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Continuità e novità nella Pastorale Migratoria
Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/04
CONTINUITÀ E NOVITÀ NELLA PASTORALE MIGRATORIA di Silvano Ridolfi “La memoria del giusto è in benedizione” (Pr 10,7) e “mai fur tarde grazie divine” (Omero).La Parola rivelata e la saggezza umana si uniscono nel ricordo grato e venerato del già Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni, S.E. Mons. Alfredo Maria Garsia, nella cui commemorazione si apre questo numero della nostra rivista.E non è fuori luogo unire la sua memoria a quella del Vescovo Albino Mensa, il primo Vescovo a dirigere una Commissione CEI per le Migrazioni (1965) e deceduto nel gennaio del 1998 al quale si deve una intelligente e pionieristica attenzione alla presenza della Chiesa italiana nelle migrazioni quando il problema premeva per l’esodo dei nostri italiani e per i profughi e si ponevano le basi di una strutturale azione della Chiesa con e per i migranti. Con il compianto Mons. Garsia la preminente attenzione della Chiesa e società italiana si è capovolta, essendo divenute le immigrazioni il fenomeno socialmente più vistoso ed ecclesialmente più vicino nella nostra Italia. La comprensione e lo zelo di questi Pastori sono stati esemplari.E con il riconoscente ricordo dei due Presidenti di Commissione non è fuori luogo fare menzione di due Direttori generali dell’Ufficio operativo CEI per le Migrazioni: p. Francesco Milini, scalabriniano, cui si deve la precisa e metodica impostazione dell’UCEI (Ufficio Centrale per l’Emigrazione Italiana), cui seguirà la Migrantes nel 1987, per la registrazione ed il sostegno pastorale alle Missioni e missionari italiani di emigrazione particolarmente in Europa (anni 1952-69) e mons. Aldo Casadei, sacerdote secolare di Cesena che ha avviato l’Ufficio verso una presenza pastorale a nome della Chiesa italiana oltre Europa e nei primissimi accenni della immigrazione in Italia (anni 1973-79).Questo lavoro collegato ed articolato tra Commissione ed Ufficio è anzitutto un segno di ecclesialità e di comunione, ma diviene anche condizione di efficacia.Il Signore ricambi come Lui sa e può queste persone cui noi tributiamo il sincero omaggio dell’affetto e della riconoscenza ed ovviamente il suffragio cristiano della preghiera.Eredi di siffatto patrimonio di idee e di dedizione, continuiamo nella nostra riflessione sulla parrocchia come luogo in cui si verifica e si realizza ecclesialmente la perenne novità della comunione tra diversi anche, se non principalmente, per le migrazioni che urgono e premono verso un superamento di confini territoriali ed etnici, propri di una società sostanzialmente statica ed ormai superata. A questo concorrono i contributi di Sigalini e Bonicelli, mentre la sfida che viene dai Rom e Sinti chiede concretezza ed immediatezze. E così continuità e novità si motivano a vicenda e concorrono a dare un volto veramente e concretamente cattolico alle nostre parrocchie territoriali ed un assetto da famiglia dei popoli alla società.
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