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SINTESI DEL LAVORO GRUPPO DI STUDIO N° 8

Servizio Nazionale per la pastorale giovanile

SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE
VII° Convegno Nazionale, Isola delle Femmine (PA), 21 - 23 febbraio 2002
"Comunicare il Vangelo ai giovani in un mondo che cambia"
GRUPPO DI STUDIO N° 8
TEMA
"Servire i poveri, senza farsi strada con i poveri. Piste operative per comunicare il vangelo ai giovani mediante la carità"
COORDINATORE: don Benedetto Genualdi, Palermo

Approfondimento del significato del tema proposto
Analizzare innanzitutto i termini della formulazione del tema di studio.
Il Gruppo è chiamato a focalizzare alcune proposizioni:
· al centro di tutto c´è l´azione della Chiesa che è chiamata a comunicare il Vangelo,
· i destinatari di questa comunicazione sono i giovani,
· la strategia che garantisce l´efficacia della comunicazione è la carità, cioè il servizio dei poveri,
· bisogna evitare il rischio ( senza) di strumentalizzare i poveri ( farsi strada con loro = utilizzarli), nella consapevolezza che essi sono per noi un dono, sono nostri compagni di strada ( farsi strada con loro = condividere con loro),
· bisogna indicare concretamente la strada da seguire per raggiungere l´obiettivo.
Inserimento della ricerca in un contesto globale di riferimento, che privilegia due vie:
(B. Forte, Dire Cristo ai giovani in un tempo di crisi, Paoline 1998) :
1: La via antropologica o della riscoperta dell´altro per ritrovare il senso perduto
"Il prossimo, con il solo fatto di esistere, è ragione del vivere e del vivere insieme, perché è sfida a uscire da sé, a vivere l´esodo senza ritorno dell´impegno per gli altri, dell´amore...Il volontariato, con tutta la complessità e perfino con l´ambiguità delle sue forme, capaci di ospitare al tempo stesso la gratuità come la gratificazione, il nuovo interesse al prossimo più debole, la crescente coscienza delle esigenze della solidarietà, può profilarsi come modalità di altrettante espressioni di questa ricerca del senso perduto".
2. La via cristologica o della riscoperta di Cristo nella Chiesa della carità
"I cristiani oggi in Italia sono chiamati più che mai a farsi servi per amore, costruendo la via
in comunione, solidali soprattutto con i più deboli e i più poveri dei loro compagni di strada. Se Cristo è al centro della nostra vita e della vita della Chiesa intera, se egli è colui al quale restiamo appesi, avvinti alla sua croce, illuminati dalla sua resurrezione, allora non possiamo chiamarci fuori dalla storia di sofferenze e di lacrime in cui egli è venuto e dove ha conficcato la sua Croce per estendervi la potenza della sua vittoria pasquale".
Bibliografia essenziale
B. Forte, Dire Cristo ai giovani in un tempo di crisi, Paoline 1998
G. Nervo, Parrocchia e carità, EBB 1992 (cfr. cap. 14, Il Vangelo della carità e i giovani )
C.E.I., Evangelizzazione e testimonianza della carità, Paoline, 1990 (Parte Terza)
C.E.I., Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia. Atti del III Convegno ecclesiale,
AVE, Roma 1997
C.E.I., Verifica degli orientamenti pastorali per gli anni ´90. ETC, Paoline, 1998 (Scheda N. 2
Tre vie privilegiate: i giovani, i poveri, l´impegno sociale e politico)
C.E.I., Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, EDB, 2001
Caritas Italiana - Fondazione Cancan, La rete spezzata. Rapporto su emarginazione e disagio
nei contesti familiari, Feltrinelli, 2000
Siti internet che si riferiscono a: Servizio civile - Progetto Poliporo - Volontariato
Indicazioni del metodo di lavoro
1. A partire dalla propria esperienza indicare 2 piste operative per collegare: giovani - vangelo - poveri - carità
2. Comporre in sequenza logica, a mo´ d´ipotesi di itinerario pastorale, le piste operative emergenti


SINTESI DEL LAVORO GRUPPO DI STUDIO N° 8

"Servire i poveri, senza farsi strada con i poveri.
Piste operative per comunicare il vangelo ai giovani mediante la carità"

Coordinatore: don Benedetto Genualdi, Palermo

A. PREMESSA


I 22 partecipanti al Gruppo hanno lavorato nella consapevolezza di rappresentare, seppure parzialmente, un campione significativo per comprendere alcuni punti forza e alcuni nodi problematici riguardo alla situazione in cui si trova la Chiesa che è in Italia, attraverso il vissuto specifico delle proprie Chiese locali di provenienza, in rapporto all´impegno pastorale che parte dall´evangelizzare i giovani mediante la carità fino al comunicare il Vangelo ai giovani attraverso la carità.

