24 aprile
V domenica di Pasqua   versione testuale

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi
(Ant. di ingresso)

In questa domenica, la liturgia della Parola ci invita a celebrare e vivere il mistero dell’amore di Dio per noi. Così ci fa pregare la Colletta: «O Dio, che nel Cristo tuo Figlio rinnovi gli uomini e le cose, fa' che accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i fratelli come tu ci ami» (Colletta alternativa). La comunità eucaristica è chiamata a vivere e a rendere visibili i segni di questo amore, primariamente attraverso una liturgia ospitale ed evangelizzante attraverso la bellezza dei suoi riti, così infatti ci ricorda l’esortazione apostolica Evangelii gaudium (EG 24). In queste domeniche del Tempo pasquale, nelle comunità parrocchiali si celebrano abitualmente la partecipazione alla prima Comunione, la celebrazione di Battesimi e della Confermazione, il sacramento del Matrimonio. Sono momenti in cui la comunità parrocchiale è chiamata ad accogliere e partecipare alle celebrazioni ma, al tempo stesso, essa deve predisporre con attenzione e cura tutto ciò che favorisce una partecipazione liturgica gioiosa e insieme intensa, evitando distrazioni e confusioni che possano distogliere i fedeli dalla ricchezza di ciò che si celebra.

Per quanto riguarda in particolare la Messa di Prima Comunione, è bene coinvolgere il più possibile quanti hanno accompagnato il cammino di formazione (catechisti), i genitori e parenti invitati, e a far sì che i bambini siano coinvolti attivamente con le parole e i gesti del rito. Una cura particolare dovrebbe essere rivolta alla Liturgia eucaristica attraverso il canto delle acclamazioni previste dal rito (Sanctus, Mistero della fede, Amen, Agnello di Dio, Canto alla comunione) e la cura dei gesti (presentazione dei doni, processione alla comunione, ecc.). Una delle tentazioni più frequenti è il rischio di spettacolarizzare i bambini: tutto questo potrà essere evitato moderando e disciplinando la presenza di operatori fotografici o di ripresa filmica. I catechisti, infatti, dovrebbero aiutare i fanciulli a “guardare” l’azione rituale, più che ad essere guardati, custodendo, in particolare, i riti di Comunione da eccessivi protagonismi.