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Il cammino dell'integrazione nel segno della legalità
l coordinamento giuridico in Emilia Romagna e la cattedra di

Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/02


di Paola Scevi
Le migrazioni internazionali sono una risorsa e una sfida allŽidentità ecclesiale: esprimono la ricchezza della diversità e spingono la comunità a riscoprire e vivere la propria vocazione cristiana e missionaria. Di fronte ad esse la Chiesa riconosce un segno dei tempi che richiede unŽazione pastorale specifica declinata fondamentalmente negli ambiti dellŽintegrazione socio-culturale e della tutela dei diritti degli immigrati.Proprio nel momento in cui "nella mentalità comune e di conseguenza nella legislazione si diffondono su diversi argomenti prese di posizione lontane dal Vangelo" (Orientamenti pastorali dellŽEpiscopato italiano per il primo decennio del Duemila, n. 40) è opportuno perseguire unŽaccoglienza ragionata e lungimirante, nel rispetto sia dei diritti delle persone provenienti dai Paesi Terzi sia della necessaria gradualità con la quale la società italiana è in grado di accettare la crescita della presenza straniera. Da qui può avviarsi quellŽintegrazione che richiede una duplice azione educativa: nei confronti dellŽimmigrato, per condurlo progressivamente ad un innesto nella comunità di accoglienza; nei confronti della comunità ecclesiale, per allontanare i pericoli di un approccio distorto e riduttivo. Le dinamiche sociali hanno quindi reso centrale la questione del diritto, come strumento per avviare il cammino dellŽintegrazione nel segno della legalità e nel rispetto dei diritti delle persone in movimento. In tal senso preliminare e opportuno è diffondere la conoscenza dei percorsi legali di ingresso e soggiorno, questo per evitare di lasciare campo libero agli speculatori e di alimentare comportamenti ambigui o la ricerca di espedienti in capo agli irregolari. Perché lŽillegalità si nutre e genera altra illegalità, produce ricatto sui bisogni (abitativi, lavorativi e di regolarizzazione) e spinge a comportamenti penalmente perseguibili in diversa misura. Per questo coloro che operano nel settore dellŽimmigrazione non possono più prescindere da una buona conoscenza della materia.è unŽoperatività pastorale mirata alla crescita di una cultura giuridica della legalità non disgiunta da unŽetica che caratterizza le realtà ecclesiali. Peraltro, gli operatori si trovano ad affrontare una normativa complessa e a doversi misurare con problemi di interpretazione e applicazione.Con questa consapevolezza è nata lŽidea di collocare tra i compiti dellŽUfficio Diocesano Migrantes di Piacenza-Bobbio anche la cura del comparto giuridico. La struttura che abbiamo formato in questi cinque anni di operatività svolge un servizio di informazione e aggiornamento sulla normativa a favore di immigrati, operatori del diritto e soggetti interessati a vario titolo, e comprende un ufficio di consulenza legale per i casi più articolati. Mensilmente teniamo poi conferenze che si sostituiscono ad una informazione sulle "esperienze vissute" di connazionali che possono portare ad imboccare percorsi alternativi a quelli legali. Inoltre, in forza del lavoro svolto alla Consulta per lŽimmigrazione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri abbiamo creato unŽinterazione tra società civile e mondo politico finalizzata al recepimento delle istanze sociali. COORDINAMENTO REGIONALELŽidea di un coordinamento giuridico a livello regionale è nata durante un incontro tra le Migrantes diocesane della Regione Emilia Romagna.In quellŽoccasione è stata illustrata lŽattività di consulenza giuridica svolta nellŽUfficio Migrantes di Piacenza e Mons. Mariano De Nicolò, Vescovo di Rimini e responsabile Migrantes per la regione Emilia-Romagna, ha intuito la bontà dellŽidea di estendere le competenze e lŽesperienza acquisite alle altre realtà ecclesiali che operano nel settore specifico dellŽimmigrazione in regione. Ne è nato un progetto, valutato positivamente e sostenuto dalla Conferenza Episcopale dellŽEmilia Romagna, che si è articolato in un corso di formazione su normativa e giurisprudenza per gli operatori, tenuto a Bologna, completato da incontri di aggiornamento e da un vademecum in fase di realizzazione. I partecipanti, inoltre, possono avvalersi della possibilità di ottenere pareri per i casi più complicati e di un confronto in rete, per estendere le soluzioni ad una casistica che presenti analogie. UnŽopportunità notevole, anche perché la normativa nel complesso è ancora in parte riferibile a un coacervo di decreti circolari e ministeriali di difficile reperimento che si susseguono velocemente e che, talvolta, si elidono a vicenda.Operare con serietà e competenza in questo particolare settore è un fronte importante dellŽazione pastorale della Chiesa; in più, se questo compito fa riferimento ad un "polmone di coordinamento", prende maggior respiro la comunione, che è forza di azione e testimonianza di unità. CATTEDRA DI DIRITTO DELLA MIGRAZIONIQuanto più centrale diviene il ruolo del diritto nel settore dellŽimmigrazione, tanto più deve essere forte la preparazione e la coscienza etica di chi in tale settore opera. Giuristi ed operatori del diritto sono chiamati a confrontarsi in misura crescente con una realtà nuova, che offre importanti opportunità culturali e professionali.Da queste considerazioni è nata lŽidea di attivare un insegnamento nellŽUniversità Cattolica del Sacro Cuore di "Diritto delle Migrazioni", per il valore etico e per il forte segnale sociale che ne possono derivare; lŽinsegnamento tenuto presso la Facoltà di Giurisprudenza della sede di Piacenza. mi è stato affidato a partire dallŽanno accademico 2001/02.Nel solco della tradizione dellŽUniversità Cattolica, tale scelta coniuga lŽattenzione ai contenuti etici degli insegnamenti proposti con unŽofferta formativa allŽavanguardia ed in linea con le esigenze della società. Oltretutto, la Sede di Piacenza assume un pregnante significato simbolico, in quanto da questa Diocesi, con il Vescovo Giovanni Battista Scalabrini, proclamato Padre dei migranti da Giovanni Paolo II, ha avuto inizio nel 1887 lŽazione sociale a favore dei migranti con iniziative ecclesiali e laicali, espresse anche in analisi e proposte legislative che portarono alla legge Visconti Venosta (1901) in sostituzione della legge discriminatoria del Governo Crispi (1888).Il corso di Diritto delle Migrazioni rappresenta una novità assoluta in ambito accademico ed è una risposta allŽesigenza di comprensione dei problemi giuridici posti dallŽinnovazione sociale creata da un fenomeno in continua crescita. Con lŽobiettivo di cogliere la dimensione multietnica della nostra società formando professionisti che sappiano affrontare in modo etico le problematiche giuridiche legate allŽimmigrazione, lŽinsegnamento di Diritto delle Migrazioni fornisce agli studenti gli strumenti dottrinari e giurisprudenziali necessari per il divenire di una società multietnica.. In tale ottica, lŽUniversità si pone nellŽesatta posizione di apertura culturale necessaria per contribuire ai processi di integrazione e per il superamento di una visione settoriale della cittadinanza. Anche così il rapporto tra italiani e stranieri non si fonda su di un generico solidarismo o una generica accoglienza, ma su un patto di reciproco riconoscimento, basato su regole, diritti e doveri.