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SINTESI DEL LAVORO GRUPPO DI STUDIO N° 11

Servizio Nazionale per la pastorale giovanile

SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE
VII° Convegno Nazionale, Isola delle Femmine (PA), 21 - 23 febbraio 2002
"Comunicare il Vangelo ai giovani in un mondo che cambia"

Gruppo di studio n° 11

TEMA
" Dalla strada all´altare e viceversa. Indicazioni e prospettive per comunicare il Vangelo ai giovani nella celebrazione della comunità cristiana"
COORDINATORE: P. Alfredo Feretti omi, Loreto


Prima di tutto è opportuno guardare al confronto fecondo che c´è tra liturgia e giovani; un confronto che mette in evidenza contraddizioni e stimoli, difficoltà e ricerca appassionata di dialogo.
Non c´è dubbio infatti che l´apparente indisponibilità dei giovani verso la liturgia ha radici nel loro atteggiamento generale verso la fede e la pratica religiosa e più ancora nella variegata e mutevole fisionomia della loro età.
Assistiamo spesso ad una "consumazione della pratica religiosa". Il contatto e il rapporto con Dio mediato dalla Parola, dalla liturgia, dalla preghiera in genere subisce facilmente il logorio dell´uso quotidiano e per la fragilità psicologica in cui spesso si vengono a trovare, sentono il bisogno di inventare sempre qualcosa di nuovo per tenere l´animo (o il sentimento) desto e vigilante.
Si nota altresì che, sempre più frequentemente si passa da una fase di sperimentazione alla stabilità: dal frequentarsi saltuariamente alla convivenza con Dio. Per questo si avverte nei giovani il bisogno di tempi prolungati di contatto con la Parola e la preghiera. E´ evidentemente questione di contenuti che si vogliono offrire: i Padri vivi della Chiesa, la sua tradizione vivente, le formule di preghiera frutto della vita di una comunità in cammino: tutto questo risponde ad una precisa richiesta del giovane di perennità, di incossummabilità di vita che attinge allo Spirito Santo operante nella storia. Per questo si vuole una testimonianza di fede espressa nella preghiera in maniera forte e autentica, libera da ogni formalismo o obbedienza a precetti (pur santi e rispettabili).
Non possiamo dimenticare ancora la forte sensibilità dei giovani alla bellezza, intesa nel senso più profondo e divino. Per questo è necessario aiutarli a percorrere la via della bellezza per arrivare all´autore stesso della bellezza. Aiutarli a scoprire la bellezza di Dio sul volto della sua sposa anche se segnata qualche volta dagli anni, purificata dalle notti di una certa fatica del cuore per uscirne luminosa nel mondo.
In particolare, di fronte alla liturgia, i giovani manifestano un profondo disagio per la mancanza di un vero contesto comunitario o quanto meno di una comunità orante ove si respiri una autentica comunione ecclesiale. Non sopportano il rubricismo e l´esecuzione meccanica delle azioni liturgiche, svuotate della loro verità, soprattutto della verità dei segni e dei simboli.
La difficoltà di accogliere la tradizione, non dipende dai contenuti ma da chi li veicola e come li comunica. Trovano difficoltà nell´accettare dei riti scollegati dalla loro vita, mancanti di vera creatività, senza ricerca reale di adattamento nel linguaggio.

E´ necessario allora rileggere i temi della partecipazione, del simbolo, della corporeità, della festa, della bellezza, della comunione con il mistero in rapporto con la comunicazione della fede nella vita dei giovani.
L´argomento è vasto; per questo ci limiteremo a confrontarci sul tema della partecipazione attiva e fruttuosa nella liturgia in rapporto ai giovani con un taglio prevalentemente esperienziale.
Come introduzione generale si può rileggere dal
· Dizionario di Pastorale giovanile la voce: Liturgia.
· In PSV 44: R Tagliaferro, Estetica e liturgia.
· In Notiziario del SNPG n. 19 (V) : La liturgia e il linguaggio dei giovani.
SINTESI DEL LAVORO GRUPPO DI STUDIO N° 11

Dalla strada all´altare e viceversa. Indicazioni e prospettive per comunicare il vangelo nella celebrazione della comunità cristiana.

Coordinatore: Padre Alfredo Feretti, Loreto

Le riflessioni del gruppo hanno preso le mosse, in un primo momento, dalla descrizione del mondo giovanile e dall´analisi fatta dai relatori durante il convegno. Anche il rapporto con la liturgia non è avulso dalla situazione umana e religiosa che i giovani vivono. E l´apparente difficoltà di rapporto tra i due poli ne è il segno.
Dall´altra parte, lo scambio di esperienze tra i partecipanti, ha evidenziato un cammino coraggioso e caparbio di ricerca di inculturazione e adattamento nell´ambito liturgico per rispondere sempre meglio e in modo adeguato al principio dell´ hic et nunc della celebrazione liturgica, storia della salvezza in atto per questa comunità celebrante. Comunità giovane che porta in sé le stigmate del proprio tempo e l´instabilità legata alla loro età ma è comunità pur sempre scelta, eletta, convocata e benedetta dalla presenza del Signore Risorto.
Tra i tanti temi che potevano essere affrontati, il nostra confronto ha toccato essenzialmente tre aree: La partecipazione, il simbolo, la bellezza in relazione alla corporeità.

LA PARTECIPAZIONE
Un tema e una sfida sempre presente agli occhi degli operatori di pastorale giovanile con tutte le sue implicazioni antropologiche.
Prima di tutto, la partecipazione non è effetto di una tecnica e di una regia celebrativa. La partecipazione è il frutto del servizio di una comunità cristiana al mistero di Dio che ci avvolge e ci supera da ogni lato e rapisce i "celebranti" come un dono che viene dall´alto e non come prodotto del nostro agitarci.
Questo comporta una cura attenta e paziente della comunità che accoglie e ospita la celebrazione. La qualità dei loro rapporti, la coscienza di essere al servizio di un mistero in atto, la disponibilità ad accogliere l´improvviso e inedito intervento di Dio nella celebrazione: tutto questo permette il crearsi di un clima favorevole e accogliente di coinvolgimento e di interazione tra i presenti, una migliore comprensione della Parola di Dio e una più immediata e fluida circolazione di vita, mistero e celebrazione.
Solo così la "strada" può entrare in contatto col mistero attraverso la celebrazione e viceversa il mistero può toccare e sanare la "strada" attraverso l´actio celebrativa.
Partecipazione domanda ricerca di linguaggi nuovi lontani da banalizzazioni e mode passeggere.
Come la vita dei giovani è intessuta di linguaggi propri, di segni e di codici, così la liturgia. Ma non bisogna fare l´errore di trasferire questo loro mondo, nel mondo della liturgia credendo di "inculturare" il dono di Dio.
E´ quasi scontato dire (anche se ultimamente ha perso di verità) che, dove è possibile, non si deve rinunciare ad una catechesi chiara e puntuale che non ingolfi di nozioni ma liberi capacità e significati.
E´ sempre la via più difficile quella di preparare una celebrazione insieme con i giovani e non solo per i giovani. Per praticità ci si trova spesso a scrivere un testo soli davanti ad un computer. E questo sembra facilitare il compito degli operatori. Questo però rende asettiche e non incarnate le nostre liturgie.