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Luci e ombre della parrocchia all'Assemblea dei vescovi di Assisi


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 1/04


LUCI E OMBRE DELLA PARROCCHIA ALL’ASSEMBLEA DEI VESCOVI DI ASSISI
di Domenico Sigalini
E cambiata l’ariaQuale è lo stato di salute della parrocchia oggi? La domanda non è banale perché ci sono stati anni, non molto lontani, in cui si trovava molta gente al suo capezzale in attesa che spirasse, pur santamente e gloriosamente. Si diceva: ha fatto il suo tempo e ha svolto bene il suo servizio, è sempre stata all’altezza del mutare dei tempi ed è sopravvissuta a tutte le invasioni di eserciti, ha resistito perfino alla ritirata di Caporetto, ci ha formato tutti quanti, abbiamo nostalgia di quei bei momenti di vita semplice e familiare, vediamo volentieri i film di don Camillo e Peppone, ma ora non serve più. I tempi moderni vogliono ben altro, i giovani, gli uomini e le donne di oggi non s’adattano più a questi circuiti piuttosto sempliciotti…per dire la fede. Oggi non è più adatta a interpretare il nuovo che sconvolge la vita del lavoratore, dell’impresario, dello studente, del professionista, della stessa casalinga, che forse ama più il supermercato alla domenica che la Chiesa…Potremmo continuare, ma proviamo a scorrere anche solo rapidamente alcuni titoli della pubblicistica pastorale di questi ultimi anni. Dopo la fase del silenzio, in cui non si parlava più della parrocchia, è iniziata la fase degli interrogativi: parrocchia ancora? Si può riformare la parrocchia? La parrocchia oggi e domani (di Franco Giulio Brambilla), La parrocchia in un mondo che cambia. Situazioni e prospettive (S. Lanza) sono solo alcuni degli ultimi titoli. Cioè ci si interroga sul futuro della parrocchia, si riflette sulla parrocchia in termini non di nostalgia o di archeologia, ma nemmeno solo di utopia, ma in termini di progetto. Ci vengono dei dati interessanti anche dalla teologia, uno degli ultimi trattati di ecclesiologia, Il trattato sulla Chiesa di Dianich-Noceti dedica un paragrafo corposo alla parrocchia e gli autori la vedono come la struttura ecclesiale di base; Dianich dice che tutti là siamo nati, tutti là nasciamo, quando uno ritorna alla fede o arriva alla fede viene annotato nel registro dei battezzati che sta in parrocchia. La parrocchia è la comunità ecclesiale di tutti anche dei cosiddetti lontani, degli allontanatisi, o degli allontanati, o dei disimpegnati, insomma di tutti quelli che sono battezzati e che vivono nel territorio. Sono solo questi i due titoli che la parrocchia chiede per considerare una persona suo membro. E la sua conclusione è: non si deve cercare qualche diritto divino, per giustificare l’esistenza della parrocchia; però se la Chiesa sopprimesse le parrocchie deve comunque dotarsi di una altra struttura di base che faccia appunto da “casa” per tutto il popolo di Dio.Il Papa nella lettera agli assistenti di Azione Cattolica del febbraio 2003 dice: “La parrocchia è la “casa della comunità cristiana” a cui si appartiene per la grazia del santo Battesimo; è la “scuola della santità” per tutti i cristiani, anche per coloro che non aderiscono a determinati movimenti ecclesiali o non coltivano particolari spiritualità; è il “laboratorio della fede” in cui vengono trasmessi gli elementi basilari della tradizione cattolica; è la “palestra della formazione”, dove si viene educati alla fede ed iniziati alla missione apostolica”.L’Assemblea dei Vescovi italianiAncora più determinante è il fatto che i vescovi italiani vi hanno dedicato una Assemblea straordinaria proprio per approfondire il tema in vista di alcuni orientamenti. Dopo il documento: “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, sarebbe interessante poter avere orientamenti per definire quale è la forma di parrocchia che attua in maniera nuova questa comunicazione del Vangelo.Per giungere a questo occorreva che tutti si potesse convergere su una definizione di parrocchia minimale, ma essenziale. E’ stato questo l’obiettivo della relazione di Mons. Corti, il vescovo di Novara, e della prima tornata