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Parrocchia: luogo di accoglienza e di confronto


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 1/04


PARROCCHIA: LUOGO DI ACCOGLIENZA E DI CONFRONTO
di Silvano Ridolfi
Attuando e sviluppando il proprio piano decennale di pastorale, la CEI ha preso in esame la parrocchia, definita “Chiesa che vive tra le case degli uomini”. Questo tema, anticipato dal Presidente della CEI, Card. C. Ruini in occasione del Consiglio Permanente CEI del settembre 2003, ha avuto un suo primo ampio sviluppo nella 52.a Assemblea Generale CEI del 17-20 novembre 2003 in Assisi (ed avrà un ulteriore sviluppo nella prossima Assemblea Generale, maggio 2004).Tanto interesse è motivato dall’importanza ed insostituibilità della parrocchia, “ultima localizzazione della Chiesa” (Giovanni Paolo II, Christifideles Laici, n. 26-27), “la parrocchia resta il luogo privilegiato della catechesi” (Giovanni Paolo II, Catechesi tradendae, n. 67). In definitiva le parrocchie “rappresentano in certo modo la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra” (Vaticano II, SC, n. 42).Quindi “famiglia delle famiglie” (Giovanni Paolo II) con il parroco “padre di tutti” e con la caratteristica di “Chiesa di popolo” per la sua vicinanza alla gente e il suo inserimento nel tessuto articolato della vita, la parrocchia ottiene ancora consenso pieno ed unanime. Ma le si chiede di aprirsi a modalità nuove: una “pastorale integrata”, ossia in continua e permanente simbiosi sia con tutte le realtà al suo interno sia con tutte le altre parrocchie nel medesimo contesto e un “volto missionario”, cioè con un atteggiamento non di conservazione, ma di proposta, portandosi al largo per raggiungere anche i gruppi marginali e le persone più lontane (né “stazione di servizio” né “autoreferenziale”, ha detto il Presidente CEI, Card. Camillo Ruini).La Migrantes ha conseguentemente programmato di dedicare in quest’anno particolare attenzione alle strutture pastorali - istituzione e persone - nella mobilità umana - missioni etniche, parrocchie personali, cappellanie, ecc. ed i loro operatori, sacerdoti in primo luogo, ma anche religiose e laici, organizzati e non. Servizio Migranti inizia pertanto con questo numero - e continuerà nell’intero anno - una serie di riflessioni in merito, confidando nel dialogo con i lettori, sia quanti hanno una lunga esperienza di pastorale nella mobilità umana, sia coloro che generosamente e con fantasia pastorale iniziano ad impegnarsi in questo settore. Non verranno ovviamente trascurate né le emergenze che la vita impone né l’attualità che occorra.Alcune brevi indicazioni generali:1. Anche nella mobilità umana la struttura periferica viene istituita per le persone e vive accanto a loro e per loro, ma ha alcuni problemi in più, segnatamente la dispersione geografica e il pluralismo culturale.2. Una pastorale adeguata richiede sacerdoti ed agenti della propria lingua o cultura e strutture pastorali specifiche pienamente inserite nella Chiesa locale e che pertanto operano su due fronti, quello interno ai propri assistiti e quello esterno verso la Chiesa locale.3. Se la parrocchia territoriale ha priorità temporale, spaziale ed ecclesiale, quella etnica ha uguale dignità giuridica ed ecclesiale e di per sé realizza più efficacemente la vicinanza con la gente e con questo una migliore opportunità di accompagnamento nella fede.4. La parrocchia etnica é chiamata ad accogliere quanti hanno affinità culturali e diverse dalle tradizioni religiose dei residenti con propositi di fede ed a fare da ponte di continua comunicazione tra comunità etnica e Chiesa locale.Nella parrocchia etnica le strutture di partecipazione devono permettere di coniugare la fede nella cultura locale e un continuativo ed originale dialogo pastorale che sia arricchente per ambo le comunità, quella etnica e quella dei residenti. E una prima piattaforma di acquisizioni sostanzialmente accettate, ma anche discutibili e perfezionabili.Nei prossimi numeri della rivista proseguirà, come scritto, la riflessione, che viene già concretamente avviata nei primi articoli di questo numero.Le citate ragioni di attualità ed emergenze giustificano le “esperienze” (Argentina, Consiglio Generale Italiani all’Estero…) e il dossier dedicato all’importante recente Congresso Mondiale del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti.