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"Esci dalla tua terra e va...e diventerai una benedizione"
Lo spettacolo per una visione positiva dell'uomo, del mondo e della vita

Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/03


“ESCI DALLA TUA TERRA E VA... E DIVENTERAI UNA BENEDIZIONE”
LO SPETTACOLO PER UNA VISIONE POSITIVA DELL’UOMO, DEL MONDO E DELLA VITA
di Piergiorgio Saviola
Sono questi il titolo e sottotitolo del Convegno nazionale di pastorale del Circo e del Luna Park tenutosi a Marola di Carpineti-RE dal 23-26 giugno 2003 con la partecipazione di circa 80 operatori pastorali. Erano presenti il Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, Mons. Stephen Fumio Hamao, il Presidente della CEMI e della Migrantes, Mons. Alfredo M. Garsia, il Vescovo promotore della pastorale di settore e membro della CEMI, Mons. Giuseppe Di Falco.Relatori del Convegno: il biblista don Augusto Barbi, docente e direttore dello Studio teologico di S. Zeno-Verona, trattando il tema “Testimoniare e annunciare la benedizione di Dio”; don Walter Ruspi, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, col tema “Trasmissione della fede nella famiglia e nella comunità”.Motivazione del Convegno: dalla diffusa constatazione che i canali tradizionali del processo di trasmissione della fede (famiglia, scuola, società) sono scarsi, l’urgenza di promuovere uno stile e dei percorsi di catechesi e di annuncio più consoni alle esigenze del momento in cui viviamo.Interessante il tema di fondo del Convegno sul come i circensi e i lunaparchisti con il loro vagabondare di città in città e di paese in paese per portare col loro spettacolo gioia e festa possono “diventare una benedizione” ed offrire agli stanziali “una visione positiva dell’uomo, del mondo e della vita”, tema quest’ultimo della tavola rotonda a cui sono intervenuti esponenti del mondo del Circo e del Luna Park.Il senso del tema del Convegno “Esci dalla tua terra e va… e diventerai una benedizione” (da Genesi 12,1-2: “Il Signore disse ad Abram: Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione”) è ben applicato ai circensi e ai lunaparchisti da Papa Giovanni XXIII in un suo saluto rivolto a loro nel 1960: “L’attività degli spettacoli viaggianti diviene elemento di pace interiore, di tranquillità dello spirito e, nel contempo, di serietà, dignità, sino a diventare utile apostolato, poiché favorisce l’accordo dei migliori sentimenti e perciò una seconda armonia”.Pure Giovanni Paolo II nel suo saluto ai partecipanti del VI Incontro Internazionale della Pastorale per i Circensi e i Lunaparchisti promosso dal Pontificio Consiglio nel 1993, riassume profeticamente il tema del Convegno: “Far nascere il sorriso di un bambino, illuminare per un istante lo sguardo disperato di una persona sola e, attraverso lo spettacolo e la festa, render gli uomini più vicini gli uni agli altri, è la grandezza di queste professioni” e ancora: “Potete essere sicuri che, quando gli uomini hanno come mestiere di offrire un poco di felicità, Dio non resterà al di fuori della festa”.Ai Circensi e ai Lunaparchisti infatti è rivolto lo stesso invito come ad Abramo: “Esci dalla tua terra e va…”. Lascia le tue sicurezze: la sicurezza di una casa stabile, la sicurezza di un lavoro più redditizio e sicuro, la sicurezza di un inserimento in una comunità, la sicurezza di non sentirsi un diverso, un vagabondo di passaggio… “e diventerai una benedizione”.Il tema dell’incontro di Marola è allora suggestivo, perché viene operata una relazione tra l’attività di Spettacolo Viaggiante e la prospettiva di contribuire alla crescita delle persone che i Circensi e i Lunaparchisti incontrano, affinché sappiano “dire bene” di Dio. è un modo di interpretare la Scrittura che ricorda i temi trattati negli incontri che lo Spettacolo Viaggiante italiano ha avuto con i Pontefici nell’ultimo quarantennio, i quali hanno a più riprese espresso questi concetti. Da una parte la Chiesa italiana riconosce che le loro forme di spettacolo ed intrattenimento - le quali offrono al pubblico un coinvolgimento fisico ed emotivo che trasforma gli spettatori in veri protagonisti - contribuiscono realmente alla formazione della persona: le attrazioni permettono di divertirsi in compagnia, di trascorrere ore liete con i propri familiari ed amici, di ricordare che il giorno non lavorativo è veramente l’occasione per fare festa.Quando poi i parchi