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Accogliere il migrante è atto di giustizia (G. Orlandoni)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/04


ACCOGLIERE IL MIGRANTE E ATTO DI GIUSTIZIA
di Giuseppe Orlandoni
A chi osserva il fenomeno migratorio non può sfuggire che esso, anche quello marchigiano, è radicalmente cambiato negli ultimi decenni. Se un tempo le Marche si caratterizzavano come regione di emigrazione, ora sono meta di intensa immigrazione.In varie parti del mondo, specialmente in Europa e in America, si incontrano marchigiani che hanno ormai raggiunto un buon grado di integrazione e di promozione sociale nel paese ospitante.Oggigiorno il flusso migratorio si è invertito. Nella regione Marche approda un numero crescente di immigrati che vengono dai paesi più poveri per sfuggire alla fame, alle violenze, alle guerre.Nell’ultimo decennio le Marche sono state la regione che ha conosciuto l’aumento più sensibile della popolazione immigrata, passando da oltre 10.000 a circa 50.000 unità.La maggior parte degli immigrati giunge dall’Europa (53%), in particolare dai Paesi dell’Est (45%) e in seguito, nell’ordine, dal Nord Africa, dall’Asia e dall’America.Il fenomeno della mobilità umana interpella la comunità cristiana: esso è certamente un “segno dei tempi” su cui va operato un vasto e saggio discernimento. In effetti, l’immigrazione non costituisce soltanto un problema, peraltro assai complesso, dovuto alla diversità di culture, a situazioni di illegalità, a carenza di strutture di accoglienza; si tratta anche e in particolare di una risorsa, di un arricchimento reciproco che può condurre ad un rinnovamento sociale e ad inediti traguardi economici ed umani.La Giornata Nazionale delle Migrazioni, che quest’anno viene celebrata nelle Marche, è un’occasione propizia per rivedere l’atteggiamento delle nostre comunità cristiane verso i migranti.Se si pensa che a certe situazioni invivibili di alcuni paesi del terzo mondo contribuiscono in qualche modo i nostri paesi del benessere, accogliere il migrante è atto di giustizia e non solo di carità. Il migrante non può essere accolto con diffidenza o, peggio, con ostilità; è un fratello, che spesso viene perché spinto dalla disperazione, non avendo altra scelta per sfuggire ad una vita senza avvenire: in quanto tale va accolto nel calore e nell’intimità di un ambiente, dove si senta persona rispettata e valorizzata nella sua dignità. Il migrante giustamente si aspetta di essere accolto in un contesto dove possa sentirsi a proprio agio, come se fosse la propria “casa”.Nelle Chiese particolari delle Marche la Caritas diocesana è in prima fila nell’offrire ai migranti una vasta gamma di interventi sul piano dell’assistenza sociale e della promozione umana. Alla Caritas si aggiungono anche altre forze ecclesiali o di ispirazione cristiana nel prestare servizi di solidarietà.Come cristiani non ci si può però accontentare di questo impegno pur necessario e indispensabile della carità. Fedele alla missione ricevuta da Cristo, la Chiesa non può ignorare che il suo compito primario e fondamentale è quello dell’evangelizzazione. Nel rispetto delle convinzioni religiose di ciascuno, i cristiani sono chiamati ad affermare la propria identità religiosa, pronti a dare ragione della propria fede, proponendola alla libertà di coloro ai quali offrono una “casa”.Anche su sollecitazione della Fondazione “Migrantes” su questo campo dell’annuncio del Vangelo, della cura pastorale e del dialogo interreligioso si stanno moltiplicando in regione opportune iniziative. Molto resta ancora da fare, nella consapevolezza che, in un mondo che cambia, la missione “ad gentes” va compiuta anche nella nostra terra.Peraltro, l’attenzione pastorale va rivolta non solo agli immigrati, ma a tutti i settori della mobilità umana: agli emigrati, ai marittimi, ai fieranti e circensi, ai Rom e Sinti.La Giornata Nazionale delle Migrazioni sia di aiuto e di stimolo alle nostre comunità cristiane per divenire casa accogliente e ospitale come conviene alla famiglia dei figli di Dio.