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Saluto del Presidente Pontificio Consiglio Pastorale Migranti e Itineranti (A.M. Vegliò)
Udienza speciale, 11 giugno 2011, in Vaticano, Sala Nervi

Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/11


Beatissimo Padre,
desidero esprimere a Vostra Santità profonda e sentita gratitudine per l’accoglienza che ci riserva in occasione di questo speciale pellegrinaggio delle Comunità Rom, Sinti, Manouches, Kalé, Zingari, Yenish, Romanichals e Travellers, provenienti dall’Italia e da alcuni Paesi europei. La ringrazio a nome del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che ha promosso questo incontro, in collaborazione con la Fondazione “Migrantes” della Conferenza Episcopale Italiana, la Diocesi di Roma e la Comunità di Sant’Egidio.
E una grande gioia per tutti noi rendere omaggio a Lei, Padre Santo, e manifestarLe la nostra profonda devozione filiale.
L’udienza odierna è certamente un momento molto bello e significativo del pellegrinaggio, occasione di sosta e di riposo spirituale, che vede riuniti tanti rappresentanti del popolo nomade intorno alla Santità Vostra, nella Sede di Pietro. Questo evento straordinario, espressione della Sua predilezione di Padre, resterà una tappa fondamentale nel loro cammino.
Si realizza oggi, con questa Udienza, il loro grande desiderio di incontrarLa come Pastore della Chiesa universale e di poter esprimere amore e fedeltà alla Sua Persona e alla Chiesa cattolica.
Nell’incontro con Vostra Santità, essi chiedono di essere confermati nella fede, nella speranza e nella carità, di cui hanno bisogno per poter ancor più amare, servire e vivere Gesù Cristo e la sua Chiesa. Dalle Sue parole desiderano attingere la forza e il coraggio per essere evangelizzatori e testimoni autentici di Cristo Redentore, delle virtù evangeliche e dei valori cristiani.
La vita dei pellegrini qui presenti è segnata da numerose difficoltà, ma il dono di questo incontro infonde coraggio e riaccende la speranza. Tuttavia, le popolazioni zingare in Europa stanno vivendo una stagione nuova che offre loro opportunità per costruire una vita più degna. Siamo, infatti, in un periodo di particolare cambiamento, in cui si avverte l’urgenza di un approccio rinnovato della Chiesa e della società verso le popolazioni gitane, mentre nel contempo si rende necessario un consolidamento dell’identità zingara di fronte alle sfide che la realtà odierna comporta.
Nell’incontro tra le diverse culture e mentalità si verificano non pochi disagi, contrasti e talvolta drammi. Ma l’amore di Cristo ci avvicina gli uni agli altri e abbatte ciò che ci separa e ci divide. Gesù Cristo ci spinge a cercare nuove vie di convivenza rispettosa, a superare ogni forma di intolleranza e ad essere promotori di una cultura che riconosca a tutti gli esseri umani - uomini, donne e bambini - la dignità che compete a ciascuno, nel diritto e nella realtà dei fatti.
Santo Padre, sono appena tornato dall’Ungheria, ove vivono circa 800.000 zingari. Ho visitato alcuni dei loro villaggi e delle loro case, mi sono incontrato con loro sia nel Santuario mariano greco cattolico di Máriapócs, che nel Santuario nazionale di rito latino Mátraverebély-Szentkút. Ho potuto vedere l’impegno della Chiesa per favorire cammini di crescita di fratelli e sorelle zingari, per portare la Buona Novella e per mostrare il volto di Cristo, Buon Pastore, che dà la vita per ognuno di noi. La fede in Lui ridona a tutti vera dignità e offre possibilità di salvezza. Per questo - lo ripeto - siamo venuti qui per manifestare la nostra adesione alla Chiesa di Cristo e per incontrare il Successore di Pietro.
Sono ora particolarmente lieto di introdurre quattro persone che daranno alla Santità Vostra brevi testimonianze ed un gruppo di bambine zingare che si esibiranno in una gioiosa rappresentazione.
Ci protegga la Madonna degli Zingari la cui statua, qui presente, è stata incoronata da Papa Paolo VI a Pomezia nel 1965.
Padre Santo, mentre attendiamo la Sua parola e chiediamo l’Apostolica Benedizione che ci accompagni nelle strade del mondo, assicuriamo la nostra preghiera perché continui ad essere fruttuosa la Sua missione di Pastore di tutto il gregge di Cristo.