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Profezia e servizio


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 6/01


di Mario PiniLa Giornata mondiale delle Migrazioni mi offre questŽanno lŽoccasione per una riflessione prolungata sulla mia "appartenenza" al mondo dei viaggianti del Luna Park, ma con parecchi riferimenti ai Circensi.Don Dino Torreggiani, lŽApostolo della Gente del viaggio, fin dai primi anni del suo sacerdozio aveva sentito il profondo richiamo dei Parchi di divertimento e dei Circhi, e aveva cominciato a visitare le carovane dei cosiddetti giostrai o saltimbanchi cui si univano immancabilmente anche le povere famiglie di Sinti che vivevano elemosinando nelle fiere.Don Dino era lŽuomo delle mille idee e delle cento opere. Ancora giovanissimo sacerdote aveva già allŽattivo audaci iniziative incentrate soprattutto nella sua città di Reggio Emilia. Aveva avuto a disposizione dal Vescovo Eduardo Brettoni un grosso isolato che sorgeva attorno alla piccola chiesa di S. Rocco ed egli ne fece il centro delle sue attività apostoliche.Non gli mancavano certo ottimi collaboratori tra i sacerdoti e i laici. La Provvidenza poi faceva il resto, sempre stimolata allŽaiuto dalla sua grande fede...E così sono sorti il Collegio S. Giuseppe per ragazzi poveri che si preparavano alla vita sacerdotale, lŽOratorio cittadino interparrocchiale, il circolo di ritrovo per i giovani militari, la mensa del povero, lŽaccoglienza di barboni, e svariate altre forme di assistenza per gli sposi, gli studenti, i ragazzi del catechismo...Gli mancava ancora il fiore allŽocchiello: lasciato S. Rocco e divenuto parroco di S. Teresa in città, verso gli ultimi anni di guerra cominciò a pensare seriamente a costituire unŽopera di laici e di sacerdoti, consacrati con i tre voti di povertà, castità e obbedienza, che condividessero i suoi ideali di portare Cristo nei Circhi e nei Luna Park delle periferie delle grandi città, nelle Carceri, nei Penitenziari e nei luoghi di emarginazione.Poco a poco è riuscito a creare la famiglia dellŽIstituto Secolare dei Servi della Chiesa che è stata ben presto riconosciuta da Pio XII: era il 19 marzo 1948, festa di S. Giuseppe.Da allora Don Dino diventa un "avventuriero della Carità" senza confini come lo ha definito Mons. Gilberto Baroni, vescovo di Reggio Emilia, presentando al Papa Giovanni Paolo II la sua figura e la sua opera dopo la sua morte.Appena don Dino fu sollevato dalla Parrocchia per volontà del Vescovo che lo incoraggiava nelle sue "fondazioni", cominciò a girare lŽItalia e a visitare Luna Park, Circhi e Campi di Nomadi e a cercare il modo di dare stabilità anche a questo servizio pastorale. Aveva trovato nelle Donne di Azione Cattolica un valido sostegno e molti Parroci e Religiosi lo accoglievano e lo aiutavano nel suo apostolato itinerante.Ben presto portò questo fervore anche tra i suoi Figli, nella sua Famiglia spirituale dei Servi della Chiesa e a Guastalla e a Reggio dove sorgevano le prime due Comunità.Grande fu la sua gioia quando nel 1959 ottenne dalla Sacra Congregazione Concistoriale il riconoscimento dellŽOASNI (Opera Assistenza spirituale ai nomadi in Italia) da lui fondata e di cui fu nominato Direttore Nazionale a vita. Da allora non si fermò più sino alla morte, divenendo davvero il Padre spirituale di tutta la gente del viaggio ancora oggi tanto ricordato ed amato.Avevo una quindicina dŽanni quando don Dino cominciò a coinvolgermi direttamente nellŽapostolato tra i viaggianti. Talvolta lo accompagnavo nella visita alle carovane e mi stupivo che in esse ci fossero segni evidenti, come quadri e statuette, di una religiosità vera e vissuta.La cordialità, la decorosa povertà, lŽaccoglienza con lŽimmancabile tazzina di caffè, i molti biglietti delle giostre che mi regalavano, fecero cadere tutti i miei pregiudizi iniziali.Ben presto sorsero amicizie profonde e durature e spesso ebbi dallo stesso