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Sussidio liturgico per la S. Messa del 18.XI.2001


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/01


-GIORNATA NAZIONALE DELLE MIGRAZIONI"DOV´E TUO FRATELLO?" (Gn 4,9)18 novembre 2001 - XXXIII domenica del tempo ordinario"Ecco, infatti sta per venire il giorno rovente …". Così inizia la prima lettura di questa XXXIII domenica del tempo ordinario che la Chiesa Italiana ha indicato come Giornata per le Migrazioni.La nostra storia sta per finire e comincerà un tempo nuovo. Anche la storia della settimana passata è terminata e ci ha portato a questa Eucarestia per iniziare una settimana nuova. Ognuno in questo tempo trascorso ha fatto un suo cammino di uomo, di donna, di ragazzo… lavoro, famiglia, scuola, divertimenti, responsabilità. Tante storie, tanti cammini si sono intrecciati tra di loro, intersecati, uniti, divisi: ognuno con una prospettiva diversa, un sogno diverso … e all´inizio di questo tempo nuovo il Signore ci chiede: "Dov´è tuo fratello?" (Gn 4,9).PRIMA LETTURA (Ml 3,19-20a):"Malachia" significa semplicemente "il mio messaggero": potrebbe non essere un nome proprio ed il profeta, autore dell´ultimo libro profetico, resta un personaggio anonimo e rimane pure incerto il periodo in cui datare questo scritto.Lo scritto di Malachia è dunque di ogni tempo, e in ogni tempo il Messaggero di Dio annuncia all´uomo che sta per giungere il "Giorno" in cui il Signore Dio rivelerà la verità sull´uomo. La giustizia dell´uomo brucerà come paglia, ma per coloro che si sono affidati a Dio sorgerà il sole di giustizia.La domanda che il Padre celeste fa a Caino "Dov´è Abele, tuo fratello?" risuonerà fino alle nostre orecchie e come fuoco metterà a prova la nostra giustizia, entrerà nel nostro cuore e metterà a nudo l´amore che siamo stati capaci di accogliere e di offrire, e darà forza ai nostri piedi per coprire la distanza che abbiamo lasciato tra noi e coloro a cui dovevamo farci prossimo.SALMO RESPONSORIALE (Sal 97,5-6,7-8,9): Il salmista parla a nome del vero credente: per lui la venuta del Signore non ha niente di terrificante, anzi sarà una festa in cui si darà voce ad ogni sorta di strumento musicale, ad ogni sorta di ritmo e di melodia. Sarà una danza a cui parteciperanno tutti gli abitanti della terra senza distinzioni, sarà una festa così coinvolgente che il mare, i fiumi e le montagne si uniranno al fragore degli uomini.SECONDA LETTURA (2 Ts 3,7-12): Paolo interviene nei confronti di certi credenti che, ritenendo prossima la fine dei tempi, "vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione" (3,11-12). Non vi è posto per i parassiti che vivono a spese degli altri e seminano ovunque la discordia. Lavorare vuol dire conquistare la propria libertà, significa produrre qualcosa da offrire e da condividere così che il mondo sia abitabile e la vita possibile. Il lavoro mette in comunione gli uomini tra di loro, rende l´uno responsabile dell´altro.La domanda che il Padre celeste fa a Caino "Dov´è Abele, tuo fratello?" prende qui tonalità diverse: cosa ne è di quel tuo fratello sul cui lavoro hai tratto il tuo benessere, che ti ha permesso una vita facile e comoda; che hai pagato male e poco perché straniero, al quale non hai offerto sicurezza e libertà? Ma anche: cosa ne è di quel tuo fratello al quale non hai permesso che lavorasse con te o presso di te, che hai rimandato nella sua terra di fame, di lotte e di disperazione perché avevi paura che limitasse il tuo lavoro, che ti togliesse il pane di bocca? E ancora: cosa ne è di quel tuo fratello che hai mantenuto nella marginalità e nella clandestinità, al quale non hai dato lavoro e dignità ma hai offerto un letto a caro prezzo, al quale hai dato illusioni di facile guadagno ed offerto droga da spacciare o al quale hai offerto facile ricettazione ed avviato sulla via della delinquenza? Cosa ne è di quel tuo fratello facile sfogo della tua sessualità repressa e che hai avviato sulla via della prostituzione?VANGELO (Lc 21,5-19):Luca inizia il suo vangelo nel tempio e nel tempio conclude il suo racconto. La rovina del tempio di Gerusalemme sarà il segno che il tempo è compiuto e che inizia un tempo nuovo. Quando gli chiedono una data precisa Gesù risponde con una parola di saggezza valida in tutte le epoche e in tutti i momenti in cui emerge il travaglio degli uomini: "Guardate di non lasciarvi ingannare" (21,8). Non seguite i falsi profeti o i falsi messia che annunciano una qualche resa dei conti o una qualche salvezza o chissà quale giustizia."Non vi terrorizzate" (21,9). Guerre, rivoluzioni, terrorismo fanno parte della storia dell´uomo e del suo peccato; terremoti, carestie, epidemie non significano la fine del genere umano. "Io vi darò lingua e sapienza" (21,15). Ed ecco il Vangelo: una Parola senza inganno, Parola di salvezza e di giustizia, Parola di speranza illimitata.PREGHIERA DEI FEDELICelebrante: Signore, a volte ascoltiamo con spavento le notizie del mondo che cambia, siamo abbagliati e confusi dalle tragedie che ci affliggono e perdiamo di vista la verità, ci chiudiamo in noi stessi e non ci accorgiamo del fratello che ci è vicino. Ma tu ci chiedi di farci carico delle sue pene e di metterci al suo servizio.Per questo noi ti preghiamo:Lettore: Aumenta in noi pazienza e speranza.