
La Passione pregata
Inizia in seguito la Preghiera universale più tipica e ricca. La Chiesa prega allargando lo sguardo dal mistero fino ai confini della storia. Si crea una dinamica di dialogo tra il diacono o il lettore che offre l’intenzione, chi presiede che prega l’orazione e l’assemblea che si unisce nell’amen.
 
La Passione adorata
Recata in processione o svelata, indicata come segno estremo di amore con il canto dell’antifona, la Croce fa il suo ingresso nell’assemblea e diventa ora il centro di venerazione. Tutti i presenti si muovono verso di essa, ordinati, perché condotti dal Signore che su di essa ha vinto la morte. Intanto si cantano gli Improperia, vero dialogo tra Dio e il popolo, confessione della salvezza.
 
La Passione come comunione
Attingendo al pane presantificato, si vivono i riti di comunione. Gesto delicato, la comunione del Venerdì santo non diventa il centro dell’atto liturgico, ma lo porta piuttosto alla sua chiarezza completa. Di nuovo la Sposa del Signore va incontro allo Sposo, in processione.

La pietà popolare arricchisce, senza sostituire
In molte comunità si mantengono lodevolmente ricche celebrazioni di pietà popolare legate alla Passione di Cristo. Il Direttorio su pietà popolare e liturgia ricorda in merito al programma celebrativo del Venerdì santo:
È necessario tuttavia che tale manifestazione di pietà popolare né per la scelta dell’ora, né per le modalità di convocazione dei fedeli, appaia agli occhi di questi come un surrogato delle celebrazioni liturgiche del Venerdì Santo. Pertanto nella progettazione pastorale del Venerdì Santo dovrà essere dato il primo posto e il massimo rilievo alla solenne Azione liturgica e si dovrà illustrare ai fedeli che nessun altro pio esercizio deve sostituire oggettivamente nel suo apprezzamento questa celebrazione. Infine è da evitare l’inserimento della processione del “Cristo morto” nell’ambito della solenne Azione liturgica del Venerdì Santo, perché ciò costituirebbe un distorto ibridismo celebrativo. (n. 143)