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La pastorale migratoria a Reggio Calabria (B.Mioli)


Fondazione Migrantes - Servizi Migranti 5/11


Reggio Calabria ha una percentuale di immigrati piuttosto modesta (non supera il 4%), almeno a confronto di certe città del Nord dove si sale fino al 15% della popolazione globale. Questi però hanno una notevole visibilità, anche per il fatto che tanti di loro, con lavoro troppo aleatorio e saltuario (quando poi questo non è che un lontano miraggio) e con alloggio cui si stenta di dare il nome di casa, li vedi con più frequenza sulle strade e nelle piazze o fare la fila agli sportelli pubblici e tanto più ai centri di ascolto e di accoglienza. Discreta visibilità hanno anche i minori nelle scuole di ogni ordine e grado, soprattutto nelle primarie. Anche a Reggio inoltre, non meno che in tante altre parti d’Italia, si è registrato un rapido crescendo di immigrati, più che raddoppiati negli ultimi cinque anni.
Chi però si domandasse se a questo crescendo di popolazione immigrata stia corrispondendo un analogo crescendo di attenzione e di interventi da parte delle istituzioni nonché di interesse e di effettivo coinvolgimento da parte della comunità cristiana, oltre che civile, rimarrebbe assai perplesso nel dare risposta affermativa. Nobili eccezioni ovviamente ci sono, si pensi ad esempio alla vasta e articolata mobilitazione della Caritas diocesana. è dello scorso anno l’accurata indagine dell’Azione Cattolica diocesana, pubblicata sotto il titolo Un solo corpo… tante membra sulla “percezione dell’immigrazione nel territorio di Reggio”, in particolare fra i cattolici che frequentano abitualmente la messa domenicale; leggiamo nella sintesi finale espressioni come queste: “Sembra evidente che, nonostante un generale riconoscimento dei fondamentali diritti dei fratelli immigrati, manchi ancora una vera e diffusa cultura dell’accoglienza… Il cammino di percorrere è ancora molto lungo, anche all’interno del mondo cattolico, che pure rimane tra i più avvertiti in materia… Non v’è dubbio, quindi, che urga una profonda e rinnovata presenza formativa e informativa di tutte le agenzie sociali, non ultima la chiesa cattolica (pagg. 52-53).
Quando il sottoscritto, poco meno di due anni fa, ha assunto a Reggio l’incarico di Direttore del Centro Migrantes, facendo tesoro del lavoro fatto da chi l’ha preceduto ha cercato di formulare, quasi con spirito da neofita, un abbondante programma che pareva abbastanza concreto e abbordabile con obiettivi altrettanto concreti e per nulla utopistici, con l’ingenua attesa che all’offerta di servizi e collaborazioni da parte del Centro Migrantes corrispondesse un qualche interesse ed invito a farsi presente, soprattutto da parte delle parrocchie, ma ha dovuto in buona parte ricredersi; salvo, torno a dire, alcune eccezioni. Di conseguenza mi sono sempre più convinto che è necessario e urgente premettere opera di formazione e di sensibilizzazione, e allo stesso tempo proporre esperienze le quali, anche se episodiche e di modeste dimensioni, siano emblematiche e stimolanti sul piano ecclesiale e, almeno per riflesso, su quello civile.
Rientrano in questo vasto quadro, che intende idealmente estendersi a tutta la diocesi, alcune priorità pastorali, in testa alle quali è la sempre maggiore valorizzazione della Parrocchia S. Agostino, che il Vescovo ha affidato ai missionari scalabriniani, facendola pure sede della “Missione con cura d’anime” per tutti i cattolici stranieri della diocesi; per ora vi fanno capo i filippini, polacchi, srilanchesi e brasiliani, ma si sta lavorando per individuare e raggruppare anche gli ucraini e i romeni. Mentre però si presta un servizio pastorale specifico per questi gruppi si incoraggia e si promuove in tutte le forme l’integrazione reciproca fra di loro e con gli italiani: si vede perciò con compiacenza che fedeli italiani partecipino alle loro celebrazioni; che nel gruppo scout si riesca a individuare qualche volto più abbronzato del nostro o degli occhi a mandorla; che si sia costituita di recente l’Arca dell’Alleanza, gruppo interetnico di adolescenti. Il fatto poi che le quattro sopra accennate comunità etniche abbiano un proprio rappresentante nel Consiglio Pastorale Parrocchiale dice chiaramente che la gestione generale della parrocchia viene arricchita dal loro apporto e ricade anche sulla loro responsabilità. S. Agostino inoltre dà il massimo risalto alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato; dà mano forte per la primaverile Festa dei Popoli; sta già muovendosi perché per le prossime feste natalizie abbia una ancora più vasta partecipazione e risonanza il Natale multietnico. Per di più da oltre un anno il Vescovo ha designato questa parrocchia come centro di coordinamento delle attività di catecumenato, nella prospettiva che siano in numero sempre maggiore, fra i catecumeni in cammino verso il battesimo, gli adulti e adolescenti di origine non italiana. Nel programma pastorale 2011-2012 della diocesi al primo punto si legge che “l’aver ripristinato il catecumenato significa innanzitutto verificare l’autenticità e la vitalità delle nostre comunità che con i lontani… devono incontrarsi, dialogare, accogliere”.
