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C.G.I.E.: uno sguardo al 2003 (F. Narducci) p.143



Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/04


C.G.I.E.: UNO SGUARDO AL 2003
di Franco Narducci
Si è chiuso da poco il capitolo delle elezioni per il rinnovo dei Comites (Comitati degli Italiani all’Estero), ampiamente commentate dalla stampa specializzata e persino dalla stampa italiana, e si apre immediatamente quello per il rinnovo del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, l’organismo di più alta rappresentanza delle comunità italiane all’estero, per lo meno fino a quando non sarà eletta la loro rappresentanza parlamentare (nel 2006). Il ventaglio di maggiori possibilità introdotte dalla Legge di riforma dei Comites lascia ben sperare in un sostanziale miglioramento dell’operatività di questi organismi, che devono dare voce alle problematiche che investono le comunità italiane e contribuire alle soluzioni che necessitano per non cadere - ancora una volta - nella grande commedia del desiderio. E un auspicio sincero che trova conferma nel grande impegno profuso dal CGIE per la riforma della legge istitutiva dei Comites; una legge che aveva elaborato dopo un processo di consultazione a livello mondiale, e difeso strenuamente di fronte ai ripetuti tentativi di “annacquamento”. Giova ricordare, al riguardo che l’attività politica del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero si è chiusa nel 2003 con l’Assemblea Plenaria straordinaria tenuta a Roma nei giorni 19 e 20 novembre, dedicata in gran parte al rinnovo dei Comites e al Regolamento di attuazione della relativa legge n. 286 del 23 ottobre 2003. Alla presenza dell’On. Margherita Boniver, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, ed un numeroso gruppo di Deputati e Senatori della Repubblica designati dai rispettivi Presidenti delle Camere, nonché rappresentanti delle istituzioni statali, regionali e provinciali, e delle forze sociali, furono discussi e valutati aspetti fondamentali per il successo delle elezioni dei Comites, attinenti soprattutto all’anagrafe degli italiani all’estero, e fu emendata la bozza del Regolamento di applicazione della legge summenzionata.L’attività del CGIE è stata fortemente imperniata - durante l’intero 2003 - sull’iter parlamentare di svariate leggi riguardanti gli italiani residenti all’estero, che stentano ad approdare nelle competenti Commissioni e nel dibattito dell’aula. Si tratta in particolare della legge di riforma del CGIE, la legge per l’istituzione della Conferenza dei giovani italiani nel mondo, la riforma della legge 153-1971, la legge di riforma degli Istituti di Cultura e la legge per l’Istituzione dell’Osservatorio donne.Anche per la riforma della propria legge, il CGIE si è adoperato, per fornire al Governo e al Parlamento una bozza di disegno di legge, frutto di una consultazione larga e di almeno due assemblee plenarie. La bozza è però ferma da oltre un anno all’esame dell’Ufficio legislativo del MAE, il primo e forse meno impegnativo gradino dell’iter di approvazione. Il rammarico è comprensibilmente grande, poiché anche nel prossimo mandato il CGIE non potrà esercitare la propria attività in un quadro di maggiore autonomia e non potrà adeguare il Consiglio al quadro politico e di responsabilità susseguente l’istituzione del Ministero per gli italiani nel mondo. Eppure, nessuno può sottovalutare il rischio di svalutare il CGIE di significato e di importanza: i danni potrebbero essere esiziali, soprattutto a fronte delle necessità che si rilevano sul piano delle aree continentali e dei Paesi più deboli che ospitano grandi comunità italiane e di origine italiana.Giovani e donne italiani all’esteroUna riflessione particolare meritano i due progetti di legge riguardanti i giovani italiani nel mondo e l’Osservatorio donne, entrambi figli della 1° Conferenza degli italiani nel mondo celebrata nel 2000. Sul versante dei giovani è mancato completamente un segnale politico del Governo a sostegno di un progetto che riteniamo inderogabile.Con il passare degli anni e di pari passo con i grandi progressi fatti registrare in campo sociale, culturale e