Grazie, don Silvano
Apro questo primo numero del 2012 anzitutto con un grazie. Il ringraziamento va a mons. Silvano Ridolfi che, come ha espresso con semplicità e modestia nell’ultimo suo editoriale del 2011, dopo 37 anni di responsabilità della stampa prima dell’UCEI e poi della Migrantes, lascia il testimone. Un gesto di responsabilità che ho apprezzato come Direttore generale della Migrantes, perché testimonia il senso di responsabilità di un sacerdote che ha regalato un tratto importante della sua vita presbiterale, con passione, dedizione e competenza, alla vita della Migrantes e alla storia delle migrazioni.
Grazie, don Silvano. Grazie anche perché il tuo ritiro non è abbandono, ma una rinnovata e diversa disponibilità a essere vicino alla Migrantes, mettendo a disposizione il tuo inesauribile bagaglio di competenze e conoscenze. Quest’anno celebreremo il 25° della Migrantes, frutto anche del tuo impegno. è l’occasione ancora, come già nella celebrazione del ventennio della Migrantes, per continuare a raccogliere testimonianze, esperienze, storie di migrazioni, frammenti sempre importanti dell’unica storia del popolo di Dio.
La Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato 2012
Il nuovo anno 2012 si è aperto con la celebrazione della 98° Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il S. Padre ha voluto all’angelus domenicale ricordare ai fedeli come gli immigrati non sono solo numeri, ma persone: hanno una storia, una cultura, un’esperienza religiosa, in altre parole una dignità da rispettare.
I resoconti delle diverse celebrazioni che hanno caratterizzato questa Giornata nelle nostre diocesi, la cura dei Direttori Migrantes, l’attenzione dei Vescovi, l’impegno di molti operatori pastorali, la partecipazione anche delle comunità cattoliche etniche hanno dimostrato come la Giornata stia diventando sempre più un evento per testimoniare il lavoro quotidiano di cura pastorale per i migranti (immigrati, emigranti, richiedenti asilo e rifugiati, gente dello spettacolo viaggiante, rom e sinti, marittimi e aeroportuali).
Sempre di più la parrocchia diventa la casa tra le case anche per i migranti. La pastorale dei migranti - e coniugando insieme nuova evangelizzazione e migrazioni nel messaggio della Giornata mondiale del 2012 il Papa lo ha sottolineato - sempre di più è un tassello della pastorale della Chiesa locale e non una sovrastruttura. La specificità di tale pastorale è da leggere nella cura degli operatori, degli strumenti e della formazione, più che in luoghi alternativi. Le stesse comunità etniche sono un luogo importante nella giovane Italia dell’immigrazione, ma sempre e solo propedeutico alla vita e all’originalità della Chiesa locale.
L’approvazione del nuovo Statuto della Migrantes
Nella seduta di gennaio del Consiglio Permanente della CEI i Vescovi hanno approvato il nuovo Statuto della Migrantes, a 25 anni dal primo. Un’operazione iniziata nel 2007 ed ora si è finalmente conclusa. I Vescovi hanno anche deciso la nascita di un Ufficio specifico della CEI per i marittimi.
In attesa di concludere l’iter burocratico, desidero ringraziare il Presidente e i Vescovi italiani per l’attenzione alla Migrantes, che trova un segno concreto anche in questa nuova strutturazione della Migrantes approvata e che prossimamente presenteremo sulla rivista e nei diversi incontri con gli operatori del mondo delle migrazioni in Italia.
Educare alla vita buona del Vangelo
Con questo numero di Servizio Migranti inizia una serie di articoli per approfondire il cammino della Chiesa Italiana in questo decennio. Gli Orientamenti pastorali del prossimo decennio ci offrono una chiave con cui coniugare relazione e ospitalità nelle Chiese locali: l’educazione. Il documento ci offre molti spunti e motivi.
Due attenzioni possono risultare importanti: l’educazione come integrazione (interrelazione) e come cura della responsabilità (cittadinanza); gli evangelizzatori di strada. Si tratta da una parte di coniugare i progetti e i percorsi di integrazione a diversi livelli (scuola, cittadinanza, tempo libero…) con i progetti e i percorsi educativi ecclesiali e sociali. Per fare questo, è la seconda pista di lavoro, è importante lavorare per costruire attraverso le Migrantes diocesane nelle Chiese locali e in parrocchia profili di animatori come ‘evangelizzatori di strada’, attenti ai diversi mondi della mobilità e alle minoranze (fieranti, circensi, rom e sinti…).
Nel corso del 2012 sulla rivista approfondiremo il tema della formazione dell’adulto cristiano alla vita della comunità cristiana, guardando da una parte ai cambiamenti della figura del migrante oggi e dall’altra all’esperienza di partecipazione dei migranti alla vita liturgica, catechistica e caritativa.
La benedizione del Signore ci accompagni in questo anno ricco di tante novità.