di divertimento si svolgono in occasione di festeggiamenti patronali è ancora più evidente che lo Spettacolo Viaggiante, con la sua presenza certamente non “discreta”, diviene segno del momento di festa che segue necessariamente alle celebrazioni religiose: una festa dello spirito che diviene anche festa del corpo e dell’intera collettività. I milioni di persone che frequentano le strutture a carattere permanente soprattutto nei giorni festivi, confermano che il mondo delle attrazioni è anche oggi sinonimo di festa, di divertimento. Non sono molti i luoghi di spettacolo in cui questo è così evidente. Il Parco di divertimento e il Circo sono un evento che invita alla relazione tra persone, consente di provare sensazioni forti ma “sane”, favorisce anche - perché no - la possibilità di competere con i propri amici su prove di abilità o attrazioni fortemente “adrenaliniche”, per vivere momenti che difficilmente saranno dimenticati. Può lo Spettacolo Viaggiante contribuire a far “dire bene” di Dio alle persone che apprezzano questa attività? La offerta di divertimento è orientata alla fruizione del tempo libero, un tempo donato da Dio al popolo ebraico con il precetto di dedicare il “settimo giorno” al riposo: giorno che non è per l’ebreo solo un momento per recuperare le energie in vista di giorni lavorativi. “Nello spirito biblico, invece, la fatica è un mezzo per il fine, e il Sabato in quanto giorno di riposo dal lavoro non è stato creato per far recuperare le energie perdute e renderci idonei alla successiva fatica: esso è stato creato per amore della vita. L’uomo non è una bestia da soma, e il Sabato non serve ad accrescere la sua efficienza sul lavoro... Per sei giorni alla settimana noi viviamo sotto la tirannia delle cose dello spazio; il Sabato ci mette in sintonia con la santità nel tempo: in questo giorno siamo chiamati a partecipare a ciò che è eterno nel tempo, a volgerci dai risultati della creazione al mistero della creazione; dal mondo della creazione alla creazione del mondo” (A.J. Heschel).Dunque “attraverso l’immagine di Dio che riposa, la Bibbia addita il gioioso compiacimento del Creatore di fronte all’opera delle sue mani. Nel “settimo giorno” Dio si volge a guardare l’uomo ed il mondo con ammirazione ed amore, un sentimento che si conferma nel corso della storia della salvezza, quando il Creatore, specie negli eventi dell’Esodo, si fa salvatore del suo popolo. Il “giorno del Signore” è così il giorno che manifesta l’amore di Dio per le sue creature” (Giovanni Paolo II).Un giorno donato alle persone affinché possano interrompere le giornate legate alla fatica del lavoro e pensare ad esse stesse, a Colui che ha fatto dono di un giorno per l’uomo, da vivere nelle relazioni, nelle famiglie, apprezzando la bellezza del creato.Se “la domenica è il giorno propizio per aiutarci a riscoprire le radici profonde della gioia, d’altra parte, la gioia autentica non può restare un’esperienza solo individuale, ma ha bisogno di essere condivisa e partecipata.... Il giorno del Signore è infatti vissuto bene, se è tutto segnato dalla memoria grata ed operosa dei gesti salvifici di Dio. Questo impegna ciascuno dei discepoli di Cristo a dare anche agli altri momenti della giornata, vissuti al di fuori del contesto liturgico: vita di famiglia, relazioni sociali, occasioni di svago” (Giovanni Paolo II), a ben ragione ciò che viene offerto nei Parchi di divertimento è un modo di vivere il giorno festivo in pienezza.In questo contesto il divertimento offerto dal Luna Park itinerante o dalle strutture permanenti è figura del fatto che il lavoro non è il fine della vita, che l’uomo viene prima del lavoro, che la Domenica, nella tradizione della Chiesa, è il primo giorno della settimana.Un pensiero va proprio agli esercenti, agli artisti e ai lavoratori che, proprio nei giorni festivi, operano per la migliore riuscita delle manifestazioni. è un compito gravoso, quello del lavoro festivo. Ed è una gioia poter incontrare persone che vivono questa specificità come piccolo servizio a coloro che hanno lavorato nei giorni precedenti e che sono alla ricerca di un momento di spensieratezza e gioia familiare. La “funzione sociale” riconosciuta al settore dal legislatore italiano si manifesta anche in questo: il portare il divertimento alle persone nei momenti in cui questo è maggiormente fruibile, in luoghi a volte privi di altri momenti di aggregazione.