dei lavori di gruppo. La parrocchia è una qualsiasi aggregazione che tenta di tener viva la religiosità della gente? E una agenzia di servizi religiosi? E una distributrice di sacramenti e di benedizioni per tutti i casi della vita? E un ente assistenziale che sta vicino ai bisogni anche delle piccole comunità che tutti stanno abbandonando? Ha come suo compito quello di tenere unite le persone in questa continua dispersione? E un ente assistenziale efficiente di fronte a tutte le falle assistenziali dell’amministrazione pubblica? Le domande sono molte e la gente accosta la parrocchia a seconda dei suoi bisogni. Ma è importante per la chiesa dire che cosa intende per parrocchia, quale è il suo fine fondamentale, senza del quale snaturerebbe il suo essere chiesa tra le case degli uomini.La parrocchia è per il servizio alla fede della gente. Se non offre questo fondamentale servizio non è più la chiesa tra le case. Deve andare oltre il religioso, oltre l’assistenziale, oltre il tradizionale, oltre l’intrattenere; deve offrire un servizio alla fede della gente in un territorio preciso.La relazione di S.E. Mons. Corti ha proposto a chiare lettere che il futuro della Chiesa ha bisogno della parrocchia quale luogo capace di generare alla fede nel quotidiano della vita e ha evidenziato che la parrocchia è chiamata a esprimere un rapporto vivo e costante con la vita della società in un determinato luogo e un tempo preciso. Questa definizione si apre necessariamente all’altra dimensione fondamentale della parrocchia di oggi che è quella missionaria. In questo senso la parrocchia deve essere in grado di offrire a tutti itinerari di crescita nella fede e ai credenti sostegno spirituale nella normale vita quotidiana. Questa connotazione missionaria di servizio alla fede può aiutare la parrocchia a superare il rischio dell’autoreferenzialità come pure di configurarsi come “stazione di servizio”. Il tratto qualificante dovrà essere pertanto la centralità dell’evangelizzazione, intesa unitariamente come annuncio della parola, celebrazione dei sacramenti, vita di comunione, all’interno di un’azione pastorale che intende raggiungere persone oggi molto differenziate sotto il profilo della vita di fede: i catecumeni, cioè i non battezzati che desiderano ricevere il battesimo; i battezzati la cui fede è rimasta allo stadio della prima formazione cristiana senza giungere a vera maturità; coloro che si sono allontanati dalla partecipazione e dalla vita della Chiesa.I vescovi si sono applicati con passione e competenza alle varie problematiche della vita della parrocchia. All’assemblea hanno partecipato anche esperti, laici dei vari movimenti e associazioni di apostolato e parroci. Qui forse emerge ancora la necessità di una ricerca più approfondita, di uno scambio più serrato per giungere ad alcuni orientamenti. Nessuno si illude che la parrocchia italiana abbia un solo volto, non lo permettono la configurazione geografica dell’Italia e la ricchezza delle mille tradizioni religiose che la arricchiscono e delle molteplici figure di santi e di pastori che vi hanno annunciato il Vangelo.Sono stati esaminati alcuni ambiti, che rappresentano passaggi fondamentali idonei a ridisegnare il volto della comunità: i processi di discernimento pastorale e i linguaggi di comunicazione della fede; la valorizzazione della radice battesimale e quindi della prospettiva vocazionale della vita cristiana; la domenica come scelta fondamentale e luogo costitutivo della parrocchia missionaria; la soggettività ministeriale della famiglia; la figura del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, la formazione permanente dei sacerdoti e la fraternità presbiterale; le nuove forme di corresponsabilità, di partecipazione e di ministerialità dei laici; le associazioni e i movimenti ecclesiali come risorsa nella missione della Chiesa e il loro rapporto con la parrocchia; il radicamento della parrocchia nel territorio inteso non solo come rinvio a un luogo geografico ma soprattutto come riferimento ai diversi ambiti di vita delle persone; la proposta delle unità pastorali quale percorso da