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Punti fermi per una pastorale degli immigrati inItalia


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/02


Il 29-30 gennaio 2002 la Migrantes ha organizzato a Roma il terzo seminario per i coordinatori nazionali della pastorale per i cattolici delle varie etnie e nazionalità, con la partecipazione di alcuni direttori diocesani della Migrantes, di cappellani e altri operatori pastorali di comunità etniche. Vengono qui riportate le conclusioni del seminario e lŽelenco aggiornato dei coordinatori.CONCLUSIONI DEL SEMINARIO1. LŽesperienza acquisita in questi anni fa risaltare con sempre maggiore evidenza il ruolo importante e talora indispensabile del Coordinatore nazionale delle principali etnie sia per sostenere le fragili comunità pastorali appena sorte o carenti di operatori e di strutture, sia per promuovere il nascere di nuove comunità.2. Rientra comunque nello spirito della comunione ecclesiale che tali comunità siano collegate in rete, si instauri tra loro un interscambio di informazioni e di aiuti, si programmi nei limiti del possibile qualche iniziativa comune (sussidi di catechesi e di liturgia, foglio di collegamento, qualche pellegrinaggio, ecc…).3. Il Coordinatore è inoltre forte espressione di comunione e cooperazione fra la Chiesa di origine che presenta il candidato e la Chiesa di accoglienza che procede alla nomina.4. è gratuito il presupposto che certe etnie di immigrati siano del tutto disinteressate o refrattarie al problema religioso e ad una qualche aggregazione di tipo ecclesiale; anzi si ripetono casi di sorprendenti risposte positive alla proposta cristiana. è necessario però un accompagnamento paziente e competente perché lŽincipiente cammino di fede non smarrisca la strada; non qualunque operatore pastorale, nonostante la sua buona volontà, è allŽaltezza di questo compito. LŽintervento del coordinatore, non a sostituzione ma a sostegno e completamento dellŽopera di questo operatore "in loco", può essere decisivo.5. Si è convinti, ma va di continuo ribadito, che il coordinatore come ogni altro operatore pastorale etnico non ha per obiettivo specifico del suo servizio pastorale la conservazione di un determinato costume, lingua e tradizione, ma si serve di questi elementi culturali per conservare e sviluppare la fede e la vita cristiana, cui pertanto va in via prioritaria lŽattenzione e la dedizione del pastore.6. Questo patrimonio culturale, per lŽalto valore umano che ha in se stesso e per il valore "aggiunto", ossia per la sua funzionalità in ordine alla conservazione e allo sviluppo del patrimonio specificamente cristiano, va rispettato e promosso anche in ambito ecclesiale; è importante la precisazione che per il cristiano immigrato il poter conservare nella Chiesa locale di accoglienza la propria identità culturale non è benevola concessione altrui, ma autentico diritto inerente alla propria dignità di battezzato. In tale senso forte va presa la sentenza di Giovanni Paolo II: "Nella Chiesa nessuno è straniero".7. DŽaltra parte il processo di integrazione nella Chiesa locale è via obbligata, almeno quando il soggiorno e il progetto migratorio si prolungano o diventano definitivi: unŽintegrazione però che è progressiva e spontanea, senza scadenze precostituite, che può essere favorita e sollecitata, ma non imposta. Ne consegue una certa provvisorietà del servizio pastorale etnico per quanto riguarda i singoli fedeli, non altrettanto per quanto riguarda la comunità, che ha ragione di perdurare finché ci sarà presenza di fedeli di quella determinata etnia; ne consegue pure una possibile doppia appartenenza, per un certo periodo, di uno straniero cattolico alla sua comunità etnica e a quella parrocchiale.1. In primo luogo va ribadito il "nihil sine episcopo": non si tratta di un limite disciplinare che mortifichi la libertà e lŽiniziativa, ma di una garanzia di ecclesialità. Nel marzo scorso la Migrantes, nel presentare ai singoli vescovi interessati lŽelenco dei coordinatori, così si esprimeva: "Mentre esprimiamo fiducia e certezza che questo servizio in Diocesi sia apprezzato e favorito, ci preme farle presente che la Migrantes raccomanda con viva insistenza a questi coordinatori, come