18 febbraio
Mercoledì delle Ceneri   versione testuale

Colletta
O Dio, nostro Padre,
concedi al popolo cristiano
di iniziare con questo digiuno
un cammino di vera conversione,
per affrontare vittoriosamente
con le armi della penitenza
il combattimento contro lo spirito del male.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
 
Liturgia della Parola
Gl 2,12-18 Laceratevi il cuore e non le vesti.
Salmo Sal 50 (51) Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
2Cor 5,20-6,2 Riconciliatevi con Dio. Ecco ora il momento favorevole.
Acclamazione al vangelo: Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.
Mt 6,1-6.16-18 Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
 
In breve
Il profeta invita ad abbandonare la finzione di una penitenza solo recitata, che non arriva alla profondità della persona; Gesù con le parole del discorso della Montagna annuncia che è arrivato finalmente il tempo della vera conversione. Il rinnovamento quaresimale consisterà nel passaggio dalla finzione alla verità, dalla ricerca dell’approvazione altrui alla convinzione profonda. Essenziale al riguardo coltivare la relazione con il Padre “nel segreto”: se la vita diventa esibizione, sparisce la verità della persona.

Apparenza e falsità
Non sempre le apparenze che ci diamo ci rendono migliori, neppure in apparenza. Come la ragazza che sciupa il suo aspetto con un trucco esagerato. Forse lo sa che sarebbe più bella senza esagerare: ma la bellezza che si crede di dover perseguire non è la bellezza vera, che costruisce relazioni autentiche, ma la bellezza vincente, prepotente, che seduce e travolge. Quella che tutti inseguono, o fanno finta di inseguire. Forse tutti sanno che è un mito falso, distruttivo: ma nessuno vi rinuncia, di fatto. Perché si ha l’impressione di doversi adeguare a un comune metro di giudizio: una sorta di falsità necessaria.
 
L’apparenza della verità
C’è tuttavia qualcosa di peggio dell’apparenza seducente e falsa: l’apparenza di verità e giustizia. Essa riguarda chi tenta di vivere e praticare la legge di Dio, chi non si è lasciato sedurre dai falsi miti: e nondimeno l’uomo vecchio è sempre in agguato. Esiste anche una vanità nel bene. La più pericolosa, perché non è attaccabile al livello dei valori, trova in sé le giustificazioni, e può mostrare un elenco di “buone azioni” che la sorreggono.
La tentazione del farisaismo e dell’ipocrisia, che Gesù prende di mira nel passaggio del discorso della montagna che ascoltiamo in questa Quaresima, è ancora drammaticamente attuale. Saremmo tentati di collocarla solo nei discorsi dei politici, nelle vuote esibizioni mediatiche. Ma forse è molto più vicina a noi. Se una certa mentalità non facesse presa, non finirebbe in televisione…

La parola liberante di Gesù
La parola di Gesù compie quello che il profeta Gioele aveva annunciato secoli prima: “laceratevi il cuore, non le vesti”. Come il profeta, anche Gesù si rivolge a un popolo tentato di fingere i gesti della conversione, per ottenere altri vantaggi, non legati a Dio. Nel contesto del profeta, possiamo presumere che i riti penitenziali solenni avessero una funzione sociale: il re e i sacerdoti proclamavano il digiuno per compattare il popolo attorno all’ideologia nazionale. Nel contesto di Gesù, vediamo che viene preso di mira il comportamento di persone che utilizzano i gesti della religiosità per acquisire una maggiore rilevanza e consenso sociale. Nel nostro contesto attuale ci accorgiamo di essere sempre più schiavi del “look”, dell’immagine, in un gorgo di processi comunicativi che tendono a convergere, essenzialmente, verso la propaganda da un lato e l’affermazione dell’ego dall’altro. La parola liberante di Gesù propone un semplice banco di prova: essere soli con il Padre. Non per negare la comunione, ma per affermare la  comunione autentica.

Il banco di prova del segreto
Chi fa l’elemosina e nello stesso tempo desidera essere visto, non è in comunione con il povero, ma cerca consenso e ammirazione. Chi prega perché desidera essere ammirato, non è in comunione con Dio, ma rischia di scadere nella propaganda: con nobili intenzioni, ma pur sempre propaganda (diversa dalla testimonianza). Chi esibisce il suo digiuno, così come il suo autocontrollo, così come il suo spirito di legalità, non sta attuando la conversione e il ritorno a Dio, ma sta solo cercando di accreditarsi come persona autorevole e valida. Gesù propone un test infallibile per smascherare il compromesso tra fede e ricerca di indebiti vantaggi: chi davvero agisce per la causa di Dio, non ha problemi ad agire nel segreto, secondo il criterio della verità, non dell’apparenza. Chi davvero crede nel valore della preghiera, non ha problemi a pregare da solo.

Riscoprire insieme la verità
L’essere umano non cerca apparenza, non è disposto solo a lasciarsi ingabbiare in processi persuasivi: nel fondo del suo cuore egli cerca la verità. L’uomo nuovo, che risorge con Cristo, non si lascia sedurre e abbagliare, ma umilmente ricerca l’autenticità nella relazione con il Padre. Solitudine e segreto non sono di ostacolo alla comunione: ne sono la premessa. L’apparenza esteriore ha bisogno di folle, di grandi masse, di grandi eventi; chi sa agire nell’intimità della relazione con Dio, trova facilmente la via dell’incontro fraterno: non c’è bisogno di grandi numeri, perché ogni fratello, ogni sorella, è importante, quando li si incontra camminando insieme verso il Padre.