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COLLABORARE:STRADA OBBLIGATA Saluto del vescovo di Bergamo Mons. Roberto Amadei, , delegato della Conferenza Episcopale Lombarda per la Pastorale giovanile

Servizio Nazionale per la pastorale giovanile



Poche parole innanzitutto per salutare cordialmente e calorosamente, nonostante il freddo che avete trovato a Bergamo, tutti i partecipanti a questo seminario di studio e di confronto, per ringraziare di questa iniziativa il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, i relatori e tutti coloro che in modo diverso offriranno il contributo della loro esperienza, della loro riflessione. Poche parole per incoraggiare, se ve ne fosse bisogno, la riflessione sulla collaborazione tra le diverse realtà sociali e istituzionali nel campo dell´educazione delle nuove generazioni. Io credo che questa collaborazione sia una strada obbligata se vogliamo veramente dare qualche cosa alle nuove generazioni. Una strada obbligata per tanti motivi che penso voi conoscete meglio di me e che emergeranno anche da questo seminario di studio. Ovviamente una strada da precisare, da arricchire continuamente nel confronto sereno, nel confronto aperto, nel confronto - lo vorrei sottolineare con forza per tutti noi - disinteressato, perché unicamente interessati al bene dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani. Un confronto da sviluppare particolarmente tra coloro, e siete voi, che conoscono i giovani non per sentito dire, o non nelle definizioni molto generiche o generali delle ricerche, ma che conoscono le nuove generazioni nella consuetudine della vita quotidiana e per questo sanno cogliere come invocazioni anche le grida e le scelte più disorientanti alle volte più disperate; che sanno camminare insieme a queste nuove generazioni per dare loro la parola, per allargare ciò che riescono a dire e anche ciò che non riescono a dire, per approfondire in loro, con loro, la ricerca della vita, la ricerca della felicità, per approfondire con pazienza, con fiducia, con speranza questa ricerca.
Certamente questa strada, a mio avviso obbligata, se si vuole dare veramente qualcosa alle nuove generazioni, se vogliamo affidare loro, non soltanto un futuro ricco di cose, ma anche ricco di valori
, è una strada non facile per tutti e di questo dobbiamo essere consapevoli. Non facile perché richiede da parte di tutti attenzione vera alla realtà giovanile, una realtà sempre più complessa e segnata da rapidissimi mutamenti: L´attenzione libera dai luoghi comuni con i quali la si vuole etichettare, dovuti un po´ alla pigrizia, ma un po´ anche all´interesse di parte o ideologico. Non facile perché richiede attenzione da parte di tutti i luoghi istituzionali, deputati all´educazione, come la scuola, la famiglia, la comunità ecclesiale e anche altri gruppi, ma uguale attenzione, ai luoghi informali, frequentati soprattutto dagli adolescenti e dai giovani, che sono poi i luoghi dove di fatto i giovani si plasmano nelle loro decisioni, nelle loro scelte, nella loro libertà; dove spesso, appunto perché sono spazi informali, sono soli. Ed è una strada difficile perché richiede consapevolezza da parte di tutti, della propria identità e dei propri compiti, ma anche dei propri limiti.


Superare la tentazione dell´autosufficienza
É difficile superare da parte di tutti la tentazione della onnipotenza e dell´autosufficienza. E´ una tentazione deleteria soprattutto nel campo educativo perché evidentemente non riesce a nulla, perché non riesce ad arrivare a tutti i luoghi frequentati da questa realtà. Una strada difficile perché richiede rispetto e stima del lavoro svolto dalle altre agenzie educative, perché esige ascolto attento non appesantito od ostacolato da pregiudizi, un ascolto che, fatto con attenzione, arricchirà tutti di conoscenza della realtà, delle persone che vogliamo affiancare, arricchirà tutti di professionalità e di fiducia perché permetterà di vedere all´interno di una storia certamente complessa, e a volte difficile, molti più semi di speranza di quanti noi pensiamo. E difficile, direi soprattutto perché credo che questa strada richieda di rivedere il proprio modo d´essere presenti nel proprio campo educativo, lo richiede a tutti. Lo richiede allo
Stato, lo richiede alle realtà civili locali, lo richiede alla Comunità Ecclesiale. Molte volte si ha l´impressione in fondo che noi continuiamo in questo tema della non collaborazione su schemi ormai invecchiati, superati dal progredire della storia ed è sempre difficile rivedere come essere presenti nel campo educativo, assieme a tutte le altre agenzie educative, in modo da passare dall´ignorarsi al conoscersi. Conoscersi però con molta attenzione, con molto rispetto e con molta fiducia, in modo da passare dalla chiusura all´apertura, in modo da passare dalla concorrenza alla collaborazione, per affidare con fiducia e speranza il futuro alle nuove generazioni.
Anche questo tema, per quanto riguarda le comunità ecclesiali, ci spinge, ci invita a ripensare a come essere presenti nella realtà di oggi e probabilmente questo è uno degli ambiti, è uno dei temi nei quali questo problema emerge con maggior forza, proprio perché si tratta di avere a che fare con coloro che sono il presente e che saranno il domani ancora più pieno della nostra società.
Ecco perché vorrei, se ce ne fosse bisogno, incoraggiare a proseguire con fiducia, con costanza e con pazienza, perché non è facile perseguire strade nuove su questa strada e questo è il mio augurio. Grazie della vostra presenza.