Sussidio Avvento-Natale 2014 - Giovani - 1 gennaio - Maria Santissima Madre di Dio 
1 gennaio - Maria Santissima Madre di Dio   versione testuale
Portatori di benedizione
Dal momento della creazione l’uomo è stato chiamato da Dio a continuare la Sua creazione. Gli ha messo in mano tutto quanto il creato chiedendogli di operare a nome suo. Da quel momento in poi la bellezza e la bontà del creato dipendono dall’uomo. Spesso però quando l’uomo riceve una forma di potere dimentica di essere stato oggetto di un dono e di una responsabilità e correre il rischio di dimenticare di essere stato chiamato. Maria, la donna più importante della storia, ha compreso bene il dono di Dio e la responsabilità che gravava sulle sue spalle. Non era una cosa banale sapere di essere la Madre di Dio. Colei che avrebbe dato al mondo il Salvatore. Nonostante la giovane età, e le paure che possono sorgere, con lo sguardo rivolto verso l’alto ha saputo fare della sua vita una benedizione per l’umanità. Il suo esempio dovrebbe spingerci a prendere coscienza che anche noi siamo chiamati a prendere parte al capolavoro della vita terrena.

 
#personecomeme
 
Michele è un giovane operatore delle cucine popolari di Padova. Ha iniziato a fare volontariato lì come obiettore di coscienza. Terminato l’anno è rientrato nell’azienda dove lavorava, ma sentiva che gli mancava qualcosa, quel rapporto umano fatto di gesti semplici, ma concreti. Allora ha iniziato a frequentare più spesso le cucine finché questa è diventata la sua vita. Ogni mattina prende il treno per percorrere quei 15 km che lo portano a Padova. In stazione incontra molte delle persone che ‘frequentano’ le cucine, tanta gente bisognosa e sola.
“A volte penso a cosa farebbe questa gente senza il nostro centro”, sospira Michele.
Le cucine popolari sono infatti un punto di riferimento per molti. Qui i poveri trovano un pasto caldo, la possibilità di farsi una doccia, di essere visitati da un medico. Qui incontrano suor Lia e tanti volontari, giovani e meno giovani, lavoratori e neo pensionati che si sporcano le mani per l’uomo, vivendo a pieno il loro essere cristiani e toccando con mano la disperazione. Si rapportano con persone che ritenevano diverse e che ritrovano fratelli. Il quotidiano assume così toni diversi, colori nuovi.
Oltre a immigrati, tossicodipendenti, anziani soli, le cucine sono un approdo per molti italiani che dopo una separazione sono in stato di povertà. Ricevono un pasto ma anche tanto bene, tanto calore umano e amicizia.
“La mia vita – racconta Michele - è cambiata in meglio da quando ho incontrato questa esperienza. Spesso mi chiedo cosa sarebbe stata la mia vita senza le cucine e come sarebbe la vita di molte persone che vengono da noi”.