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Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali - Convegno "I media in famiglia"

Media e famiglia: un'alleanza possibile?
(punto di vista etico-filosofico)

1. Sono chiamato a dare il mio contributo per tentar di rispondere alla domanda che dà il titolo alla nostra sessione – Media e famiglia: un’alleanza possibile? – da un punto di vista etico-filosofico. Più precisamente: dal punto di vista di un’etica della comunicazione. C’è un aspetto decisivo, infatti, che viene spesso trascurato non solo quando parliamo, in generale, di comunicazione, ma proprio quando nella quotidianità, in maniera così intensa e apparentemente inevitabile, facciamo esperienza del potere dei vari media. Si tratta del fatto che ogni comunicazione contiene in sé, costitutivamente, una dimensione morale: ben lo sottolinea il Santo Padre all’inizio del Suo messaggio per la XXXVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali . La comunicazione, infatti, già da sempre implica la messa in gioco di una prospettiva etica: perché comunicare propriamente è un atto, e come atto si relaziona alla libertà dell’uomo, è soggetto a criteri e a regole, è segnato dalla responsabilità per le conseguenze che comporta. Non è possibile, quindi, lasciare che la dimensione comunicativa sia regolata unicamente da meri criteri di carattere economico: non è lecito, ad esempio, che particolari scelte di programmazione vengano giustificate solo in quanto incrementano l’audience e permettono di fare business. Bisogna invece prendere coscienza di quello che potremmo definire il supplemento morale che contraddistingue i processi comunicativi nel loro complesso. Perché solo così il loro potere, che è rischio e ricchezza insieme, non viene ad essere unicamente sottoposto alle leggi del mercato, ma risulta in special modo soggetto ai criteri del buono, del giusto, del vero.
Prof. Adriano Fabris