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Il tema della Giornata "Migrazioni: Vangelo, Solidarietà, Legalità"


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/03


IL TEMA DELLA GIORNATA
“Migrazioni: Vangelo, solidarietà, legalità”: una trilogia che nella Chiesa ci è già familiare quando si parla di migrazioni, eppure - riproposta per la prossima Giornata Nazionale delle Migrazioni - acquista una singolare attualità.Vangelo richiama il grande convegno sulla evangelizzazione dei migranti, celebrato nel febbraio scorso a Castelgandolfo con il titolo “Tutte le genti verranno a Te” (Ap 15,4). Il convegno ha messo in luce le migrazioni sotto il profilo più alto e più conforme al disegno divino, di essere “luogo e via di evangelizzazione” ed ha sollecitato la Chiesa italiana a non trascurare questo momento opportuno per vivere in pienezza la sua vocazione missionaria.Solidarietà sembra una voce più di taglio sociologico ed umanitario, eppure è squisitamente evangelica, strettamente imparentata se non identificata con quelle forme di carità cristiane che si chiamano condivisione ed accoglienza. Si respira in questi anni un clima di saturità e di freddezza, quando non è diffuso pregiudizio ed acritico rigetto nei confronti dello straniero da parte del grande pubblico. Il crollo delle Torri Gemelle e il riesplodere del terrorismo hanno fatto la loro parte. E la forte tentazione di voltare le spalle e di passare oltre da persone di buon senso e si compatisce quell’esercito di volontari che ancora hanno l’ingenuità o l’imprudenza di sostare presso il malcapitato sulla strada da Gerusalemme a Gerico. Ma qui ne va di mezzo non il buon senso, l’autenticità del Vangelo.E infine legalità ed educazione alla legalità, che vanno coniugate, come autorevoli voci nella Chiesa continuano a ripetere, con solidarietà. E non si può non essere d’accordo. Si può sostenere una ragionevole e, se si vuole, benevola interpretazione della legge, ma non una sua aperta violazione. Dunque un atteggiamento di rispetto, che tuttavia lascia integra la facoltà di fare appello ai diritti umani irrinunciabili di cui Giovanni Paolo II proprio quest’anno è stato riconosciuto il “doctor magnus”. Rimane integra anche la facoltà di denunciare leggi e prassi amministrative che suonano offesa a quei sacrosanti diritti. Per il cristiano poi la legge non è né l’unico né l’ultimo riferimento. “Che hai fatto del tuo fratello?” (Gen 4,9) ci domanda quasi provocatoriamente il “doctor magnus” (Messaggio per la GNM 1996). E avverte che “la risposta non va data entro i limiti imposti dalla legge, ma nello stile della solidarietà (di L. Petris).