Fondatore lŽincarico di fiducia di organizzare la S. Messa festiva nei Luna Park di Reggio e di Cremona e nei Circhi di passaggio.Ricordo un servizio fatto a Reggio nella Pasqua del Ž55. Mi aveva incaricato di andare a bussare a tutte le finestrelle delle Carovane che allora erano collocate a fianco dei giardini pubblici e sul lato opposto delle giostre. Li invitavo a partecipare alla S. Messa nel parco. Inaspettatamente appare nel più bello un gruppetto di operatori della TV che volevano fare un documentario sulla assistenza religiosa dei fieranti in Italia. Mi ripresero nel mio umile servizio, poi intervistarono Don Dino. Qualche sera più tardi, finito il telegiornale, nella rubrica di informazione che credo si intitolasse "TAMARA" ci siamo visti e sentiti da due località diverse. Quando don Dino mi vide in TV presso la carovana di Alfredo Domenicali mi disse: "Lo vedi dove ti ho portato?". Non ci volle altro per convincermi di essere diventato un divo del piccolo schermo!Da allora il mio lavoro tra i circensi e i lunaparchisti è divenuto abituale e via via si sono aggiunte le visite anche alle fiere di Scandiano (RE) e di Guastalla (RE) per preparare i ragazzi e gli adulti ai Sacramenti.Vi sono comunque due fatti che mi hanno molto avvicinato a queste categorie dello Spettacolo Viaggiante: la fondazione della Casa di Riposo di Scandicci-FI per gli anziani del Circo e del Luna Park sul finire del 1951 e del Collegio "Villa Maria", per i ragazzi dello stesso settore, del Ž54 a Treviso. Nelle vacanze estive per tanti anni quei luoghi mi sono diventati familiari e sin dai primi mesi dellŽattività pastorale mi hanno permesso di donare loro tanta amicizia ed anche una fattiva collaborazione.Quando sono diventato prete a Reggio Emilia, il 5 luglio successivo, domenica, festa Patronale di S. Antonio Maria Zaccaria, ho cantato la mia prima Messa solenne in Cattedrale a Cremona, la mia Parrocchia, alle ore 17. Don Dino era presente, mi ha fatto da Padrino dŽaltare ed ha tenuto il discorso augurale al Vangelo: ai convenuti che gremivano il Duomo egli ha raccontato che la stessa mattina io avevo celebrato la mia prima messa al Luna Park, nel padiglione della "Donna Serpente" gestito dai signori Molin e fece un discorso profetico in cui vedeva nel mio futuro e nel profondo del mio cuore un angolino sempre pronto ad accogliere i viaggianti dei Circhi e dei Luna Park. Nella mia vita in realtà è sempre stato così: ad Alcamo (Trapani) ho organizzato la prima messa in assoluto nel Parco fiera sullŽautopista dei Vanfiori nel 1958, celebrata dallŽArciprete Mons. Regina, tuttora vivente e attivo.Durante la mia permanenza in Spagna venivo chiamato dai circensi italiani in sosta per il loro spettacolo nelle città vicine a Paredes de Nava-Palencia, dove sono stato vice-parroco per nove anni.Al mio ritorno in Italia ho ripreso le vecchie amicizie: a Scandicci-FI come Direttore della Casa di Riposo per gli anziani del Circo e del Luna Park, successivamente come Assistente Diocesano della pastorale del settore della Diocesi di Firenze e a tuttŽoggi di Reggio Emilia.Nel 1993 ho aderito come Socio fondatore dellŽAssociazione per lŽAssistenza allo Spettacolo Viaggiante e Circhi Equestri (A.A.S.V.C.E.).La profezia di Don Dino continua a stupirmi e più ancora mi stupisce la Provvidenza che Lui stesso ci ha insegnato ad amare e a ringraziare ancora prima di ricevere il suo aiuto, nella certezza che infallibilmente arriverà...Ora come parroco a Reggio Emilia continuo la mia presenza pastorale nei Luna Park e Circhi di passaggio specialmente nella Settimana Santa. A loro porto la benedizione e lŽulivo benedetto. Tanti ragazzini di allora ora sono padri e madri di famiglia e al mio ingresso in carovana mi presentano con orgoglio i loro bambini per la aspersione con lŽacqua santa, mentre le nonne, le loro mammine di un tempo, preparano un buon caffè e i gettoni per i miei ragazzi dellŽoratorio.