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Tavola rotonda


Ufficio Catechistico Nazionale - Catechesi







TAVOLA ROTONDA




Intervento di Mons. LUCIO SORAVITO
Vicario Episcopale per l’evangelizzazione dell’Arcidiocesi di Udine


Da parte di tutti gli amici e convocati per la tavola rotonda, speriamo che da questo incontro, posto al centro del nostro convegno, si possano trarre delle concrete riflessioni, poiché quando si parla della formazione dei catechisti è normale avere tante idee che rischiano di non essere realizzate.
Lo scopo di questa tavola rotonda, come sapete già dal programma, è quello di cogliere la percezione che i catechisti hanno della loro identità e del loro ruolo nella comunità ecclesiale oggi e nella società del nostro tempo e, quindi cogliere insieme le loro esigenze di formazione nell’attuale contesto socio-culturale, e al riguardo vorrei porre alcune domande provocatorie per entrare un po’ nel problema che vogliamo trattare.
Nell’aprile 1988, si tenne a Roma il I Convegno Nazionale dei catechisti e, in quella occasione, il Papa disse che il movimento dei catechisti sarebbe stato adulto nella misura in cui avrebbe formato catechisti per gli adulti e, comunque, catechisti capaci di rendere ragione della speranza che c’è in loro agli uomini del nostro tempo. Allora ci dobbiamo domandare se in questi dieci anni, nella formazione dei catechisti ci sono stati dei cambiamenti? oppure per certi aspetti il movimento non sia cresciuto dando più risalto all’area dei fanciulli e dei ragazzi, come emerge chiaramente dall’indagine di Morante? E’ capace di entrare in dialogo con l’uomo di oggi, un uomo che da una parte dimostra un bisogno religioso più forte che non in passato, ma dall’altro sembra inseguire una religiosità "fai da te"? Nonostante tutte le lentezze e i ritardi che noi avvertiamo lavorando in mezzo ai catechisti, sta cambiando qualcosa nel loro modo di essere, di sentirsi catechisti? Prima di tutto allora quali sono i tratti nuovi che sta assumendo l’identità dei nostri catechisti di fronte alle nuove sfide culturali e alle esigenz
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una nuova evangelizzazione? Cambia in loro il modo di porsi nel fare catechesi? Pensate a dei catechisti anche di fanciulli e di ragazzi che hanno alle spalle di questi loro fanciulli e ragazzi, famiglie non più unite, non più praticanti e che cosa è che sta cambiando nel modo di essere catechisti all’interno di comunità chiamate a mettersi in stato di evangelizzazione o a mettersi in stato di missione?
Una seconda domanda: quale ruolo hanno i catechisti all’interno delle nostre comunità? E’ riconosciuto il loro ministero? E’ valorizzato? E’ espressione di una comunità tutta evangelizzante? Sono almeno dieci anni che ripetiamo che la prima catechista è la comunità. In che misura i nostri catechisti stessi aiutano le comunità a maturare questa consapevolezza? O forse capita che noi scarichiamo sul catechista una missione evangelizzatrice che le nostre comunità non sono capaci di portare? Un’ultima domanda: quali sono le esigenze di formazione dei catechisti oggi? Le nostre istituzioni, scuole, corsi, progetti formativi, corrispondono a queste loro effettive esigenze formative? E quale cambiamento deve avvenire nel nostro modo di formare i catechisti per promuovere, come si diceva a Palermo, una spiritualità incarnata e una forte spinta missionaria?
In questi giorni siamo qui per rispondere a queste e ad altre domande. Ci aiutano ad avviare questa riflessione cinque amici: il diacono Mauro Dalla Torre di Pordenone per l’esperienza dei catechisti dell’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi; ci porterà l’esperienza degli animatori dei giovani il direttore dell’ufficio catechistico di Ferrara, Marcello; ci porterà l’esperienza degli animatori evangelizzatori degli adulti la sig.ra Adriana Fiorentini di Pisa; ci porterà l’esperienza di catechisti accompagnatori degli adulti che chiedono il battesimo don Andrea Fontana a nome di quell’animatrice che non è potuta venire da Torino che si chiama Daniela Brondino e infine ci porterà la testimonianza de
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isti impegnati con i disabili la sig.ra Rosa Spataro di Monreale. E’ rappresentata geograficamente tutta l’Italia e in qualche modo sono rappresentati i vari ambiti di impegno dei catechisti.


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