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Osservazioni della Caritas Italiana e della Fondazione Migrantes sul nuovo disegno di legge sull'immigrazione e asilo


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 1/02


Caritas Italiana e Fondazione MigrantesNel testo qui presentato prende forma completa e sistematica un contributo già presentato a diverse sedi istituzionali fin dallŽagosto scorso, quando ci sono avute le prime anticipazioni del disegno di legge su immigrazione e asilo. Questo documento è stato presentato da Caritas e Migrantes nellŽaudizione ottenuta dai due organismi ecclesiali presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato il 5 dicembre 2001.La Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes hanno seguito in questi anni con particolare attenzione lŽevolversi della normativa sullŽimmigrazione e si sono sforzate di dare il loro contributo perché questa si adeguasse il più possibile al rapido evolversi del fenomeno immigratorio. La medesima disponibilità esse manifestano di fronte al nuovo disegno di legge governativo e ritengono che la loro esperienza, accumulata in tanti anni di costante servizio caritativo, sociale, culturale e religioso agli immigrati nonché lŽattiva e capillare presenza, che si protrae per generazioni, tra i nostri emigrati italiani, possa accreditare lŽautenticità della collaborazione che esse ora nuovamente propongono anche alle sedi istituzionali.Prima ancora che sulla loro esperienza e sul contatto vivo per la realtà migratoria, Caritas e Migrantes, quali organismi ecclesiali, si appellano a quei principi e valori fondamentali che, pur essendo continuamente ribaditi dalla dottrina sociale della Chiesa, costituiscono patrimonio autentico di quel sano umanesimo che trova le sue migliori espressioni nella nostra tradizione civile e nella stessa Costituzione italiana.E in questŽottica che ci poniamo per valutare il nuovo disegno di legge, che ripresenta tante disposizioni della legge ora in vigore, sulle quali cŽera stata a suo tempo larga convergenza di consensi ed altre ne aggiunge che sono decisamente positive; ma allo stesso tempo propone altre disposizioni che sembrano in netto contrasto con i predetti principi e valori o comunque destano forti riserve. Del resto, membri autorevoli della stessa maggioranza si sono già pronunciati su certi punti in modo piuttosto critico.Quanto agli aspetti positivi del disegno di legge, piace segnalare la riaffermata cooperazione internazionale anche se formulata in termini piuttosto generici, lo sportello unico per lŽimmigrazione inteso a snellire gli adempimenti burocratici spesso snervanti, la corsia preferenziale per gli stranieri che abbiano svolto un percorso di formazione professionale nel loro Paese, lŽanticipo alla fine dellŽanno precedente del decreto di programmazione degli ingressi per anno successivo. La stessa determinazione del Governo a voler gestire efficacemente le politiche migratorie e contrastare lŽimmigrazione clandestina, in linea di principio merita il consenso.Tuttavia tali elementi positivi non compensano quei tanti altri aspetti che lasciano insoddisfatti, anzi pongono inquietanti interrogativi e reclamano, di conseguenza, una profonda riconsiderazione, perché sembrano toccare i diritti irrinunciabili della persona poco importa se si tratta di uno straniero regolare o irregolare. Hanno avuto larga eco anche fuori dellŽambiente ecclesiale le incisive parole del Papa enunciate esattamente dieci anni fa e ripetute negli anni successivi con particolare riferimento a singole categorie di migranti, come i lavoratori, le famiglie, le donne, i nomadi, i profughi: "Il migrante va considerato non semplicemente come strumento di produzione, ma quale soggetto dotato di piena dignità umana. La sua condizione di migrante non può rendere incerto e precario il suo diritto a realizzarsi come uomo e la società di accoglienza ha il preciso dovere di aiutarlo in tale senso". Perfino "la condizione di irregolarità legale non consente sconti sulla dignità del migrante, il quale è dotato di diritti inalienabili, che non possono essere violati né ignorati". Lo scorso anno in occasione del Giubileo dei migranti del 2 giugno il Papa ha voluto riassumere in queste parole il senso del grande evento: "Ecco il messaggio che questa celebrazione giubilare vuole far giungere dappertutto: al centro dei fenomeni della mobilità, sia posto sempre lŽuomo e il rispetto dei suoi diritti".Rientrano in questi diritti la libertà personale, la possibilità di difesa in foro giurisdizionale, lŽasilo e la protezione umanitaria, lŽunità familiare e, in genere, il diritto ad elaborare un progetto migratorio stabile per sé e per la propria famiglia.Segue allegato.......