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S.O.S. - Urgenze 2003: riservato ai sacerdoti e ai religiosi


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/03


S.O.S. - URGENZE 2003:RISERVATO AI SACERDOTI E AI RELIGIOSI
Parecchie sono le Missioni prive di un sacerdote, molte sono affidate alle cure di missionari che, a fatica, assicurano i servizi essenziali a più realtà pastorali distanti fra loro ma riunite in un’unica unità pastorale. Questi s.o.s. che abbiamo riportato sono alcune delle richieste pervenuteci dai Vescovi locali e dai Delegati Nazionali, che ci sembrano più urgenti.BelgioHasselt - Limburgo belga, con le cittadine di Genk, Maasmechelen ed altri piccoli centri che contano una presenza italiana di 25.000 persone. Il Vescovo della diocesi di Hasselt continua a chiedere un sacerdote italiano in aiuto a quell’unico rimasto. L’attuale missionario deve assicurare la cura pastorale in un territorio un tempo servito da quattro missioni. Il rapporto con i nostri connazionali è ancora importante e relativamente facile e richiesto da una comunità attiva e vivace. La difficoltà della lingua rende particolarmente difficile e lento l’inserimento. Un secondo sacerdote è veramente atteso.Charleroi - Spesso si sente parlare di Marcinelle, e della celebrazione della giornata del “Sacrificio del lavoro italiano”. Si tratta proprio della regione della “grande Charleroi” una delle più grandi comunità italiane in Europa con oltre 60.000 emigrati con passaporto italiano. Qui, nel tempo, vivevano quattro missioni ben servite da missionari e suore. Ora rimane un solo missionario, ed un desiderio enorme della gente di continuare la propria vita di comunità cristiana. Il campo di lavoro e le possibilità sono enormi, e l’accoglienza della gente italiana che vive nel capoluogo e nelle diverse cittadine limitrofe è assicurata. è urgente almeno un altro sacerdote. FranciaAnnecy - Una cittadina bella e ricca di storia locale. Per gli italiani che frequentarono l’Alta Savoia è un punto di riferimento singolare. Don Giuseppe Carosso, dopo 10 anni di permanenza ed un gran lavoro pastorale, di informazione e di dedizione, ha ultimato l’ultimo suo grande progetto: il restauro della “Chiesa degli Italiani”. è una bella chiesa riportata al culto nel 1888 e affidata alla parrocchia italiana fin dal 1923. Ora restaurata e completamente riportata allo splendore originario, è pronta per accogliere la presenza di una comunità italiana che vuole celebrare la propria fede. Una bella ed interessante eredità da continuare dopo i festeggiamenti per l’80° anniversario della Mission Catholique Italienne.Paesi BassiIn Olanda la comunità italiana è abbastanza dispersa sul territorio, per cui, data la presenza di un solo sacerdote, si sono persi un poco i contatti con i gruppi che sono lontani dall’asse Rotterdam-Amsterdam, dove invece si è mantenuta una presenza costante nelle quattro comunità cristiane italiane che vivono con vivacità la loro vita comunitaria.Il Consiglio pastorale della Missione Cattolica Italiana di Olanda, di recente costituzione, ha scritto recentemente una lettera molto bella a tutti i vescovi d’Italia. Vi si legge fra l’altro: “Ciò che appare scontato in Italia, da noi è frutto di conquista quotidiana, spesso faticosa. Trovare sacerdoti che possano celebrare la Messa in lingua italiana, tutte le domeniche non è facile, né lo è il disporre di luoghi di culto. In questo cammino siamo seguiti da un sacerdote ormai avanti negli anni... il lavoro da fare è tanto sia nelle grosse città dove c’è bisogno di recuperare gli emarginati e gli sbandati, sia nei piccoli centri dove è necessario assicurare una preparazione ai sacramenti ai nostri ragazzi. Da qualche anno stiamo faticosamente cercando un altro sacerdote disponibile a prendersi cura di questa comunità, ma senza molto successo...”