del resto a tutti gli operatori pastorali per comunità cattoliche straniere, che per prima cosa prendano contatto col responsabile diocesano della pastorale migratoria, con lui ne concordino contenuto e modalità e nulla in tale materia intraprendano o modifichino di sola propria iniziativa". In pratica il coordinatore di nomina abbastanza recente (si prescinde da quelli in attività già da lunghi anni): - prima di cominciare ad operare in diocesi segnali al direttore Migrantes diocesano la richiesta che gli è pervenuta per un qualche suo intervento pastorale in diocesi (a meno che non sia stato lo stesso direttore diocesano ad avanzare la richiesta);- concordi con lui le modalità (luogo e periodicità) del suo servizio; - precisi se i successivi contatti con la parrocchia (o altra istituzione) dove presta il servizio saranno tenuti direttamente dal coordinatore o dal direttore diocesano;- per cambiamenti di programma o di calendario prenda accordi col direttore;2. Il Coordinatore ha facoltà, se lo ritiene opportuno, dŽincontrare personalmente il Vescovo o un suo Vicario; sembra però più vantaggioso incontrarlo assieme al Direttore diocesano.3. Il Coordinatore (e altrettanto il Cappellano) sarà uomo-ponte, farà da mediatore tra la sua comunità e quella territoriale, ossia favorirà il processo integrativo, nella misura in cui egli stesso avrà a cuore la sua integrazione personale nella Chiesa locale. Questo comporta soprattutto lŽinserimento effettivo nel presbiterio diocesano stringendo rapporti di amicizia con gli altri sacerdoti, frequentando gli incontri del clero, partecipando alle iniziative comuni. Comporta pure il possesso soddisfacente della lingua e cultura italiana; curerà inoltre di introdurre e far introdurre parti in italiano nella liturgia e nella catechesi.3. è doveroso lŽadeguamento alla vita diocesana anche per quanto riguarda il calendario liturgico, la disciplina per le prime comunioni, cresime, matrimoni ed altro; la celebrazione delle giornate particolari e delle feste di precetto.4. Tenuto conto che cŽè in Italia una eccezionale abbondanza di sacerdoti e altri operatori pastorali stranieri, egli si darà da fare per elaborare ed aggiornare lŽelenco delle possibili forze disponibili, a Roma e altrove, su cui fare affidamento per una valida collaborazione.5. Per quanto possibile, quando egli accosta un gruppo etnico non si limiti alla celebrazione della messa, ma dia spazio al catechismo, alle confessioni, al colloquio personale, allŽagape fraterna, alla condivisione di qualche momento di festa. Attenzione poi, se si accosta il gruppo con periodicità non settimanale, a non ingenerare la falsa mentalità che nelle altre domeniche e feste si sia dispensati dal partecipare alla celebrazione eucaristica: si faccia opera persuasiva perché si frequenti la propria chiesa parrocchiale e ci si faccia conoscere dal parroco, rendendosi anche disponibili per qualche iniziativa parrocchiale.6. Egli si circonderà (e altrettanto i cappellani) di collaboratori anche laici, dando loro una più qualificata formazione così che essi stessi possano diventare formatori dei formatori, animatori di piccole comunità in diaspora. Fra questi potrà scegliere i componenti di un consiglio pastorale della etnia o della comunità di cui ha la cura pastorale.7. Va favorito lŽassociazionismo attorno ai valori e bisogni della propria comunità come pure lŽadesione dei propri fedeli a realtà associative della parrocchia e della diocesi. Un impegno particolare si porrà in questi anni per costituire tra immigrati o assieme ad italiani piccoli gruppi di evangelizzazione, capaci di fermentare con i valori cristiani, con la dottrina sociale della Chiesa il proprio ambiente di lavoro.8. Occhio vigile nei confronti di movimenti religiosi di dubbia ortodossia e di emissari di varie sette (non solo dei testimoni di Geova), che sono estremamente attivi e persuasivi nellŽaccostare i nostri immigrati. Spesso adducono il pretesto che le nostre celebrazioni sono un poŽ smorte e passive, che non danno spazio alla libera espansione, al vivace protagonismo. La saggezza pastorale deve ispirare le opportune risposte e, dove la denuncia è in parte obiettiva, anche i pronti rimedi.9. Se si ravvisa lŽutilità di