verificare per una pastorale integrata. Le ricerche di gruppo sono state molto serie e impegnate. Una difficoltà nell’accordarsi su alcuni punti c’è stata. Per esempio il classico tema del rapporto tra parrocchia e movimenti. Non si tratta di miopia o di rivendicazione di autonomia, ma di una capacità che la parrocchia deve ritrovare e di cui deve essere dotata di accogliere tutte le forze evangelizzatrici, ma di costruire comunità e comunione, non diaspora di comunità gruccia. I vescovi in un franco dibattito si sono applicati a ridefinire il volto della parrocchia. Sullo sfondo ci stava anche tutta la ricerca precedente sulla Iniziazione Cristiana, altro nodo fondamentale di una nuova impostazione della parrocchia. Infatti se la chiesa non genera cristiani è inutile parlare di comunità cristiane e non sarà disgiungibile una nuova attenzione alla Iniziazione cristiana da un nuovo volto di parrocchia.Esistono ancora altre accentuazioni che varrebbe la pena di inserire nella ricerca; tra queste le principali a mio avviso sono: l’apertura missionaria delle nostre parrocchie al cospetto del mondo e la chiamata in causa più definita del mondo laicale come soggetto di corresponsabilità nelle nuove forme di evangelizzazione e di strutturazione delle parrocchie. La prima ha bisogno di essere più evidenziata per non ridurre la missione ad aggiustamenti interni al nostro mondo, tanto più che siamo “fortunatamente” invasi da popoli nuovi che non solo vanno accolti, ma anche ascoltati per ridare nuova linfa alle nostre vite stanche di occidentali. In questo scambio di accoglienza-ascolto c’è spazio per il dono del Vangelo. “La rivelazione cristiana e la prassi di vita che ne scaturisce hanno dunque, anche nel contesto culturale e sociale odierno, pieno titolo per proporsi come parola di verità e via di salvezza. Quel cambiamento radicale della mente e del cuore che esse richiedono - la “conversione” nella pienezza del suo senso evangelico - non significa la distruzione ma il superiore compimento delle istanze e attese presenti sia nelle grandi religioni e culture non cristiane, con le quali per tanti motivi stiamo entrando in sempre più profondo contatto, sia nella civilizzazione scientifica e tecnologica, con la sua peculiare forma di razionalità, che oggi ormai si espande in ogni area geografica”1. In questo capitolo l’esperienza delle migrazioni è centrale. La presenza di comunità parrocchiali dedicate a filippini o indiani o latino-americani diventa una ricchezza per tutti, una apertura delle chiese locali al mondo intero e una sorgente di rinnovamento delle stesse parrocchie che le ospitano.La seconda ci porta ad approfondire meglio il tema delle unità pastorali, che, comunque esse si chiamino, sono assolutamente una risposta urgente alla carenza dei presbiteri e alla insignificanza di piccole comunità autoreferenziali e chiuse in se stesse, siano esse sui monti o nelle campagne o negli stessi centri storici delle città. A questa ristrutturazione, che nessuno vuole far diventare concentrazione di servizi, si può giungere in termini veramente ecclesiali se si aiuta il laicato ad assumersi le proprie responsabilità di evangelizzazione. In questo senso la collocazione della Azione Cattolica in termini non di privilegio, ma di associazione di base, non una tra le tante, ma capace di garantire laici dedicati ad ogni piccola o grande comunità diventa strategicamente e pastoralmente significativa.A conclusione si può dire che è emersa una ricchezza di valutazioni e pure una convergenza di base su alcune scelte, per le quali sarà decisiva l’Assemblea del maggio 2004. Una cosa è risultata con chiarezza: non ci sarà nessun documento o insieme di orientamenti che potrà dichiarare chiuso il tema della parrocchia, ma solo l’inizio di un processo che, a partire dalle indicazioni dei vescovi, aprirà un cantiere di rinnovamento parrocchiale che può durare anche qualche decennio e che sicuramente sarà capace di ridare alla parrocchia quella vitalità che tante risorse del cattolicesimo italiano possono offrire.
1 Prolusione del Card. Ruini al Consiglio Permanente del gennaio 2004