3 maggio
V domenica di Pasqua   versione testuale

Una comunità che educa

L’Evento: “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto”
     L’immagine che Gesù usa nel brano giovanneo è quella eloquente della vite: in Cristo la vita cresce rigogliosa, una vita che consiste nel rimanere il Lui, mediante lo Spirito, a gloria del Padre. Siamo di fronte ad una Salvezza che è Pienezza di vita totale, che pur rispettando la nostra libertà chiede di prendere possesso della nostra piccolezza e farla grande, e non si lascia sgomentare, per questo, neppure dal nostro peccato. “Tu, dagli occhi così puri che non puoi neppure vedere il male…”, così si rivolgeva ai profeta Abacuc al suo Dio (Ab 1,13); eppure, questo Dio che non ha niente a che vedere con il peccato, incarnandosi nella persona del Figlio, “colui che non aveva commesso peccato”, dice S. Paolo con una espressione azzardatissima, “Dio lo ha fatto peccato per noi, perché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2Cor 5,21). Gesù, unendosi alla nostra umanità, è la fonte della linfa, i tralci in cui essa scorre sono la comunità, ma bisogna che questa non cresca in maniera totalmente istintiva e selvaggia, altrimenti non darebbe buon frutto. È necessario che la Chiesa, vivendo per opera dello Spirito Santo la vita di Cristo, educhi e si educhi, si faccia cioè comunità educante prendendo a modello la Parola del Padre. Educare, e-ducere, condurre fuori, significa anche, se occorre, aiutare non a fuggire, ma ad affrontare le difficoltà; non a ripiegarsi in un benessere momentaneo, ma a crescere anche se ciò comporta ostacoli, rischi e sofferenze.
 
La Chiesa: La vita cammina per le vie del mondo
     Chi è in Cristo è una creatura nuova: nell’incontro con il Signore Risorto e nella comunione con la Chiesa diviene testimone a sua volta del Vangelo e generatore del Cristo negli altri, In grazia dell’incontro liberatore col Risorto sulla via di Damasco, Saulo lascia la sua vecchia vita di persecutore, tra le molte difficoltà di farsi accettare da coloro che, comprensibilmente, non riescono a dimenticare il suo passato. C’è però chi lo aiuta ad entrare nella comunità, perché la Chiesa deve essere aperta al mondo per la salvezza di ogni uomo. La Chiesa, Corpo di Cristo, vivendo della vita rigogliosa di cui la Trinità è fonte, la offre a tutti e nell’unione a Lui esercita la sua maternità generando Cristo nelle anime ed educandole a crescere in Lui.
 
Il nostro presente, il nostro futuro: Siamo madri di Cristo, quando lo portiamo nel cuore e lo generiamo negli altri attraverso opere sante
«Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l'anima e la mente, con tutta la forza e amano i loro prossimi come se stessi, e hanno in odio i loro corpi con i vizi e i peccati, e ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e fanno frutti degni di penitenza: Oh, come sono beati e benedetti quelli e quelle, quando fanno tali cose e perseverano in esse; perché riposerà su di essi lo Spirito del Signore e farà presso di loro la sua abitazione e dimora; e sono figli del Padre celeste, del quale compiono le opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo. Siamo sposi, quando l'anima fedele si unisce al Signore nostro Gesù Cristo per virtù di Spirito Santo. Siamo suoi fratelli, quando facciamo la volontà del Padre che è nei cieli. Siamo madri, quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio. Oh, come è glorioso, santo e grande avere in cielo un Padre! Oh, come è santo, fonte di consolazione, bello e ammirabile avere un tale Sposo! Oh, come è santo e come è caro, piacevole, umile, pacifico, dolce, amabile e desiderabile sopra ogni cosa avere un tale fratello e un tale figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, il quale offri la sua vita per le sue pecore, e pregò il Padre dicendo: "Padre santo, custodiscili nel tuo nome, coloro che mi hai dato nel mondo erano tuoi e tu li hai dati a me. E le parole che desti a me le ho date a loro; ed essi le hanno accolte ed hanno creduto veramente che sono uscito da te, e hanno conosciuto che tu mi hai mandato. Io prego per essi e non per il mondo. Benedicili e santificali! E per loro io santifico me stesso. Non prego soltanto per loro, ma anche per coloro che crederanno in me per la loro parola, perché siano santificati nell'unità, come lo siamo anche noi. E voglio, Padre, che dove sono io, siano anch'essi con me, affinché contemplino la mia gloria, nel tuo regno" (Mt 20,21). Amen» (S. Francesco, Lettera ai fedeli, FF 178).