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Sempre pił attuale la pastorale migratoria

Fondazione Migrantes

-SEMPRE PIŁ ATTUALE LA PASTORALE MIGRATORIA

di Luigi Petris

Evangelizzare: compito nativo della Chiesa
Per realizzare con efficacia e con fedeltà il compito fondamentale affidatole dal Signore Gesù di comunicare il Vangelo a tutte le creature, la Chiesa deve tenere presente "due attenzioni tra loro complementari anche se a prima vista contrapposte" (CVMC, nr. 34-35): proporre la Parola del Vangelo nella sua originale interezza anche qualora fosse dura ed impopolare e mettersi in ascolto della gente del nostro tempo e "della cultura del nostro mondo" (ibid CVMC). La Giornata Nazionale delle Migrazioni offre l´opportunità di fare alcune riflessioni sul secondo aspetto che del resto è messo ben in evidenza negli Orientamenti pastorali dell´episcopato italiano per il primo decennio del 2000 sin dal suo titolo "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia".

Il fenomeno dirompente delle migrazioni moderne
A giudizio di molti, due sono e saranno i "fenomeni" che nel prossimo futuro determineranno o comunque avranno una grande influenza sul modo di pensare e di vivere degli uomini: i mezzi di comunicazione di massa in frenetica evoluzione ed i movimenti di persone da un paese all´altro. Se è vero che il fenomeno migratorio è vecchio quanto l´umanità, è pure certo che mai esso aveva conosciuto l´intensità e la problematicità di questi anni. Anche il nostro paese che aveva subito nel secolo passato l´esodo di decine di milioni di suoi cittadini, ora è costretto a confrontarsi con problemi, come l´accoglienza degli immigrati, di fronte ai quali si dimostra impreparato. Le stesse comunità di credenti sono messe di fronte a scelte di comportamento che svelano il loro radicamento cristiano o il loro superficiale tradizionalismo religioso che non incide sulla vita.

Il Papa: una priorità pastorale
Sull´importanza con la quale il fenomeno migratorio deve essere affrontato anche nella Chiesa vale la pena ricordare almeno due significative affermazioni fatte dal Papa:
1° Egli asserisce che l´attuale fenomeno migratorio "pone urgenti sfide alla comunità cristiana, che fa dell´attenzione verso i migranti ed i rifugiati una delle sue priorità pastorali" (Messaggio per la GNM 1998). La Giornata Nazionale delle Migrazioni costituisce un´occasione opportuna per riflettere su questo pressante invito e studiare su come meglio operare in modo efficace in questo importante e delicato ambito pastorale. E la prima domanda da porre è questa: quante Chiese locali e comunità cristiane hanno posto la pastorale verso i migranti tra una delle loro priorità di impegno?
2° "Per la comunità parrocchiale non è, questa, una facoltativa attività di supplenza, ma un dovere inerente al suo compito istituzionale" (Messaggio per la GNM 1999). Per il cristiano l´accoglienza e la solidarietà non sono soltanto un dovere umano di ospitalità ma un´esigenza profonda della sua fede. In altre parole dove il senso di parrocchia è vissuto con coerenza vengono meno le differenze tra i nativi e gli stranieri, poiché prevale la consapevolezza della comune appartenenza a Dio, unico Padre.
La Chiesa, esperta in umanità e testimone di un Dio Padre di tutti gli uomini, deve rendere credibile ed attraente questa fede vivendo innanzitutto al suo interno e nella quotidianità della vita una fratellanza che bandisca ogni discriminazione che umilia la dignità della persona umana, diventando così luce che illumina le coscienze di tutti gli uomini.

CEI: Cristo il primo migrante da accogliere
La Chiesa in Italia, nel secondo capitolo degli Orientamenti pastorali per il primo decennio del 2000 "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia", mette per ben cinque volte la comunità cristiana di fronte ai migranti ed alle migrazioni. Già nel primo capitolo essa invita a tenere lo sguardo fisso su Gesù, l´inviato del Padre (nr. 11), che nella sua vita ha tutte le caratteristiche dell´uomo migrante.

La missione è venuta a noi
Ma è quando si parla dei "terreni di frontiera" dell´impegno pastorale che i Vescovi d´Italia sottolineano l´attualità e la decisiva importanza del come viene letto ed affrontato questo fenomeno (nr. 58):
"Occorre inoltre tener presente che ormai la nostra società si configura sempre più come multietnica e multireligiosa. Dobbiamo affrontare un capitolo sostanzialmente inedito del compito missionario: quello dell´evangelizzazione di persone condotte tra noi dalle migrazioni in atto. Ci è chiesto in un certo senso di compiere la missione ad gentes qui nelle nostre terre. Se pur con molto rispetto ed attenzione per le loro tradizioni e culture, dobbiamo essere capaci di testimoniare il Vangelo anche a loro e, se piace al Signore ed essi lo desiderano, annunciare loro la Parola di Dio, in modo che li raggiunga la benedizione di Dio promessa da Abramo per tutte le genti" (Gn 12,3).

Nuovi ministeri di tipo missionario
Due osservazioni su questa sollecitazione pastorale dei Vescovi italiani a tutte le Chiese locali:
a) La missione è venuta a noi, non "scandalizziamo" chi non ha la nostra fede. Questa constatazione esige da ogni comunità cristiana non dichiarazioni di principio, quanto piuttosto risposte concrete di vita che si esprimono nell´accoglienza fatta di stima e di solidarietà, consapevoli che solo così sarà possibile rendere credibile l´annuncio del Vangelo di Gesù.
b) A tal fine, tra le varie esigenze della missione e della "conversione pastorale" richieste in questo tempo di secolarizzazione nel quale la nostra società diventa multietnica e multiculturale (vedi in CVMC Appendice: indicazioni per una "agenda pastorale" del prossimo decennio), è da ritenersi particolarmente importante quella in cui si invita a "riflettere sulle creazioni e valorizzazione di nuovi ministeri laicali di tipo missionario: visitatori delle famiglie, moderatori di gruppi di ascolto, responsabili di incontri con gli adulti, ecc.
Tutto questo avrà un particolare valore se rivolto al mondo della mobilità umana. C´è solo da pregare che lo Spirito renda attente le comunità cristiane a questo segno dei tempi - le migrazioni - e susciti specialmente tra i laici, come ha sempre fatto nella storia millenaria della Chiesa, quei carismi che sono in grado di vivificare queste genti di cultura e fede diversa, sì che possano riconoscere la bellezza e la grandezza della fede nel Signore Gesù cui tutti gli uomini sono chiamati.