Sussidio Quaresima 2013 - Lavoro - 28 aprile - V Domenica di Pasqua 
28 aprile - V Domenica di Pasqua   versione testuale
"Amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34)
Veglia di preghiera
 
Memoria di S. Giuseppe Lavoratore
 
1° maggio 2013
 
Nella memoria istituita da Pio XII nel 1955, festeggiare san Giuseppe nella sua condizione di carpentiere, di operaio, di lavoratore significa ricordare l’ambiente in cui il Cristo ha voluto nascere, ha ricevuto la propria formazione umana e ha vissuto trent’anni della sua vita. Gesù ha realmente condiviso la condizione operaia di Giuseppe e ha molto ricevuto da quest’uomo semplice e giusto che gli ha fatto da padre. Nel cuore dell’Anno della fede, guardiamo a san Giuseppe lavoratore, perché sul suo esempio e attraverso il nostro impegno si promuova e viva un lavoro dignitoso.
 
Introduzione
 
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Beati i poveri davanti a Dio perché di essi è il Regno dei cieli.
Beato te Giuseppe, povero e laborioso.
Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.
Beato te Giuseppe, puro e generoso nel cuore.
Beati siete voi, i vostri nomi sono scritti nel cielo.
Beato te Giuseppe, sposo e uomo della gioia.
 
 
Inno
 
Santa e dolce dimora,
dove Gesù fanciullo
nasconde la sua gloria!
Giuseppe addestra all’umile
arte del falegname
il Figlio dell’Altissimo.
 
 
Accanto a lui Maria
fa lieta la sua casa
di una limpida gioia.
La mano del Signore
li guida e li protegge
nei giorni della prova.
O famiglia di Nazareth,
esperta del soffrire,
dona al mondo la pace.
A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
 
 
Orazione
 
O Dio, che nella tua provvidenza hai chiamato l’uomo a cooperare con il lavoro al disegno della creazione, fa’ che per l’intercessione e l’esempio di san Giuseppe siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi, e riceviamo la ricompensa che ci prometti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
 
Salmo responsoriale (127)
 
Rit.      Chi confida nel Signore, non si affatica invano.
Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città,
invano veglia la sentinella. Rit.
 
Invano vi alzate di buon mattino
e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un pane di fatica:
al suo prediletto egli lo darà nel sonno. Rit.
 
Ecco, eredità del Signore sono i figli,
è sua ricompensa il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un guerriero
sono i figli avuti in giovinezza. Rit.
 
Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:
non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta
a trattare con i propri nemici. Rit.
 
 
Prima Lettura
 
Dalla lettera agli Ebrei  (11,1-16)
La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile. Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora.
Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio. Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano. Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
 
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
 
 
 
Preghiera biblica
 
Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto
e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.  (Gen 2,2
 
Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.                                                                       
Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene.  (Sal 128,1-2)
 
L’ho riempito dello spirito di Dio, perché abbia saggezza, intelligenza
e scienza in ogni genere di lavoro, per ideare progetti da realizzare.                                        
Nel cuore di ogni artista ho infuso saggezza.  (Es 31,3-4.6)
 
Essi consolidano la costruzione del mondo,
e il mestiere che fanno è la loro preghiera.  (Sir 38,34)                                                                
 
Voi siate forti e le vostre mani non crollino,
perché c’è una ricompensa per le vostre azioni.  (2Cr 15,7)
 
Durante sei giorni si attenderà al lavoro; ma il settimo giorno è sabato,
giorno di assoluto riposo e di riunione sacra.  (Lv 23,3
 
Sii forte e coraggioso; mettiti al lavoro, non temere e non abbatterti,
perché il Signore Dio, il mio Dio, è con te. (1Cr 28,20)
 
Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani.  (Gb 1,10)
Ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. (1Cor 3,8)
 
Coraggio, mettetevi al lavoro.     
E il Signore sia con chi è buono. (2Cr 19,11)
 
Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.
Invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”. (Is 58,8.9)
 
Il Signore, tuo Dio, ti benedirà in ogni lavoro
e in ogni cosa a cui avrai messo mano.  (Dt 15,10
 
Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra.
Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza.  (Ap 2,1.2)
 
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.  (Mt 5,9
 
 
Responsorio  (Cfr. Rm 4,20.22; Gc 2,22)
 
Fiducioso nella promessa di Dio, san Giuseppe non vacillò e diede gloria a Dio.
Questo gli fu accreditato come giustizia. Alleluia.
 
La fede cooperava con le opere di lui, e per le opere quella fede divenne perfetta.
Questo gli fu accreditato come giustizia. Alleluia.
 
 
Seconda Lettura
 
Dalla Lettera enciclica Caritas in veritate, di Sua Santità Benedetto XVI (63)
 
Nella considerazione dei problemi dello sviluppo, non si può non mettere in evidenza il nesso diretto tra povertà e disoccupazione.
I poveri in molti casi sono il risultato della violazione della dignità del lavoro umano, sia perché ne vengono limitate le possibilità (disoccupazione, sotto-occupazione), sia perché vengono svalutati i diritti che da esso scaturiscono, specialmente il diritto al giusto salario, alla sicurezza della persona del lavoratore e della sua famiglia.
Perciò, già il 1° maggio 2000, il mio Predecessore Giovanni Paolo II, di venerata memoria, in occasione del Giubileo dei Lavoratori, lanciò un appello per una coalizione mondiale in favore del lavoro decente, incoraggiando la strategia dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. In tal modo, conferiva un forte riscontro morale a questo obiettivo, quale aspirazione delle famiglie in tutti i Paesi del mondo.
Che cosa significa la parola “decenza” applicata al lavoro? Significa un lavoro che, in ogni società, sia l’espressione della dignità essenziale di ogni uomo e di ogni donna: un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori, uomini e donne, allo sviluppo della loro comunità; un lavoro che, in questo modo, permetta ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che consenta di soddisfare le necessità delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi siano costretti essi stessi a lavorare; un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e di far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosa.
 
