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Introduzione

Ufficio Catechistico Nazionale

ntament
i di
Mons. E. Ravignani, Vescovo di Vittorio Veneto.
Senza allungare la elencazione - ma forse tanto più lunga non dovrebbe essere! - mi sta a cuore riportare proprio qui due riflessoni: una di Mons. Ravignani, l’altra del Card. Martini.
"Accade talora che si supponga che i sacramenti non sono necessari per questi fratelli e che Dio li salvi anche senza porre tali segni di salvezza, adatti solo per chi può capire. Inoltre talora la famiglia, per motivi vari, non prende l’iniziativa di chiedere i sacramenti per l’handicappato: ma la stessa comunità parrocchiale raramente offre occasione di contatto e di inserimento. L’handicappato è considerato degno di compassione, ma non è certo ritenuto sufficientemente presente in ordine allo sviluppo di quella vita di fede, cui invece ha pieno diritto a partecipare. La disattenzione a questi casi dolorosi, molto spesso avvolti dal silenzio e dall’isolamento, è alla base di lacune e inadempienze pastorali, relative soprattutto alla catechesi e alla vita sacramentale" (Mons. E. Rovignani).
"Vorrei in particolare invitare voi e tutta la comunità cristiana, che fa festa insieme con voi, a riflettere sul contrasto che viene a crearsi tra la particolare vicinanza, che voi avete con l’Eucaristia e la dolorosa lontananza in cui a volte venite lasciati. Gesù presente nell’Eucaristia è il Messia dei sofferenti, degli umili, dei mansueti, dei cercatori di pace, come ci ha detto la profezia di Zaccaria, che si è compiuta con l’ingresso di Gesù in Gerusalemme.
E voi appartenere in un modo tutto particolare a questo popolo di sofferenti. Proprio la vostra storia, intessuta di fatiche, di atti di coraggio, di umile e paziente difesa della vostra dignità umana vi rende vicinissimi a Gesù.
Eppure tante volte non potete partecipare pienamente alla vita della comunità cristiana, non riuscite a comunicare ad essa le vostre ricchezze, soprattutto vi diventa difficile la partecipazione all’Eucaristia (Card. C.M. Martini).

Carissimi pa
rteci
panti a questo Seminario: ecco il nostro desiderio e il nostro impegno: consentire a questi nostri fratelli e sorelle disabili "vicinissimi a Gesù" di farne concreta esperienza nell’accoglienza di gesti d’amore del Signore Gesù.
E lasciate che in questa "introduzione" ricordi - e chieda la sua intercessione - una beata descritta come "cieca, piccola, deforme" e che, morta a 33 anni dopo vicende di abbandono e sofferenza, dalla potenza dello Spirito è stato condotta alle altezza della contemplazione al pari di Teresa d’Avila o Caterina da Siena o la sua conterranea Veronica Giuliani: è la Beata Margherita de La Metola.
Un segno, una ispirazione, una promessa.


+ Lorenzo Chiarinelli
Vescovo