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In dialogo con i musulmani


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/01


IN DIALOGO CON I MUSULMANISUPERANDO LE RESISTENZE, LASCIANDOCI GUIDARE DALLO SPIRITOdi Giampiero AlbertiDialogo è parola del nostro tempo e atteggiamento che lo caratterizza. Si cerca sempre più il dialogo con tutti e in tutti gli ambiti, dalla pubblicità allo spettacolo, alla politica, e tra le religioni. Forse se ne è capita lŽimportanza, o forse vi si è un poŽ costretti dalle circostanze di un villaggio globale e di una società sempre più multietnica.Il dialogo è dŽobbligo al fine di testimoniare lŽAmore che abbiamo conosciuto e che ci chiede di amare.Richiamano al dialogo i documenti del Concilio Vaticano II quali le Costituzioni Gaudium et Spes e Lumen Gentium e la dichiarazione Nostra Aetate così come lŽEnciclica di Paolo VI Ecclesiam Suam e i gesti a volte clamorosi degli ultimi Pontefici."...Essa (la Chiesa) perciò esorta i suoi figli affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e la collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi" (LG 2 c,d,e).E riguardo ai musulmani:"La Chiesa guarda anche con stima i musulmani, che adorano lŽunico Dio vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. (…) Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano come profeta; essi onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione (…) Se nel corso dei secoli non pochi dissensi e inimicizie sono sorti tra cristiani e musulmani, il Sacrosanto Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e ad esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a promuovere e a difendere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà" (3 a,b).I testi dellŽAntico Testamento che riguardano i falsi dei dello straniero sono duri ma quando si tratta della persona dello straniero, per lŽetnia, ma anche per il sacro che è in lui, esso riceve un posto privilegiato in seno al popolo di Abramo: "Quando nel tuo podere starai a mietere la tua messe e avrai dimenticato un manipolo nel campo, non tornare indietro a prenderlo, ma lascialo per il forestiero, per lŽorfano e per la vedova, affinché il Signore Iddio tuo, ti benedica in ogni opera delle tue mani…" (Dt 24,19-22).Gesù ricorda questo episodio: "Vi erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo rimase chiuso per tre anni e sei mesi (…) eppure Elia non fu inviato a nessuna di loro, salvo ad una povera vedova di Sarepta nel territorio di Sidone" (Lc 4,25-26).Significativo lŽincontro di Gesù con la Samaritana in cui la donna è sorpresa nel vedere il Rabbì rivolgersi a lei e i discepoli lo sono ancora di più. Gesù ne approfitta per esprimere la sua convinzione: si può raggiungere Dio al di là del monte Garizim o del Tempio di Gerusalemme. Non cŽè altro nome che quello di Cristo nel quale possiamo essere salvati, ma se sappiamo che la mediazione di Cristo è necessaria, sappiamo anche che le dimensioni della Chiesa sono molto più vaste di quanto possiamo immaginare. Gli adoratori in spirito e verità si trovano anche nelle altre religioni. Così a Cafarnao, crocevia dei pagani sulla quale si è proiettata una grande luce, Gesù approfitta dellŽamicizia che si è stabilita tra i Giudei e il centurione romano che ha fatto il primo passo verso di loro, ha costruito per loro una sinagoga, e non esita a sottolineare "che molti verranno dallŽoriente e dallŽoccidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco, Giacobbe nel regno dei cieli" (Mt 8,11).La realtà islamica odierna pone oggi particolari riflessioni soprattutto in Italia. A differenza degli altri stati europei, i musulmani presenti in Italia sono eterogenei (mediorientali, magrebini, filippini, pakistani, senegalesi, ecc.). LŽimmigrazione musulmana è recente, inizia solo negli anni Ž70, la presenza si può definire ancora esigua, mezzo milione di persone con regolare permesso di soggiorno che frequentano un centinaio di grossi centri islamici.LŽislam è conosciuto dagli italiani se non in modo superficiale e lŽimpegno di diffusione dellŽislam è stato curato da convertiti dal cristianesimo, quindi viene proposto un islam che ha preoccupazioni apologetiche più che di conoscenza profonda della fede e della religione. Trattando di questa religione, è meglio parlare di "musulmani" piuttosto che di "islam", perché pur nellŽunità della fede, le tradizioni diversificano i modi di risposta dei credenti verso Allah, che si presentano in gruppi di tendenze diverse (i musulmani di Roma hanno sensibilità diverse da quelli di Milano, e nella stessa città di Milano si trovano gruppi diversi).I musulmani oggi, nella realtà europea, si trovano in una situazione particolare, hanno il problema di conservare la propria identità e nello stesso tempo di integrarsi con le nuove culture. Dopo quattordici secoli di incomprensioni, lotte, frammiste a momenti di convivenza pacifica e scambi culturali, nella certezza dellŽunica origine in Abramo e con la benedizione di Dio ad Agar ed Ismaele, oggi viviamo una situazione che interpella gli stessi musulmani su tanti valori. è quindi un momento da cogliere per affrontare il problema del dialogo interreligioso.I punti fermi per un dialogo sincero e proficuo si possono così delineare:- la reciproca conoscenza, che permetta di superare i reciproci pregiudizi e di scoprire i valori comuni.- Il rispetto nellŽannuncio di ciò che ciascuno ha di più caro, come il Corano, Parola di Dio per i Musulmani; Gesù Cristo Figlio di Dio per noi Cristiani (il rispetto delle diversità, non obbliga a credere alle verità dellŽaltro, ma è un invito a ricercare insieme).- Promuovere azioni comuni in campo sociale ed etico per quei valori che sono condivisi;- Testimoniare la propria fede e volontà di dialogo nei fatti concreti della vita.Come intendono il dialogo i musulmani? è difficile dirlo. Il mondo musulmano, come si sa, è molto variegato e anche in Italia sono presenti tradizioni diverse. Generalmente la realtà del dialogo non è particolarmente presente negli interessi musulmani, tuttavia, forse anche grazie alle sollecitazioni che vengono dal mondo cristiano, come ad Assisi nellŽ86, si comincia a notare una certa apertura almeno in certe città dove cristiani e musulmani si incontrano.Rispettato, dove si stabilisce, un clima di mutuo rispetto, di accoglienza e di dialogo, "è difficile prevedere che cosa potrà avvenire in un futuro più remoto e non è il caso di indulgere a ipotesi azzardate. Sembra corretto, nel quadro di quellŽatteggiamento di rispetto che abbiamo richiamato, auspicare e richiamare affinché il trapasso necessario ad unŽassunzione non puramente materiale delle agevolazioni tecniche che vengono dallŽoccidente sia accompagnato da uno sforzo serio di riflessione storico-critica sulle proprie fonti religiose e teologiche cercando quellŽarmonia tra la visione filosofica del mondo e la legge rivelata, che era già presente in alcuni dei filosofi arabi conosciuti e utilizzati da San Tommaso. Dobbiamo adoperarci affinché i musulmani riescano a chiarire e a cogliere il significato del valore della distinzione tra religione e società, fede e civiltà, islam politico e fede musulmana, mostrando che si possono vivere le esigenze di una religiosità personale e comunitaria in una società democratica e laica dove il pluralismo religioso viene" (M. Borrmans, Orientamento per un dialogo, Roma, 1988).