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"Fare l'Europa è fare la pace"

Ufficio Nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso

"FARE L’EUROPA E FARE LA PACE"
(J. Monnet)
VIOLENZA E RELIGIONE:
UNA CONTRADDIZIONE INSOPPORTABILE.




Un intervento di S.E. Mons. GIUSEPPE CHIARETTI in un incontro svoltosi a Parma il 28 ottobre scorso.





1. Nel cammino di preparazione alla grande assemblea ecumenica di Graz del giugno scorso una tappa significativa fu quella di Bari per riflettere sull’identità del mare Mediterraneo: mare di pace o mare di conflitti? nostra speranza o nostra dannazione? Ne nacquero proposte e sollecitazioni che furono portate a Graz, dove si combinarono con altrettanti interrogativi riguardanti l’Europa, percorsa in lungo e in largo, da secoli, da eserciti contrapposti e segnata da tanto sangue e da tante divisioni. Ma il nostro compito storico è proprio la divisione?
Sappiamo bene quanti interessi politici, economici, etnici, ideologici, culturali, sociali... hanno motivato conflitti e tensioni. Ma conflitti e tensioni sono stati motivati anche da interessi religiosi, che costituiscono poi - per il potere dominante - la più antica forma di ideologia strumentalizzata a proprio servizio, tanto che ci sono autori (Bertrand Russel, ad esempio, e oggi Hans Küng, per citare qualche nome famoso) che pensano alle religioni come a inevitabili focolai di tensioni e di guerre anche oggi, o anche alla loro irrilevanza e insignificanza ai fini della pacificazione.
Non condivido, ovviamente, questo giudizio perché una religione, ed anche una fede, non possono essere per loro natura violenti, "per la contraddizion che nol consente" direbbe Dante; e se c’è violenza, vuol dire che la religione o la fede mascherano una ideologia o sono diventati essi stessi una ideologia, tesa, come tutte le ideologie, a conquistare e a gestire il potere per cambiare con violenza l’esistente. E purtroppo vero, però, che molte volte la religione e la fede hanno partorito i mostri della violenza sull’uomo in nome di Dio: i fondamentalismi d’ogni tipo stanno ancora oggi a ricordarlo. E tuttavia Dio
non può volere l’oppressione del suo capolavoro e del suo miglior alleato, l’uomo, l’unico essere creato per se stesso, a immagine e somiglianza sua, ragionevole sociale e libero. E se questo avviene, i colpevoli saremo solo noi.
La controprova sta nel fatto che coloro che sono veramente uomini di fede, quale che sia la loro appartenenza religiosa, sono abitualmente anche uomini miti, accoglienti, pacifici: tali sono i credenti meglio riusciti, e cioè i santi di tutte le religioni. Si pensi, tanto per fare un esempio recente, a Madre Teresa di Calcutta, compianta sinceramente da cristiani e indù, da musulmani e da buddisti, da credenti e da atei...
Dov’è presente l’odio religioso, lì c’è il padre della menzogna e della divisione, non Dio.


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