Nella prima parte del lavoro, i membri del Gruppo si sono raccontati, lasciandosi guidare da alcune domande:

1. A partire dal nostro vissuto, dentro le nostre Chiese locali, cosa significa servire i poveri, chi si mette a servizio dei poveri, quali povertà sono particolarmente presenti nei nostri territori, con quali progetti diamo risposta ai bisogni dei poveri, quali strumenti pastorali vengono utilizzati?

2. Quale protagonismo sanno esprimere i nostri giovani riguardo alla testimonianza della carità attraverso i diversi servizi: con quale formazione, con quale continuità?

3. Come, pertanto, può essere rappresentata la situazione generale, da cui ripartire per una nuova progettualità?


Nella seconda parte del lavoro di Gruppo, si è tentato di fare discernimento comunitario su:

1. Alcuni obiettivi di fondo verso cui tendere, per realizzare quanto espresso dal magistero dei Vescovi italiani, prima nel decennio di "Evangelizzazione e testimonianza della carità", che indicava nei giovani e nella scelta preferenziale dei poveri due piste prioritarie di impegno pastorale, e adesso con gli Orientamenti pastorali del primo decennio del nuovo Millennio, che chiede un´attenzione particolare ai giovani, perché siano aiutati a "vivere il fine unico della vita cristiana, che è la carità" (CVMC, n.51).

2. Alcune piste operative per costruire un progetto pastorale capace di comunicare il vangelo ai giovani mediante la carità.

B. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE PASTORALE DELLE NOSTRE COMUNITA´


La vita delle nostre Comunità diocesane, in linea generale, si presenta:

· con una varietà di espressioni di carità che esprimono l´attenzione e l´amore ai poveri attraverso la presenza di Congregazioni religiose proprie della tradizione storica di ogni singola Chiesa locale, ma anche attraverso Gruppi Associazioni e Movimenti giovanili che hanno loro specifici percorsi educativi al servizio e alla testimonianza della carità ( A.C., Agesci, Gi.Fra., UNITALSI, GISMA, MAS, Focolari…);

· con una presenza significativa del Volontariato associato e strutturato, ma anche del Volontariato di base e informale, nel quale sono coinvolti prevalentemente i giovani;

· con una ricchezza di servizi a favore di specifiche povertà: minori a rischio, disabili, audiolesi, extracomunitari, vittime della tratta, tossicodipendenti, malati di AIDS, malati psichiatrici, famiglie multiproblematiche, anziani soli, giovani che vivono nel disagio un tempo di disorientamento,…


A livello di pastorale unitaria e organica, soprattutto tra i Centri di Pastorale giovanile e le Caritas diocesane, si evidenzia:

· qualche situazione felice di condivisione pastorale già avviata e sperimentata, soprattutto sul versante del servizio civile maschile e femminile ( anche con l´AVS ) e con la formazione degli animatori di Comunità per la promozione della cultura d´impresa per il mondo giovanile senza lavoro e per i rapporti di reciprocità fra regioni del Sud e regioni del Nord ( Progetto Policoro);

· alcune situazioni diocesane che intendono avviare una più vasta intesa pastorale, anche in considerazione di risultati positivi ottenuti a seguito di alcune emergenze territoriali che hanno visto coinvolti anche i giovani più lontani, che hanno dimostrato di saper dare risposte generose;

· alcune situazioni piuttosto stagnanti che registrano fondamentalmente una estraneità pastorale tra il Centro di pastorale giovanile e la Caritas.


Vengono condivise, oltre ad alcune situazioni carenti e lacunose, precise intese e consapevolezze, nella direzione di:

· sviluppare percorsi educativi capaci di vivere il servizio nella logica della gratuità;

· offrire spazi e tempi per la formazione, e in specie per la formazione dei formatori;

· rendere i giovani protagonisti nel costruire progetti di servizio a favore dei poveri;

· evitare di usare i poveri a vantaggio dei giovani e di utilizzare i giovani per i poveri;

· superare il rischio della frammentazione e della discontinuità del servizio;

· favorire una spiritualità della carità, che sa riconoscere e amare Cristo nel povero;

· educare a offrire il proprio tempo libero per il servizio, senza paura di perderlo;

· formare a uno stile di vita che attesta il superamento della fase esperienziale;

· spingere a fare il passaggio di impegno dall´emergenza alla quotidianità;

· accompagnare i giovani attraverso il confronto con i testimoni della carità;

· allargare gli orizzonti della carità con una solidarietà globalizzata;


C. INDIVIDUAZIONE DI ALCUNI OBIETTIVI


A partire dalla luce della Parola e nella contemplazione del volto di Cristo che fissa e ama il giovane ricco e che si fa samaritano prendendosi a carico le nostre povertà, vengono messi a fuoco alcuni obiettivi che le nostre Comunità diocesane sono invitate a considerare seriamente. Verso questi obiettivi conviene orientare un preciso percorso pastorale che esprima la sinergica azione pastorale di tutti.