qualche incontro tra operatori pastorali, anche religiosi e laici, della medesima etnia o nazionalità, assieme al proprio coordinatore nazionale, la Migrantes è disponibile a sostenere iniziative del genere anche a livello nazionale.10. Legato a questa attività del coordinatore cŽè naturalmente anche un problema economico. Quasi tutti godono di uno stipendio da parte dellŽICSC, se sono soltanto coordinatori o dellŽIDSC se sono anche cappellani a Roma o in altra diocesi; comunque tutti sono iscritti allŽIstituto e coperti per lŽassistenza sanitaria. Per le spese specifiche del coordinamento, particolarmente per quanto riguarda i viaggi e la corrispondenza telefonica, va anzitutto sensibilizzata e sollecitata con discrezione la comunità etnica che riceve il servizio a contribuire almeno con lŽobolo della vedova (spesso infatti si tratta di comunità piccole, povere e di recente costituzione). Se questo obolo non è sufficiente, si fa appello alla diocesi interessata a questo servizio; veda pertanto il direttore diocesano della pastorale migratoria se è possibile integrare almeno parzialmente. Se questa duplice fonte non risponde a sufficienza, interviene la Migrantes nazionale a coprire la rimanenza di spesa. Comunque questo problema si presenta in modo assai diversificato per ogni coordinatore, per cui va esaminato e risolto personalmente col medesimo.1. Vista lŽutilità del coordinatore nazionale, la Migrantes sta avviando i contatti perché di questo aiuto pastorale possano usufruire anche altri gruppi etnici o nazionali: una soluzione va cercata anzitutto per i gruppi sia francofoni che anglofoni dellŽAfrica sub-sahariana, per lŽAmerica Latina di lingua spagnola e per i cinesi.2. La Migrantes ha edito un sussidio che contiene lŽelenco di oltre 350 comunità pastorali per migranti: solo una cinquantina di queste gode di istituzione canonica (parrocchie personali, missioni con cura dŽanime, cappellanie varie); si auspica che questo numero possa aumentare. Comunque il problema più pratico e urgente è che anche le altre trecento e più comunità pastorali, sorte spesso per iniziativa personale di qualche operatore italiano o straniero oppure dello stesso direttore diocesano, abbiano un qualche riconoscimento di fatto in diocesi e siano effettivamente apprezzate e sostenute.3. Dalla S. Sede viene raccomandato che queste comunità abbiano un luogo dŽincontro proprio; solo i responsabili della diocesi possono valutare se di fatto questa sia la soluzione possibile e più conveniente.

ELENCO DEI COORDINATORI NAZIONALI
1 - Coordinatore nazionale cattolici filippini: BATI don Remo Uff.: Chiesa S. Pudenziana - Via Urbana, 160 - 00184 ROMA Tel. 06.4872046 - Fax 06.4872046 Ab.: Via Marsala, 42 - 00185 ROMA Tel. 06.4927221 - sentropil@agora.it 2 - Coordinatore nazionale cattolici albanesi: FERRARO don Pasquale Via Pistoia, 38 - 00182 ROMA Tel. 06.7014516 - Cell. 340.5246230 3 - Coordinatore nazionale cattolici romeni: LUCACI mons. Anton Uff.: Radio Vaticana/ Programma Romeno - Piazza Pia, 3 00120 CITTÀ DEL VATICANO - Tel. 06.6988-4763 - Fax: 4565 Ab.: Parr. Santa Paola Romana - Via Galimberti, 9 - 00136 ROMA Tel. 06.39736839 4 - Coordinatore nazionale cattolici ungheresi: NÉMETH mons. László Via Giulia, 1 - 00186 ROMA Tel. 06.6842648 - Fax 06.6842644 - pmilaci@freemail.hu 5 - Coordinatore nazionale cattolici vietnamiti: NGUYEN VAN DU don Agostino - Via Fratelli Bianchi, 25 - 31040 POSTIOMA (TV) Tel. 0422/480222 - Cell. 338.2019081 - anguyen@tin.it 6 - Coordinatore nazionale cattolici siro-malabaresi: PEREPPADAN don JamesCasa del Clero - Via Traspontina, 18 - 00193 ROMATel. 06.69894206 - Cell. 339.89199304 pereppadan@hotmail.com 7 - Coordinatore nazionale cattolici sri-lankesi-cingalesi: PERERA Joe Neville Santa Maria dei Pellegrini - Via B. Pasquini, 34 - 00124 ROMA Tel. e Fax 06.5098263 - Cell. 339.5878246 - nevilperera@tiscalinet.it 8 - Coordinatore nazionale dei cattolici greco-ucraini: POTOCHNYAK p. Vasyl Pontificio Istituto Ucraino - Via Boccea, 480 - 00166 ROMA Tel. 06.61532721 - Cell. 328.0294723 - dosvitla@yahoo.it 9 - Cappellano missionario per i cattolici polacchi: BURNIAK p. Marian Chiesa S. Stanislao - Via Botteghe Oscure, 15 - 00186 ROMA Tel. 06.6795347-6788228 - Fax 06.6790169