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Giustizia, pace sociale e migrazioni


Fondazione Migrantes - Brevi ed elementari riflessioni teologiche


sti e spinge a nuovi traguardi di armonia e di pace. Questo spiega perché di fronte agli stessi problemi gruppi cristiani possono proporre soluzioni diverse. Le scelte politiche, infatti, dipendono dal complesso dei criteri di vita che ciascuna persona e ciascun popolo formula partendo dalla propria esperienza. Chi vive il Vangelo con una certa fedeltà tende a formulare criteri che privilegiano i diritti degli ultimi e degli emarginati. Siccome fra i cristiani vi sono enormi differenze nella fedeltà al Vangelo, è comprensibile che vi siano anche varie scelte politiche.
La convergenza verso una maggiore fedeltà può venire solo da quelle persone e da quelle comunità che per la loro radicalità evangelica, cioè per la carica di amore gratuito che diffondono nel loro ambiente, elevano il tono di vita della società e consentono l´emergere di nuove esigenze di condivisione e di giustizia. In altre parole ogni società ha i politici che riesce ad esprimere o che si merita. Chi desidera perciò una società più giusta e invoca il sorgere di una classe politica più attenta ai diritti degli ultimi, più sollecita del bene comune e meno preoccupata dei propri interessi, deve impegnarsi a vivere con maggiore fedeltà il Vangelo di Cristo. Solo così potrà offrire motivi per sperare che nel futuro sorgano politici con ideali più solidi e più coerenti ai valori affermati e che i popoli possano creare forme nuove di condivisione e di pace.
Nel messaggio per la Giornata dei Migranti il Papa, riferendosi alle condizioni di una convivenza pacifica fra persone di diversa cultura e religione, ha scritto: "è indispensabile che cadano... le barriere della diffidenza, dei pregiudizi e delle paure, purtroppo ancora esistenti. Il dialogo e la reciproca tolleranza sono richiesti all´interno di ogni Paese tra quanti professano la religione della maggioranza e gli appartenenti alle minoranze, costituite frequentemente da immigrati, che seguono religioni diverse. E il dialogo la via maestra da percorrere e su questa strada la Chiesa invita a camminare per passare dalla diffidenza al rispetto, dal rifiuto all´accoglienza… Per raggiungere questo obiettivo, non bastano iniziative che attirano l´interesse dei grandi mezzi di comunicazione sociale; servono piuttosto gesti quotidiani posti con semplicità e costanza, capaci di operare un autentico mutamento nel rapporto interpersonale". Le strutture ecclesiali ordinate alla missione per gli emigrati devono costituire spazi di incontro quotidiano dove i gesti di fraternità e di amicizia fanno fiorire nuovi stili di convivenza umana e quindi una nuova civiltà.
Anche le Missioni Cattoliche Italiane hanno il compito più che di difendere i propri assistiti od aggregati, di unirli ed animarli per questa diffusione di amore ricevuto e che viene donato: relazioni ed integrazione avrebbero una risposta sicuramente positiva e costruttiva.