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Omelia alla S. Messa (P. Santoro)
150° anniversario della nascita del Beato Zeffirino Jiménez Malla (12 giugno 2011) - Santuario Divino Amore

Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/11


Carissimi Rom, Sinti, Camminanti. Oggi è festa di Pentecoste, è il giorno dello Spirito Santo. Collochiamoci dentro le sacre scritture per comprendere e, soprattutto, per vivere. Gli Apostoli sono riuniti nel Cenacolo a Gerusalemme, insieme a Maria, la Madre di Gesù. Ma, più che riuniti, sono chiusi dentro, avvolti da nostalgia e timore. Nostalgia del Signore che non vedono più. E timore per il clima di ostilità che si respira nella Città Santa. E accade quello che Gesù aveva promesso: lo Spirito, la terza Persona della Santissima Trinità, scende su di loro, viene ad abitare dentro il loro cuore. Viene come tuono per scuoterli dalla rassegnazione, dalla stanchezza, dalla paura. Viene come fuoco per incendiarli di amore, di coraggio, di passione. Viene come vento per tirarli fuori dal guscio e spingerli verso le strade del mondo, in missione, per annunciare e comunicare che solo in Gesù c’è salvezza e verità. E così la Pentecoste inizia il tempo della Chiesa, della nostra Chiesa, famiglia dei figli di Dio. Vi ripeto quanto vi disse Papa Paolo VI nel lontano 1965: “Voi nella Chiesa non siete ai margini ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore. Voi siete nel cuore della Chiesa... Nessuno è solo nella Chiesa... La Chiesa ama i poveri, i sofferenti, i diseredati, gli abbandonati”.
Carissimi, il centro della nostra fede è l’incontro con Cristo. Un incontro che deve cambiare la vita. Lo Spirito Santo ci rende Cristo presente e attuale per incontrarlo, amarlo, seguirlo. “E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo che ci rende capaci di vivere l’amore divino. Perciò ogni precetto diventa vero come esigenza di amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso”. Queste sono parole di Benedetto XVI pronunciate dopo il dramma dei bambini Rom morti a Roma. E il Santo Padre aggiunse: “Davanti a questa esigenza il pietoso caso dei 4 bambini Rom morti alla periferia di questa città nella loro baracca bruciata, impone di domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell’amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto”.
Nella prima Pentecoste, dopo l’effusione dello Spirito, accadde il miracolo delle lingue: gli Apostoli parlavano e ognuno comprendeva nella propria lingua. Si realizzò il contrario di quanto era avvenuto a Babele: una profonda comunione tra persone segnate da grande diversità. Mentre vi invito ad osservare, come cittadini, le regole della società, mentre il Signore ci invita a praticare i suoi comandamenti e a non prevaricare sul prossimo, prego affinché cessi ogni ostilità e diffidenza nei vostri confronti, si valorizzi la vostra cultura, si promuovano i vostri diritti. Siamo chiamati a costruire il mondo che ribalti il linguaggio di Babele: leggere sul volto di ogni persona il volto di Dio. Mai l’uomo contro l’uomo, perchè l’uomo contro l’uomo è sempre l’uomo contro Dio. Quando l’uomo si lascia invadere dallo Spirito Santo nasce l’uomo nuovo, il santo, l’uomo modellato sul Vangelo. Il Beato Zeffirino si è lasciato trasformare dallo Spirito. Papa Paolo VI disse che Zeffirino “dimostra che Cristo è presente nei diversi popoli e razze e che tutti siamo chiamati alla santità”.
Carissimi, il Beato Zeffirino: una vita spesa per i poveri, per testimoniare pubblicamente la sua fede, fino al martirio. Venne fucilato dopo essersi esposto per salvare un sacerdote. Morì con la corona del rosario tra le mani e gridando: “Viva Cristo Re”. La Vergine Santissima del Divino Amore vi accompagni, vi consoli, e dia sostegno e compimento a tutte le vostre speranze.