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Sopravviverà lo spettacolo viaggiante?


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 6/03


SOPRAVVIVERÀ LO SPETTACOLO VIAGGIANTE?
GRAVISSIMI DISAGI METTONO IN PERICOLO LA SOPRAVVIVENZA DELLO SPETTACOLO VIAGGIANTE
di Piergiorgio Saviola
La legge che detta le “disposizioni sui Circhi Equestri e sullo Spettacolo Viaggiante” è la numero 337 del 18 marzo 1968 (art. G.U. 10 aprile 1968). In essa, nell’articolo 1, si legge che lo “Stato riconosce la funzione sociale dei Circhi Equestri e dello Spettacolo Viaggiante”, ed alla luce di questa prima considerazione si determina a sostenere “il consolidamento e lo sviluppo del settore” (cfr. art. 1, comma 2).A tuttora questa legge è inattesa in quasi tutte le piazze del paese e la categoria si trova in grandi difficoltà, tanto da temere la sua sopravvivenza… e dire che la valenza socio-culturale degli spettacoli di massa c’è e si perde nella notte dei tempi.Anche la valenza pedagogica c’è; infatti i ragazzi nei Circhi e Luna Park si possono divertire, non solo a parole, ma di fatto, perché vengono offerte esperienze concrete e si dà loro la possibilità di scegliere il proprio modo di divertirsi, acquisendo quella esperienza critica che permette di andare avanti nella vita.Oggi, poi, con l’avvento dei computers, il ragazzo può divertirsi in solitudine, senza socializzare, mentre la situazione delle grandi città rende ulteriormente difficile il ritrovarsi insieme.Lo spettacolo popolare è dunque un momento di aggregazione, oltre ad offrire un divertimento sano.Non si capisce allora come le amministrazioni comunali e il pubblico nutrino indifferenza nei loro confronti e non provvedano a favorirli e contribuire a rendere più facile la loro sopravvivenza in pericolo.L’attività di esercente spettacoli viaggianti, svolta in Italia da circa 5.000 imprese in buona parte itineranti, ha subito un calo degli incassi, in funzione della attuale situazione economica del Paese, ma anche a seguito dei mutati stili di vita delle persone. Il lavoro è ormai concentrato nei fine-settimana o nella stagione estiva mentre la concorrenza di nuove e diverse forme di divertimento (internet, cinema ecc.) e la ricerca di sensazioni sempre più forti a costi più limitati indirizza i giovani verso i parchi permanenti con biglietto d’ingresso. Alcune attrazioni spettacolari frequentate fino a qualche anno fa da un pubblico adulto sono oggi fruite da soggetti di età inferiore, perché i più grandi non sono più soddisfatti da tali forme di divertimento.I costi per l’acquisto di nuove attrazioni sono divenuti ormai insostenibili per imprese che operano per poco più di cento giorni l’anno, mentre sempre più limitata è la disponibilità delle aree tradizionali - ogni anno si assiste alla perdita di spazi per esigenze delle Amministrazioni comunali (realizzazione di parcheggi ecc.) e la periferizzazione dei luna park nuoce alla redditività e riduce la possibilità di svolgere quella “funzione sociale” di aggregazione ed offerta di divertimento intergenerazionale che anche il legislatore, con la legge 337/1968, ha riconosciuto al settore. La pressione fiscale e gli oneri previdenziali, che per alcune ditte rappresentano un adempimento recente, accrescono i costi di esercizio limitando la redditività.La difficoltà di individuare nuove opportunità di lavoro è sempre crescente: da sempre gli esercenti sono abituati ad operare su aree pubbliche - è uno dei cavalli di battaglia della legge di settore, la 337 del 1968 - ma attualmente è assai raro che un’amministrazione comunale individui nuove aree per il luna park, se non in sostituzione di altre.Se si collega questo fenomeno con la già detta contrazione delle giornate e delle ore lavorative, il risultato è che oggi all’aumento vertiginoso dei costi di gestione non corrisponde un adeguato periodo di esercizio, tale da rendere economicamente vantaggiosa l’attività. La pressione fiscale e gli oneri previdenziali, che per alcune ditte rappresentano un adempimento recente, accrescono i costi di esercizio limitando la redditività. Sul fronte dell’intervento pubblico a sostegno del settore c’è da registrare che la liberalizzazione dell’attività del 1998 non ha generato nuovi posti di lavoro, bensì ha contribuito a far perdere l’identità ad una categoria i cui dati sono ormai frammentati negli uffici degli oltre ottomila comuni italiani. I fondi destinati al Fondo Unico Spettacolo, che interviene nel caso di danni per eventi fortuiti o acquisto di attrezzature, sono limitati ed insufficienti a promuovere una reale “rottamazione” delle attrazioni più vecchie. Ne consegue che è sempre più difficile per gli esercenti rinnovare il parco attrazioni e l’offerta di divertimento ai cittadini.Tra i problemi dettati da uno stile di vita itinerante al seguito della propria impresa c’è quello della sosta invernale: la maggior parte delle Amministrazioni comunali impedisce la sosta delle carovane-abitazione nei momenti in cui le attrazioni non siano installate - ad evitare che tra gli esercenti possano confondersi persone la cui vita itinerante non è dettata da esigenze lavorative - e pertanto in periodi di clima infausto per un’attività svolta all’aperto le famiglie hanno difficoltà a sostare, consentendo ai propri figli di frequentare la scuola. Analoghe difficoltà sorgono relativamente alla sosta delle abitazioni mobili di esercenti la cui età avanzata impedisca di continuare a svolgere l’attività.L’immagine della Categoria è fortemente danneggiata da notizie giornalistiche nelle quali si connota quale “giostraio” qualsiasi persona senza fissa dimora la quale non sappia fornire altri elementi sulla propria attività lavorativa, e pertanto la presenza di carovane e carriaggi hanno creato a volte fraintendimenti da parte dei cittadini delle località che ospitano il luna park. Soltanto un recupero dell’immagine di questa antica ed apprezzata forma di popolare divertimento potrà portare benefici e nuove prospettive ai giovani, i quali si trovano a dover svolgere un’attività appresa dai genitori, la quale necessita di una evoluzione per restare al passo con i tempi.