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"Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gesù in Gv 8,32)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/02


di Silvano Ridolfi
Gli "Orientamenti pastorali" della Chiesa italiana per il decennio in corso abbordano, tra l´altro, un problema fondamentale per ogni uomo: la corretta verità sull´uomo, come individuo e come società, che è condizione necessaria per un corretto uso della libertà, che sola rende responsabile l´agire umano (cfr. n. 12 e n. 37).Visto e vissuto nell´ottica e nella situazione della umana mobilità, questo rapporto - il suo significato, le sue implicanze - acquista contorni particolari e specifici. è infatti di comune constatazione che la mobilità umana, storicamente vissuta, è connotata dal carattere patologico della obbligatorietà: le grandi migrazioni economiche sono mosse dal bisogno e la sempre crescente folla di profughi è vittima della violenza, guerra o fame che sia. In queste condizioni sia la verità sull´uomo - la sua dignità, i suoi fondamentali diritti - sia la libertà di scelta e di movimento sono gravemente violentate. Eppure non si può non riconoscere che il binomio verità/libertà resta fondamentale nella esperienza umana e che quindi è comprensibile come esso abbia affascinato e continuerà ad entusiasmare quanti vogliono collocare l´uomo nella sua specifica dignità e conseguente responsabilità, conformemente del resto alla posizione in cui lo collocò il Creatore, quando lo mise al centro del creato come "signore" ed interprete, tra l´altro in amichevole dialogo con il suo Creatore.Un equilibrio ed una dignità che, come sappiamo, sono stati radicalmente compromessi proprio dall´uso errato della libertà, mal orientata da una informazione distorta (cfr. Gn 3 e Ps 8,4-9). Sappiamo dalla Rivelazione che la libertà è una dote caratteristica e qualificante per l´uomo e che essa è strumentale alla scelta del bene: per dirla con S. Paolo "per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto" (Rm 12,2).Gli occhi della libertà sono l´illuminazione della verità, la quale orienta con sicurezza e determinazione. Una cattiva informazione, oggi come agli inizi, porta facilmente ad errori ed abusi. Ce ne mette autorevolmente in guardia anche Giovanni Paolo II la cui l´Enciclica "Veritatis Splendor" (1993) poggia appunto sulla chiarificazione dei due termni, tra di loro interdipendenti, di verità e libertà: "La verità illumina l´intelligenza, e informa la libertà dell´uomo che in tal modo viene guidato a conoscere ed amare il Signore" (introduzione). E per questo denuncia relativismo e scetticismo, due forme di conoscenza che portano ad "una illusoria libertà al di fuori della stessa verità" (n. 1) e altre correnti di pensiero "che finiscono per sradicare la libertà umana dal suo essenziale e costitutivo rapporto con la verità" (nr. 4).In questo numero della nostra rivista tentiamo di dare alcune indicazioni su cosa implichi la mobilità umana a proposito di "autenticità e pluralismo" (Colzani), di "società plurietnica e pluriconfessionale e trasmissione della fede" (Piva), per "lo straniero" teologicamente considerato (Ruggieri), oltre ad esperienze di diverso tipo e in situazioni simili: il tutto a chiarire pastoralmente sia la condizione attuale della mobilità sia gli interventi possibili o necessari. Indubbiamente per un corretto sviluppo ed un positivo contributo della mobilità umana nel quadro della intera società umana ed ecclesiale il primo sforzo è quello di rendere fisiologico quanto ancora è patologico. Tuttavia vanno anche riconosciuti i non pochi effetti positivi della attuale mobilità umana per la crescita e maturazione positiva della società globale (interscambio di valori, ecumenismo della convivenza, sprovincializzazione dei gruppi sociali,...).