Sussidio Quaresima 2013 - Carità e Servizio - 24 marzo - Domenica delle Palme 
24 marzo - Domenica delle Palme   versione testuale
"Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte" (Fil 2,8)
Alla luce della Parola
 
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre (Fil 2,6-11).
 
 
Quando sono debole, è allora che sono forte
 
D. – Negli ultimi giorni c’è stata questa grande offensiva e purtroppo tra le vittime ci sono tanti bambini. C’è un progetto preciso a cui Caritas Gerusalemme sta pensando per aiutare quei bambini che sono rimasti traumatizzati dai bombardamenti?
R. – I nostri bambini sono traumatizzati da sempre, non è cosa di oggi. Purtroppo, oggi ancora di più perché i bombardamenti non fanno differenza tra un bambino, una donna e gli esseri umani in generale. Sì, i nostri bambini sono traumatizzati ma la Caritas ha già avviato un programma sociale a Gaza per assisterli; abbiamo intenzione di impegnare ancora più assistenti. Il problema più grande che abbiamo incontrato in questi ultimi due-tre anni con i bambini traumatizzati è stato raggiungere quei bambini ai quali sono stati amputati gli arti. Lavoriamo in stretto contatto con un’organizzazione che produce le protesi appositamente per loro. La Caritas sostiene questi bambini non solo perché procura loro le protesi, ma anche perché attraverso i suoi assistenti sociali accompagna i bambini e le mamme, a loro volta profondamente colpite.
D. – Lei è una cristiana palestinese. Cosa sente di dire in questo momento di grande difficoltà del suo popolo?
R. – Sono palestinese. Sono orgogliosa della mia identità palestinese, e sono cristiana in Terra Santa, sono cristiana della Chiesa madre e sono molto orgogliosa della mia identità di cristiana. Ma non bisogna dimenticare che noi siamo un popolo unico, e noi cristiani siamo parte integrante della popolazione palestinese. Quello che colpisce il mio fratello musulmano, colpisce anche me, che sono cristiana; colpisce l’intera popolazione. Ma noi come cristiani sappiamo anche di avere un ruolo particolare, quello di testimoniare il messaggio di Cristo, il messaggio di amore e di perdono. E questa è la ragione per cui quando rendiamo un servizio, lo rendiamo a tutti i figli di Dio, senza alcuna discriminazione.
 
Intervista a Claudette Habesch, direttrice di Caritas Gerusalemme, 19 novembre 2012
 
 
Solidali con le persone, solidali con la storia
 
Iniziamo la Settimana Santa, in cui Gesù va incontro all’abbandono, al tradimento, alla morte, ricordando persone e popoli che vivono quotidianamente questa terribile condizione. Impariamo a sentirci fratelli, al di là di ogni differenza.
 
 
Le gioie e le speranze…
 
Di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi più fondamentali: cos'è l'uomo?
Qual è il significato del dolore, del male, della morte, che continuano a sussistere malgrado ogni progresso? Cosa valgono quelle conquiste pagate a così caro prezzo? Che apporta l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita? (Gaudium et spes, 10).