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La Germania in “situazione di transizione” (S.Ridolfi)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/11


La Germania ha in Europa una posizione geografica di centralità ed ora ha riacquistato un ruolo centrale anche socio-politico.
Dal punto di vista religioso ed ecclesiale si è recentemente situata in una fase di riflessione e di ripensamento, che, a partire dal chiedersi cosa voglia dire “credere oggi” nelle convinzioni e nel vissuto, porti ad una proposta di “ricollocazione” della vita del cristiano nella Chiesa e nella società.
Sono molte le motivazioni per questa decisione: la secolarizzazione molto diffusa che tende a rimuovere Dio nei progetti per la società globale; la diminuzione del clero e dei fedeli, anzi l’abbandono esplicito dalla Chiesa; la tensione tra chi vorrebbe cambiare tutto e chi invece ritiene che la Chiesa abbia abbandonato la tradizione e la sua propria natura; gli abusi sessuali ora resi noti da parte di collaboratori della Chiesa che fanno allontanare i fedeli; la percezione di eccessiva burocratizzazione e di comportamenti manageriali nella Chiesa a scapito di un annuncio libero e liberante della proposta di fede…
Effettivamente nel 2010 sono usciti dalla Chiesa Cattolica 181.193 fedeli (60mila in più dell’anno precedente), la cui uscita non è compensata dai 170.339 battesimi, anche questi in calo, con l’aggravio di 253.000 decessi; la partecipazione alla Messa domenicale è pure in continua diminuzione e le convivenze sono in aumento….
Tutto questo ed altro ha allertato i Vescovi che per la prima volta si sono rivolti con un messaggio alle comunità ecclesiali chiedendo il contributo di tutti per una revisione di vita, proponendo per i prossimi quattro anni una “ riflessione comune” (“credere oggi”; “la nostra responsabilità nella società plurale”; “l’adorazione di Dio, oggi”; “testimoniare la fede nel mondo di oggi”) in un dialogo intraecclesiale “sul modo di cercare Dio e sulle forme che deve prendere oggi la professione di fede (martyria), attraverso la preghiera e l’adorazione (liturgia) e il contributo costruttivo della Chiesa nella società attuale (diaconia )” ( n. 3). Questo cammino di riflessione culminerà quindi nel 2015 con la ricorrenza giubilare dei 50 anni dal Concilio Vaticano II.
Anche le comunità etniche vi sono coinvolte e ne vengono interpellate.
Qual è allora la risposta della numerosa comunità italiana?
La situazione attuale della comunità italiana in Germania e della sua assistenza pastorale è la seguente (cfr. relazione del delegato nazionale don Pio Visentin sdb del 24.02.2011): per una popolazione italiana di oltre 600mila persone operano 80 comunità ( o Missioni Cattoliche) in 19 diocesi (su 27)con 76 sacerdoti, di cui 62 a tempo pieno, ed inoltre con 15 suore e 20 collaboratori pastorali assunti a tempo pieno. Quasi tutte le Comunità italiane sono inserite nella struttura parrocchiale tedesca con locali in co-uso con la parrocchia. L’età media dei sacerdoti e delle Suore è elevata. Dall’Italia non vengono più né sacerdoti né suore.
Come inserirsi nel dibattito richiesto ed avviato dai Vescovi tedeschi e cosa loro proporre è la nuova risposta ecclesiale che condiziona la presenza attuale e l’attività futura dei sacerdoti etnici italiani.
Alcune prime risposte sono venute dal recente Convegno nazionale degli operatori pastorali in Germania (Simmern/Ww, 19-23 settembre 2011).
Le comunità etniche italiane dopo oltre 60 anni di “presenza assistita” partono dalla constatazione di base, di sentirsi e di essere, oggi più che ieri, “parte integrante della Chiesa di Germania” e pertanto si sentono obbligate a coinvolgersi nel dialogo aperto dai Vescovi tedeschi.
La verifica della situazione va fatta sul grado e sulla modalità di inserimento e di collaborazione con la Chiesa locale. La conoscenza della lingua tedesca per un efficace dialogo intraecclesiale, la partecipazione ai piani pastorali per un cammino di fede condiviso, i contatti periodici e regolari tra strutture e gruppi italiani e strutture della Chiesa locale, un cammino di iniziazione cristiana che si muova nella comunione piena e nel dialogo continuo sono alcuni aspetti di revisione emersi e che dovranno essere tenuti presenti dalle comunità di altra lingua e cultura.
La “nuova evangelizzazione “ in Germania è frutto innanzi tutto delle riflessioni sopra accennate e delle conseguenti decisioni per dare alla Chiesa che vive in Germania un chiaro “profilo teologico e coesione ecclesiale” (n.4), sempre “sulla base della rivelazione e dell’insegnamento della Chiesa” per “restare nella verità della nostra fede e nella comunione della Chiesa Universale” (ivi).
Ci vogliono creatività, coraggio e concretezza, smontando “alcune visioni emozionali della realtà ecclesiale” (ivi).
In fondo - riconoscono i Vescovi (e vale anche per le Comunità italiane) - “ i tempi di crisi sono sotto vari aspetti tempi particolari di grazia (n. 2).