15 maggio
Pentecoste   versione testuale

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre
ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo
a lui e prenderemo dimora presso di lui.
Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia,
ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito,
lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni
cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
(Giovanni 14, 15-16.23-26)



Il volto della misericordia In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. La Chiesa sente in maniera forte l’urgenza di annunciare la misericordia di Dio. La sua vita è autentica e credibile quando fa della misericordia il suo annuncio convinto.
(Papa Francesco, Misericordiae vultus, 25)

 
Abbi cura di lui
Lo Spirito di Dio è uno spirito sognatore. E allora anch’io rivendico il diritto a sognare. Ieri notte ho fatto un sogno bellissimo: ho sognato che lo Spirito Santo era entrato nel cuore dei nostri sindaci, e che a uno in particolare avesse suggerito un’idea bellissima. Ecco il suo comunicato:

Cari concittadini, stanotte ho fatto un sogno meraviglioso, che mi ha riempito di gioia, e adesso questa gioia voglio condividerla con tutti voi.
Ho sognato che nessuno, né italiano né straniero, dormiva per strada nella nostra città, perché spontaneamente i cittadini mettevano a disposizione le case sfitte o le case vuote per accogliere i senza dimora, fossero essi italiani o stranieri, perché per noi ogni uomo è un fratello e appartiene alla famiglia umana. Ho sognato che ci eravamo stancati di odiare, e tutti – commercianti e profughi, esodati e clandestini, pensionati e immigrati – partecipavamo a una grande sagra cittadina, e sulla tavola c’era posto per tutti. Così, con questa ordinanza, ordino che in ogni quartiere della città si costruisca almeno una “casa dell’incontro” in cui persone di culture e religioni diverse possano parlare, mangiare insieme, e insieme cercare di affrontare i problemi del convivere quotidiano, compreso il problema della criminalità. Con questa ordinanza vieto ogni iniziativa che alimenti la cultura dell’odio e ordino che ci sforziamo tutti di alimentare la cultura del dialogo: è difficile, è vero, ma è una fatica che vale la pena, perché solo dal dialogo potrà nascere una città in cui i nostri figli vivano umanamente. E invito tutti ad essere alter-nativi, cioè “nati nell’altro”: vi esorto a “nascere o rinascere nel contatto con gli altri e con i diversi”. Perché se parliamo con gli altri, se incrociamo la fantasia di tutti i popoli presenti nella nostra città, insieme troveremo piste e strade che da soli non siamo neanche capaci di immaginare. Questa ordinanza entra in vigore a partire da oggi, festa di Pentecoste.
(Un missionario)