Sempre in vista di estendere il più possibile il nostro servizio ai migranti e l’attenzione verso di loro, ci si serve della stampa locale, in particolare del settimanale “Avvenire di Calabria”; al medesimo scopo serve il foglio periodico edito dal Centro diocesano “Migrantes News”.
Si aggiunge infine che il sottoscritto, nominato dal Vescovo di Reggio “Coordinatore della pastorale migratoria” oltre che “Direttore del Centro Diocesano Migrantes”, sta elaborando una mappatura di tutte le realtà ecclesiali e di ispirazione cristiana che sono già attive o comunque sono interessate al mondo dei migranti, anche in vista del convegno di marzo prossimo che avrà per tema la tanto auspicata intesa e collaborazione fra tutti i responsabili e operatori in questo settore.
Importante questo sguardo a vasto raggio, ma non meno importanti, si diceva, sono le piccole cose, che si presentano, talora quasi per caso, giorno per giorno. Qualche accenno su queste piccole occasioni riguardanti gli immigrati ma pure altri settori della mobilità umana.
Profughi e richiedenti asilo
Le frequenti e consistenti ondate di profughi dalla Libia che si non riversate su Lampedusa e, di rimbalzo, sulle varie regioni italiane, hanno raggiunto anche Reggio, che ha improvvisato diverse case di accoglienza, dove c’è bisogno un po’ di tutto, anche di Vangelo. Il Centro Migrantes, con l’efficace concorso delle suore missionarie scalabriniane, si è attivata per primi soccorsi di emergenza, anche per i sedici sudanesi, tutti musulmani doc, comparsi d’improvviso in città ed ospitati, sia pure per una sola notte, a S. Agostino; ci si è poi dati da fare perché venissero riaccettati nel centro di accoglienza, da cui arbitrariamente si erano allontanati. E in questi contatti col centro ci si è imbattuti pure su un gruppetto di ghanesi che, al vedere un prete col collare bianco, si sono fatti avanti per dirsi cattolici; e dai sentimenti che esprimevano figuravano veramente di essere tali. Strano però che, forse per le molteplici vicende migratorie fin dalla più giovane età, non avevano mai fatto la comunione. Detto fatto: hanno esultato quanto abbiamo loro proposto un corso intensivo in inglese di cinque sedute, in preparazione alla “prima comunione” per il 23 settembre, Giornata Missionaria Mondiale, in Santo Stefano d’Aspromonte. Parroco e parrocchiani esultano non meno dei comunicandi e per l’occasione non hanno rinunciato a preparare in loro onore una festicciola.
Calabresi all’estero
In città sembra si sia persa di loro ogni memoria. Non così nei paesetti d’Aspromonte, dove in estate essi tornano a riaprire i battenti delle loro vecchie case e a partecipare alla festa paesana. La Migrantes ha preso i primi contatti con parroco, sindaco e presidente della Pro Loco di alcuni paesi, con la proposta di inviare un messaggio, con annessa una breve indagine conoscitiva, ai concittadini lontani, per assicurarli che il paese non li ha dimenticati e per incoraggiarli a tener saldi quei valori che per secoli sono stati il saldo patrimonio della loro terra di origine.
Fieranti
Lo scorso anno a S. Agostino a un loro gruppo di bimbi e adolescenti sono stati conferiti tutti i sacramenti dell’iniziazione cristiana: per chi il Battesimo, per chi la Cresima, per altri la Prima Comunione. Quest’anno solo la Comunione, ma era notevole di bambini e non più bambini, per la preparazione dei quali - come al solito - il diacono Mario Casile e consorte non hanno risparmiato fatiche. Caso curioso: con la sua bambina ha fatto la Prima Comunione anche la mamma di origine brasiliana!
Rom
Il Direttore del Centro Migrantes ha cominciato ad affiancarsi alle Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta nella visita alle famiglie rom, e sono tante, in un grosso rione di Reggio. Obiettivo dominante: far sentire la presenza di Madre Chiesa anche in mezzo a loro ed anche avviare il tentativo di interessarli e renderli partecipi alla prossima missione popolare cui si sta preparando la comunità parrocchiale. Dio ha i suoi appuntamenti di grazia: intanto domenica 30 ottobre, sempre a S. Agostino, la quindicenne Anna Chiara, fedele da alcuni mesi alle catechesi fatte su misura della sua particolare condizione, sarà ammessa al catecumenato e a fianco della sorella, la sedicenne Loredana, proseguirà questo cammino che le porterà ambedue al fonte battesimale per la prossima Pasqua. è festa per tutta la parrocchia.
Nella seduta congiunta del Consiglio Presbiterale e Pastorale diocesano di settembre per la messa a punto del programma pastorale, di cui si è già fatto cenno, al settimo e ultimo punto dove si legge: “è importante che le parrocchie comprendano le necessità di passare da una pastorale di contenimento a una pastorale missionaria”, su proposta del direttore del Centro Migrantes, si è aggiunto: “…in particolare per quanto riguarda la presenza tra noi di tanti immigrati”. Si ha fiducia che alle parole seguano i fatti.