professionale, le nuove generazioni d’italiani all’estero hanno acquisito ruoli e capacità che sono le nostre credenziali migliori nei Paesi che ci hanno accolto. Investire nella Conferenza dei giovani italiani all’estero significa alimentare quel patrimonio di valori, solidarismo e legami con l’Italia che ha sempre contraddistinto la diaspora italiana nel mondo. Si deve rendere merito alle Regioni italiane che in questi ultimi anni hanno avviato una riflessione concreta sulle giovani generazioni italiane all’estero ed hanno compreso la funzione cruciale di politiche attive nei loro confronti, considerato che proprio i giovani sono i più disponibili a riscoprire l’identità culturale delle loro origini. Su questo versante si attendono le conclusioni dell’indagine promossa dal CGIE sui giovani italiani nel mondo, che ha toccato 15 nazioni in quattro continenti, e sarà presentata in occasione della prima assemblea plenaria del 2004.Non ha avuto migliore sorte la legge per l’istituzione dell’Osservatorio delle donne italiane all’estero, che dopo essere stata assegnata, in sede referente, alla Commissione per gli affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati il 22 luglio del 2002, è ancora in attesa di essere calendarizzata. Sono passati quasi sette anni dallo storico Seminario “Donne in emigrazione” promosso dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ma la risoluzione finale che ne sigillò la conclusione contiene ancora una forte carica di attualità, giacché molte delle richieste formulate non hanno avuto risposte concrete. Sotto questo profilo, l’istituzione dell’osservatorio delle donne italiane all’estero è uno strumento fondamentale per monitorare la condizione femminile delle italiane nel mondo, e dunque un’iniziativa da sostenere con tutte le nostre forze.Legge di riforma degli Istituti di Cultura e riforma della legge 153Nel corso del 2003 il CGIE ha dato molto spazio e attenzione alle tante questioni aperte in tema di diffusione e promozione della lingua e della cultura italiana. Ci sono molti nodi da sciogliere ma soprattutto si deve procedere alla riforma della legge 153/1971, un atto fondamentale per il riordino dell’intero settore, attraversato da molteplici criticità.La riforma di questa legge è sicuramente di grande complessità, per le peculiarità del sistema e le responsabilità che chiamano in causa il ruolo dello Stato, cui si devono aggiungere le realtà fortemente dissimili affermatesi nelle aree geografiche continentali.Il CGIE si è impegnato a fondo, affidando la riflessione alla IV Commissione tematica, che proprio in chiusura dell’anno, in una riunione tenuta a Parigi a metà dicembre, ha prodotto una bozza delle riforma, da discutere e approvare nell’assemblea plenaria del 2004.In questa complessa materia, si deve esprimere un plauso doveroso alle linee operative indicate dal Ministro Frattini per la promozione della cultura italiana nel mondo. Apprezziamo in particolare il concetto d’intervento a tre livelli, in cui la promozione della cultura italiana deve fare da traino allo sviluppo dell’economia italiana e non esserne semplicemente al servizio, un orientamento in cui la valorizzazione delle nostre comunità all’estero trova ampio riconoscimento e che, a nostra parere, deve confluire anche nella riforma della Legge 153.ConclusioniAnche nel 2003 l’impegno del CGIE per le comunità italiane nel mondo è stato ampio e articolato. Accanto alle molteplici iniziative messe in campo dal Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko Tremaglia, la Commissione continentale dell’area continentale dell’America Latina non ha risparmiato energie per richiamare l’attenzione del Governo e dell’Italia intera sui drammi vissuti dalla collettività italiana nell’intero Sud America, un continente martoriato da una crisi economica e occupazionale senza precedenti.E come sempre nei frangenti drammatici, la risposta di solidarietà degli italiani e delle istituzioni italiane è stata pronta e generosa. E una conferma importante, che incoraggia tante persone ad impegnarsi, pur nelle diverse appartenenze alle aree culturali e politiche che costituiscono l’ossatura del CGIE.