Dalla contemplazione di queste icone bibliche, si possono enucleare alcuni obiettivi prioritari, da interpretare in chiave cristologica ed ecclesiologica:

1. Favorire la dimensione della carità di Cristo nella vita dei giovani attraverso alcuni processi:

· portare il giovane a lasciarsi guardare e amare da Cristo, fino a ricercare "il di più" che è necessario per servire i poveri senza servirsi di essi: non cercare una propria gratificazione nel servizio dei poveri, ma fare un cammino di identificazione a Cristo, facendosi poveri nello spirito ( spiritualità dell´essenzialità, della gratuità, della strada, dell´accoglienza, della condivisione, della compagnia, del servizio…);

· formare persone adulte nella testimonianza della carità, che sanno non solo versare l´olio e il vino del primo intervento, ma sanno farsi carico del fratello, in un processo di restituzione della dignità ai poveri, in un impegno di liberazione dalle cause della povertà, accompagnando il loro cammino in un rapporto di vera compassione fino al dono della propria vita.

2. Rendere tutta la Chiesa, e quindi ogni Comunità, soprattutto ogni Parrocchia, Icona del Cristo Servo, in modo tale da evidenziare l´identità della Chiesa che esiste non per farsi servire, ma per essere Serva. In questa direzione:

· ogni tentativo di fare pastorale giovanile, senza rendere la Comunità tutta soggetto dell´azione educativa, formativa e di testimonianza, è destinato a fallire;

· è urgente che questa coscienza sia condivisa da tutta la Comunità: Vescovo, Presbiteri, Religiosi, Laici, Organismi pastorali e Aggregazioni varie.


D. OFFERTA DI PISTE OPERATIVE


A partire dalla situazione emergente descritta, al fine di raggiungere gli obiettivi generali indicati, nella consapevolezza che in altre sedi vanno fatti gli opportuni approfondimenti e adattamenti, per consentire allo Spirito di sprigionare nuova fantasia di carità nelle nostre Comunità, vengono offerte le seguenti piste operative:

1. Scelta della Carità come cuore della vita del cristiano e della Chiesa, e come sintesi e nucleo centrale del Vangelo.

2. Scelta della Comunità come soggetto che testimonia la Carità. I giovani sono dentro la Comunità.

3. Scelta di una pastorale organica, realizzando una concreta osmosi tra catechesi, liturgia e carità. Individuare itinerari a mosaico.

4. Scelta di una pastorale unitaria, che esprima comunione e condivisione pastorale, in particolar modo, tra Centro di pastorale giovanile e Caritas.

5. Scelta educativa e formativa con percorsi che favoriscano, oltre alla spiritualità della carità, una metodologia idonea con offerta di strumentazione, sussidiazione e tempi di verifica.

6. Scelta progettuale globale e specifica. Elaborare progetti particolari a partire da una mappatura dei bisogni del territorio, esprimendo attenzione anche alle situazioni contingenti.

7. Scelta culturale e politica, che sa accogliere la presenza dei giovani come testimoni della carità, dando loro fiducia e valorizzando la loro creatività e competenza a servizio di nuovi modi di essere e di vivere la fede dentro la Chiesa, nel territorio e nelle istituzioni.

8. Scelta del discernimento e dell´accompagnamento dei giovani per una profonda trasformazione della loro vita, in modo tale da consentire scelte vocazionali mature.


E. CONCLUSIONE

Il lavoro di questo Gruppo va integrato, chiarito e perfezionato con il lavoro fatto dagli atri Gruppi, sviluppando orizzonti sempre più chiari e precisando percorsi facilmente percorribili.
Siamo certi che l´azione dello Spirito saprà fecondare questi piccoli semi.
Venendo al Convegno, abbiamo accettato di raccogliere il seme che è stato gettato con fatica, ma tornando a casa siamo sicuri che raccoglieremo con gioia.
Se camminiamo guidati da Lui, nella speranza sperimenteremo che "camminando s´apre cammino".