- Per le comunità cristiane, sentinelle della speranza; per tutti coloro che sono capaci di concretezza nell´amore e nel perdono; Signore, fonte di giustizia, noi ti preghiamo: Aumenta in noi pazienza e speranza. - Per coloro che si fanno accompagnatori degli sradicati, degli itineranti, per coloro che condividono la provvisorietà, per coloro che aiutano gli emarginati a sostenere la propria dignità; Signore, meravigliati dal tuo amore, noi ti preghiamo: Aumenta in noi pazienza e speranza.- Per coloro che sono vittime delle illusioni e degli abbagli, per coloro che sono succubi di chi grida più forte, di chi col perbenismo nasconde menzogna; Signore, tu sei la verità, noi ti preghiamo: Aumenta in noi pazienza e speranza.- Per i nostri giovani perché imparino a farsi carico degli altri; per i giovani migranti ed itineranti perché scoprano la forza del Vangelo; per i giovani stranieri perché trovino comunità cristiane testimoni d´amore; Signore, sorgente di bontà, noi ti preghiamo: Aumenta in noi pazienza e speranza.- (altre intenzioni).Celebrante: Signore aumenta in noi pazienza e speranza; la tua sapienza illumini il nostro cammino, la tua parola scoraggi ogni inutile sosta, la tua mano ci accompagni; donaci la certezza che ogni uomo è per noi fratello e solo nella comunione con tutti è il tuo regno di salvezza. Per Cristo nostro Signore.SPUNTI DI RIFLESSIONE PER L´OMELIA* La Giornata delle Migrazioni offre alla nostra riflessione un tema che ci interpella fin nel profondo: "Dov´è tuo fratello?" (Gn 4,9) e, dal momento che nessuno può porsi davanti a Dio in maniera autentica senza sentire la responsabilità del fratello, ci viene offerta l´occasione di guardare con maggiore attenzione alcuni aspetti della realtà umana a volte misconosciuti o travisati dall´opinione pubblica: gli italiani emigrati in ogni parte del mondo, gli stranieri immigrati in Italia, la gente del Circo e Luna Park, i naviganti e aeroportuali e il popolo zingaro. Questi settori della mobilità umana hanno in comune, anche se vissuti in modo diverso, lo sradicamento, la provvisorietà, l´emarginazione, aspetti fortemente richiamati in tutte le pagine del Vangelo.* Lo sradicamento e la provvisorietà sono assai evidenti in tutta la realtà migratoria. Come in passato per i nostri connazionali, così oggi per molti "extracomunitari" che vengono da noi, migrare significa lasciare la propria realtà familiare, affettiva, culturale alla ricerca di un miglioramento del proprio stato di vita. I marittimi vivono lo sradicamento della propria realtà e la lontananza da casa per lunghi periodi. Ancora più evidente è la provvisorietà del mondo del Circo e dei Luna Park e del popolo zingaro che, per il proprio lavoro o per cultura vivono in strutture mobili e girano nelle città e nei paesi senza sosta, senza una "radice" piantata in nessun luogo. Nella Scrittura non c´è nessuna esperienza di fede che non chieda uno "sradicamento" dalla propria realtà ad iniziare da Abramo (Gen 12) fino al "Figlio dell´uomo che non ha dove posare il capo" (Lc 9,58).* L´emarginazione è l´esperienza tipica di chi vive lo sradicamento e l´impossibilità di una omologazione con il mondo circostante. Diventa pure strumento necessario ad una società opulenta per nascondere la propria realtà e scaricare responsabilità.Il peccato dell´uomo non è mai dove si manifesta ma ha le radici in quel peccato originale che ci trova coinvolti e responsabili. Ogni manifestazione evidente di peccato è sempre un invito alla personale conversione (Lc 13,1-5) ed al necessario impegno a ristabilire la giustizia tra gli uomini.* Le letture di questa domenica ci richiamano questi temi:- la venuta del giorno del Signore "rovente come un forno" metterà in evidenza il peccato nascosto tra gli uomini e "tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia" che prenderà fuoco (prima lettura). Ecco allora la necessità di togliere quella paglia che sta sotto il nostro mondo di gente perbene. Non possiamo scandalizzarci di fronte al peccato nella sua evidenza e condannare chi è colto in fallo, ma andare a ricercare le origini nascoste, le fonti inquinanti che albergano nel cuore di ciascuno, che si alimentano con la nostra connivenza e il nostro silenzio;- "Mangiare il proprio pane lavorando in pace" (seconda lettura) dovrebbe essere obiettivo raggiungibile per ogni uomo. Ne va della sua stessa dignità e libertà.Offrire a ciascuno questa opportunità è dovere di ogni credente che si deve ribellare quando il lavoro diventa sfruttamento dell´uomo sull´uomo, quando il lavoro viene impedito o reso inutile perché non porta quanto è necessario a vivere, quando il lavoro viene concentrato e limitato solo per aumentarne il reddito;- non possiamo perderci dietro l´illusione della bellezza del nostro tempo, o dell´agiatezza della nostra vita di oggi perché "di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra…" (Vangelo); non possiamo lasciarci trarre in inganno né dai profeti del benessere né da quelli di sventura. A noi cristiani è chiesto di "perseverare".Illuminati dalla "sapienza" del vangelo, forti del "nome" del Signore, dobbiamo avere la "pazienza" di farci carico delle contraddizioni del mondo e quando ci verrà chiesto "Dov´è tuo fratello?" potremo mostrarlo "guadagnato" al nostro fianco. "Con la vostra perseveranza (=pazienza) salverete (=guadagnerete) le vostre anime".