.Il servizio pastorale si rivolge ad una popolazione italiana di più di ventimila persone, ed i punti di incontro attuali sono: Rotterdam, L’Aia, Oegstgeest, Amsterdam. Altri contatti sono da ricostruire. La grande secolarizzazione di questa terra, richiede uno spirito missionario forte e appassionato.GermaniaHamburg - Amburgo, città della Lega Anseatica, è la seconda città della Germania per numero di abitanti. Sede vescovile con una presenza di circa 8.000 italiani. Una storia antica con una tradizione importante e bella che necessita di essere continuata. Il missionario è anziano e sta per lasciare. La Missione ha una storia che risale al 1952, una delle prime ad essere fondate in Germania. Ha una sede propria e ben strutturata. Solingen-Remscheid - Due missioni confinanti che negli ultimi anni sono state fuse insieme e servite da un solo missionario, ora rientrato in Italia. Sono situate nella Diocesi di Colonia, hanno una sede propria e una struttura organizzata. La presenza di due consigli pastorali, di una comunità di suore e di molti volontari rendono viva la vita della comunità italiana ricca di circa 11.000 italiani. Buono il rapporto con i preti locali, intenso il lavoro catechetico e sacramentale alle famiglie della prima e seconda generazione.Düsseldorf - Una missione nella Diocesi di Colonia che comprende anche la città di Neuss e conta 10.000 italiani. La lunga presenza missionaria in questa città, una sede ben strutturata ed un servizio pastorale vario e dinamico hanno fatto della comunità italiana un esempio di vitalità cristiana nella regione. La salute precaria costringe l’attuale missionario al rientro in Italia entro pochi mesi.Gran BretagnaBirmingham - La Missione è chiusa da tre anni per mancanza del missionario. Gli italiani sono più di 8 mila sparsi in questa metropoli cosmopolita che è la più popolata dopo Londra. è il posto per chi vuole lavorare seguendo con pazienza le relazioni personali, tessendo accoglienza e ripartendo da una situazione pastorale dalle mille possibilità. Il servizio pastorale si allarga anche alle città vicine di Coventry, Worcester, Wolverhampton.Nottingham - Una bella occasione per chi vuole sperimentare cosa significhi lavorare in missione. Esiste una sede propria, ma, con la partenza delle suore, è stata chiusa per mancanza del missionario. Un lavoro pastorale aperto ad una presenza immaginativa e solida che sa curare rapporti, accoglienza e gusto per l’annuncio e l’ascolto. Serve circa 10 mila italiani e raggiunge anche le città di Derby e Chesterfield.SvizzeraBaden-Wettingen - Cantone Argovia, Diocesi di Basilea. Una Missione viva ed interessante, fra poco senza sacerdote che rientra in Italia. Una attività pastorale richiesta dalla presenza di più di 5.000 italiani. Ottima intesa con il clero locale con il quale è importante collaborare in un quadro di pastorale d’insieme. Sempre più saranno richiesti servizi e celebrazioni bilingue, per questo si necessita di un sacerdote disposto ad imparare la lingua tedesca.Nyon - Canton Vaud, Diocesi di Friburgo-Losanna-Ginevra. Sulla costa del lago Lemano, una comunità di oltre 5.000 italiani che gravitano su Ginevra per il lavoro, attende l’arrivo di un prete italiano che possa mettersi a servizio della chiesa offrendo collaborazione e presenza per la comunità italiana e le parrocchie locali.Possibilità di condivisione di una vita fraterna nell’équipe pastorale locale e con i sacerdoti del luogo. Il lavoro pastorale richiesto va nella linea di una collaborazione con la Missione italiana vicina per un progetto pastorale della regione. Sempre maggiormente si lavora nelle due lingue, per cui è opportuno un sacerdote che sappia o sia disposto ad imparare la lingua francese.TunisiaLa ripetuta richiesta del vescovo di Tunisi di “avere” un sacerdote italiano è rimasta ancora inevasa.Una situazione umana e sociale che permette di sperimentare un cristianesimo di diaspora che vive dell’essenziale, immerso nel mare mussulmano. S’è sperato di poter rispondere positivamente alla sua domanda, ma gli italiani ed i cristiani di Tunisi, per lo più stranieri, attendono ancora. Un sacerdote giovane potrebbe approfittare per offrire la sua collaborazione anche a cattolici di altra madrelingua (filippini, francesi,...) e soprattutto di avvicinare e conoscere il mondo musulmano. Questa esperienza aiuterebbe, al ritorno in Italia, per un servizio agli “immigrati!”. Il vescovo continua a sperare in una risposta positiva.TurchiaUn appello forte ci giunge dalla chiesa cattolica che vive in Ankara. Il sacerdote italiano che svolgeva servizio presso i nostri connazionali è dovuto rientrare in Italia per seri motivi di salute. Ormai da tre anni la comunità italiana si sente abbandonata.Anche un sacerdote non più giovane, ma desideroso di assicurare un servizio pastorale per un periodo anche breve dai 3 ai 5 anni, potrebbe riaccendere la speranza ai nostri connazionali che riprenderebbe volentieri a frequentare la vita della comunità cristiana.