 
Canto al Vangelo (Sal 67,20)
 
Alleluia, alleluia.
Di giorno in giorno benedetto il Signore: a noi Dio porta la salvezza.
Alleluia.
 
Vangelo                                                                                                                                                 
+ Dal vangelo secondo Matteo (Mt 13,54-58)
 
In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
 
Parola del Signore.
Lode a te, o Cristo.
 
 
Riflessione
 
 
Invocazioni
 
 
Per intercessione di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, rivolgiamo la nostra comune preghiera a Dio, da cui prende nome ogni paternità in cielo e sulla terra:
Padre nostro, che sei nei cieli, ascoltaci.
 
Signore Dio, che hai chiamato alla fede i nostri padri, perché camminassero davanti a te con fedeltà e rettitudine,
- aiutaci a vivere secondo lo spirito del Vangelo.
 
Padre santo, che hai rivelato a san Giuseppe il mistero di Cristo nascosto nei secoli eterni,
- donaci di conoscere e di amare sempre più il tuo Figlio fatto uomo per la nostra salvezza.
 
Tu che nutri gli uccelli dell’aria e vesti i gigli del campo,
- dona a tutti gli uomini il pane quotidiano.
 
Hai affidato alle nostre mani l’opera della tua creazione,
- insegnaci a custodire la terra e a vivere nella giustizia e nella pace a gloria del tuo nome.
 
Hai scelto san Giuseppe come custode e guida di Gesù fanciullo e adolescente,
- aiuta i giovani a inserirsi responsabilmente nella società per godere una vita libera e sicura.
 
Ricordati, o Padre, degli operai, degli artigiani e di ogni lavoratore,
- fa’ che tutti abbiano un lavoro sicuro e una condizione degna di uomini liberi.
 
 
Litanie di san Giuseppe
 
Signore, pietà - Signore, pietà
Cristo, pietà - Cristo, pietà
Signore, pietà - Signore, pietà
Cristo, ascoltaci - Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici - Cristo, esaudiscici
Dio Padre, nostro creatore - abbi pietà di noi
Dio Figlio, nostro redentore - abbi pietà di noi
Dio Spirito, nostro santificatore - abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio e Signore - abbi pietà di noi
Santa Maria - prega per noi
San Giuseppe - prega per noi
Figlio glorioso di Davide - prega per noi
Splendore dei Patriarchi - prega per noi
Sposo della Madre di Dio - prega per noi
Custode della purissima Vergine Maria - prega per noi
Provvido sostegno del Figlio di Dio - prega per noi
Difensore fedele di Cristo - prega per noi
Capo della Santa Famiglia - prega per noi
O Giuseppe, giusto e casto - prega per noi
O Giuseppe, prudente e forte - prega per noi
O Giuseppe, obbediente e fedele - prega per noi
Esempio mirabile di pazienza - prega per noi
Amante della povertà - prega per noi
Modello dei lavoratori - prega per noi
Decoro della vita di famiglia - prega per noi
Custode dei vergini - prega per noi
Aiuto delle famiglie - prega per noi
Sollievo dei miseri - prega per noi
Speranza degli ammalati - prega per noi
Patrono dei moribondi - prega per noi
Terrore dei demoni - prega per noi
Protettore della Santa Chiesa - prega per noi
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo - Perdonaci, o Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo  - Esaudiscici, o Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo  -Abbi pietà di noi, o Signore
 
 
Preghiera conclusiva  (Papa Paolo VI)
 
O San Giuseppe, Patrono della Chiesa,
tu che accanto al Verbo incarnato
lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane,
traendo da Lui la forza di vivere e di faticare;
tu che hai provato l’ansia del domani,
l’amarezza della povertà la precarietà del lavoro;
tu che irradi oggi l’esempio della tua figura,
umile davanti agli uomini,
ma grandissima davanti a Dio;
guarda alla immensa famiglia che ti è affidata.
Benedici la Chiesa,
sospingendola sempre più sulle vie della fedeltà evangelica,
proteggi i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana,
difendendoli dallo scoraggiamento,
dalla rivolta negatrice come dalle tentazioni dell’edonismo;
prega per i poveri, che continuano in terra la povertà di Cristo,
suscitando per essi le continue provvidenze dei loro fratelli più dotati;
e custodisci la pace nel mondo,
quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli
e il pieno compimento delle umane speranze:
per il bene dell’umanità per la missione della Chiesa,
per la gloria della Trinità santissima.
 
Amen.
 
 
 
Benedizione
 
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
Amen.
Sull’esempio di san Giuseppe,
andate e glorificate il Signore con la vostra vita.
Rendiamo grazie a Dio.