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L'accoglienza cristiana


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/02


L’ACCOGLIENZA CRISTIANA
di Michele Scandiffio
Il tema che caratterizzerà la celebrazione della settimana delle migrazioni nella nostra regione sarà “Accoglietevi gli uni gli altri come io ho accolto voi”.L’accoglienza è una dimensione della carità. Il dono dello Spirito inabitante nel cuore dei credenti li rende capaci di amare Dio e i fratelli con la stessa carità e le stesse caratteristiche che sono in Dio.Ora lasciatemi dire che l’accoglienza, mi pare, sia una delle caratteristiche essenziali della carità di Dio, da quando il suo cuore si aprì e comunicò i tesori del suo amore all’uomo facendone l’oggetto delle sue delizie.Vorrei evidenziare alcune qualità di quest’accoglienza. Non si tratta di un gesto puramente esteriore, ma è accoglienza del cuore che si estende alla totalità dell’essere con la sua originalità e con i suoi limiti. è accoglienza universale aperta a tutti, è accoglienza intrisa di condivisione, di generosità e gratuità, è accoglienza gioiosa e fiduciosa, soprattutto rivolta ai piccoli, ai poveri, ai di-seredati, agli emarginati.L’accoglienza di Dio manifestata nei secoli attraverso la voce profetica e gli interventi salvifici operati verso il popolo dell’alleanza si rende ancora più visibile in Colui che ci rivela il volto del Padre, il suo Figlio Unigenito Gesù Cristo. Egli passa fra gli uomini facendo del bene e sanando tutti e con le parole e le sue opere manifesta il cuore aperto ed accogliente del Padre. Basta ricordare: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie Colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie il giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere d’acqua fresca ad uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, non perderà la sua ricompensa” (Mt. 10,40-42). “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt. 11,28). “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt. 9,13).Ma poi è il suo atteggiamento che esprime una profonda sensibilità ed una insuperabile ed instancabile capacità e volontà di accoglienza. Nessuno è respinto, tutti accoglie, a tutti spalanca il cuore, offrendo i tesori del suo amore: piccoli e grandi, dotti e indotti, ricchi e poveri, donne e uomini. Anche qui però l’accoglienza si fa più intensa per quelli che sono i piccoli, i sofferenti, i disprezzati, i peccatori. Sempre accolti, sempre difesi, sempre risanati, fino all’accoglienza ultima offerta al ladrone sulla cima del Golgota.La Chiesa, che ha come legge fondamentale il precetto della carità, deve, imitando l’esempio del suo divino fondatore, esprimere la sua maternità aprendo le braccia per accogliere tutti.Fra le categorie di quelli che meritano particolare attenzione e sollecitano maggiormente la disponibilità all’accoglienza c’è quella dei migranti nelle sue varie espressioni. La Chiesa si fa accogliente con gli emigrati quando mostra di ricordarsi di questi figli, mantenendo contatti, scambiando notizie, creando una rete che faccia sentire vicinanza e solidarietà. Per gli immigrati poi l’accoglienza si esprime con il rispetto, il riconoscimento dei loro diritti, la fraternità attiva che si fa comprensione, dialogo, aiuto. Come talvolta ci si deve rimproverare il peso dell’estraneità che tanti dimostrano, creando barriere ed emarginazioni. Ed infine accoglienza per gli sporadici, o per l’esiguità numerica, o per la saltuarietà della presenza significa maggiore attenzione e qualche tentativo di contatto che vinca l’abituale solitudine, apra qualche spiraglio al dialogo, faccia sentire il caldo di una amicizia che si offre.Concludendo, è ovvio che la mancata accoglienza è segno di una Chiesa ancora carente sul piano della carità.Riviviamo le esperienze più dolci di quando, bisognosi e soli, ci siamo sentiti accolti dal fratello e dal Signore Gesù, ed operiamo instancabilmente per avere cuore e mani aperte e pronte all’accoglienza del fratello.