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Testimonianze

Servizio Nazionale per la pastorale giovanile

lago di Tibe
riade dove i discepoli hanno risposto alla chiamata del Signore. Loro non hanno esitato, non hanno chiesto a Gesù dove li avrebbe condotti, ma si sono fidati completamente di Lui. Sul lago sono proprio riuscita ad immaginarmi la scena: le barche dei pescatori, le reti da sistemare e questi uomini che lasciano tutto, pronti a cambiare vita. Ascoltando il discorso del Papa mi veniva soltanto da ringraziare Dio per il fatto di essere lì in mezzo a tanti giovani mai visti prima eppure già amici, per essere saliti su quello stesso monte dove 2000 anni fa Gesù aveva parlato ad una folla, forse diversa dalla nostra, ma con lo stesso desiderio di incontrarLo. E non importava il fatto di non aver quasi dormito o di essere in piedi da ore perché l´importante era che Gesù, in quel momento, era in mezzo a noi! La Sua presenza è stata per me evidente per tutto il pellegrinaggio perché ogni pietra di quella terra parlava di Lui. Pensare che Gesù come uomo ha camminato per quelle strade è stata un´emozione grandissima, nonostante fosse già la seconda volta che visitavo quei luoghi. E così ho visto l´umanità di Gesù apparsa drammaticamente nel Getsemani dove è stato abbandonato da tutti i suoi discepoli, anche da quelli che aveva portato con sé sul monte Tabor. Ho riconosciuto che come loro anch´io non so stare accanto a Lui appena mi chiede di sacrificare qualcosa di me. Anch´io non ho la fiducia necessaria per credere alla promessa che riceveremo il centuplo su questa terra e la vita eterna dopo la morte. Così ho promesso che questa volta non avrei più avuto esitazioni e avrei seguito Gesù dovunque. Ma è tanto facile lasciarsi distrarre! Già poche ore dopo la visita all´orto degli ulivi, durante la Via Crucis il mio sguardo è stato spesso catturato dal mercato invece di restare sempre fisso alla croce che stavo seguendo. Sono arrivata al S. Sepolcro con la tristezza dei miei mille fallimenti e con la richiesta di poter cambiare, di saper spalancare il mio cuore al mistero di un
Dio che mi ama fino a dare la sua vita per me. Poi davanti al sepolcro vuoto è esplosa la gioia. "Vederti risorto, vederti Signore, il cuore sta per impazzire": le parole di questo canto hanno espresso tutto ciò che ho provato in quei momenti. Se la morte è davvero sconfitta, se Gesù sarà con noi per sempre, allora nulla potrà mai essere come prima. E´ con l´entusiasmo di questi momenti che sono tornata a casa, con il desiderio davvero di costruire una vita nuova insieme a Colui che sa trasformare i cuori.


DON CARLO PERTUSATI (Asti)
Non ho saputo resistere all´invito di partecipare al pellegrinaggio in Terra Santa, anche se ero già stato due volte e non me ne sono pentito! Il primo modo di vivere il Giubileo è proprio il pellegrinaggio nei luoghi dell´Incarnazione 2000 anni dopo. Tanti i ricordi e le immagini ancora vive nella memoria: scelgo quelli legati al Sinai e al Monte delle Beatitudini.
Saliamo sul monte Sinai in silenzio, sulle orme di Mosè e del popolo ebraico. Il mio pensiero va al mistero del roveto ardente, segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo; un punto fisso e vivo di riferimento tra milioni di rocce affascinanti ma anonime: è la parabola della novità della vita nello Spirito. La discesa nel buio totale, dopo un tramonto fulmineo, mi mette in contatto con la volta celeste; cielo e terra si incontrano e mi sento indegnamente una piccola stella in uno splendido firmamento: non sono forse anch´io parte di quella discendenza di Abramo? Allora posso gioire di appartenervi!
Il Santo Padre vuole incontrare i giovani sul Monte delle Beatitudini poco tempo dopo essere stato sul Sinai. Sono due montagne tra le quali si apre la valle della libertà e della responsabilità dei figli di Dio: il messaggio del Papa è schietto e diretto. Per me è un´emozione grande ascoltare un discorso programmatico per i giovani ai quali sono consegnati gli inizi del terzo millennio, con l´incarico di trasmettere la fede cristiana a chi c´è e chi verrà dopo. G
iovanni Paolo II mostra qualcosa di Mosè, potente patriarca e di Cristo, esigente e mite maestro; la commozione è forte, ma non lascia tempo per indugiare, poiché il compito che ci ha affidato riporta immediatamente alla quotidianità.
Un pellegrinaggio come questo non lascia tutto come prima. Sento che è bello essere cristiano e sacerdote oggi, adesso, nel Giubileo e all´inizio del Terzo Millennio. Ho una spinta in più, forte e serena.

SORDINI ROBERTA (Orbetello)
Questo Pellegrinaggio in Terra Santa, è stato veramente bello.
Abbiamo avuto modo di recarci nei luoghi più cari a Gesù, dove è nato, è vissuto, ha pregato, è morto ed è risorto; ma prima ancora di toccare i luoghi di Gesù, abbiamo avuto modo di giungere sul Sinai. E stato molto significativo, raggiungere (con molto fatica da parte di tutti) la cima del Monte Sinai, dove ci siamo recati proprio come il popolo di Mosè, una volta arrivati, è stato bellissimo celebrare lì la S. Messa, abbiamo visto il tramonto, veramente molto suggestivo, perché è uno spettacolo del creato, difficile da vedersi ai nostri occhi, nella vita quotidiana odierna, e mentre finiva la S. Messa, noi cantavamo una canzone che in quel momento, ci stava benissimo, sembrava quasi fatta apposta; infatti, la canzone dice : "le ombre si distendono, scende ormai la sera…se Tu sei tra noi….la notte non verrà……", e proprio mentre il sole scendeva, si vedevano le ombre delle montagne, e tutto è diventato buio, ma noi, con una grande gioia nel cuore, piano piano, siamo scesi e siamo tornati in albergo.
Un´altra esperienza, che non dimenticherò tanto facilmente, è stato l´incontro con il Santo Padre, sul Monte delle Beatitudini. Anche se è stato molto stancante, è stato bellissimo, sembrava di vivere all´epoca di Gesù. Eravamo lì, giovani di tutto il mondo, uniti dallo stesso Padre, ad aspettare il Papa, quindi sembravamo la folla che aspettava Gesù, per farsi dare qualcuno dei Suoi insegnamenti.
Un altro momento particolarmente significa
tivo, per me, è stato quando ci siamo recati al Getsemani; non dobbiamo dimenticare che Gesù, si recava spesso a pregare; qui Gesù parlava spesso ai discepoli, ed è proprio qui che Lui, ha vissuto l´agonia. Proprio al Getsemani, Gesù ha vissuto il momento più difficile della sua vita, infatti, appena entriamo nella Chiesa dell´Agonia, ci investe un´atmosfera di silenzio e di spiritualità, come per ricordarci la preghiera, la solitudine e soprattutto la tristezza di Gesù, in quella sera.