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Novità e continuità (S.Ridolfi)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 3/11


Un numero della nostra rivista è tradizionalmente dedicato al Rapporto annuale Migrantes dell’anno precedente, quindi 2010. E viene sviluppato sostanzialmente con lo stesso schema per permettere a chi lo volesse di fare raffronti con gli anni precedenti.
Non è una formalità, ma dovere di correttezza nei rapporti della Fondazione Migrantes con le istituzioni di suo riferimento, prima fra tutte la CEI di cui essa è organismo, ed anche di trasparenza nella gestione, nonché quale espressione di collegialità tra i settori della Migrantes e con i lettori della rivista.
Ragioni per cui dallo scorso anno il Rapporto, oltre alle relazioni dell’attività dei diversi settori della Migrantes e quello generale, riporta anche i convegni nazionali o regionali degli operatori pastorali in Italia ed all’estero: si ha così uno scambio di conoscenze ed esperienze ed anche di proposte per lo sviluppo ed il miglioramento della pastorale della mobilità umana nelle sue diverse e collegate espressioni di emigrati italiani, immigrati esteri in Italia, circensi e lunaparkisti, nomadi, marittimi.
Il lettore avrà notato che la Fondazione Migrantes, proprio perché organismo della CEI e sua voce e strumento nei ricordati settori della mobilità umana, si è doverosamente inserita nella riflessione sul processo educativo per meglio incarnare il lieto annuncio della salvezza in Cristo nei punti nevralgici della mobilità umana, là dove si operano il cambiamento della società e la piena realizzazione delle persone. E di strada se n’è fatta, come risulta anche dalle relazioni qui riportate, ma tanta ancora ne resta da fare come documenta la quotidiana esperienza sul campo, tipica dei nostri operatori pastorali.
L’immigrazione, ad esempio, quella che vive attualmente gli aspetti drammatici del confuso e speranzoso esodo dai paesi nordafricani, ora afflitti anche da situazioni di guerra e da insufficienti libertà e rispetto dei diritti umani, sta divenendo sempre più uno strumento politico o per soddisfare le spesso ingiustificate paure dei cittadini elettori o per contrastare la opposta parte politica. Mentre dovrebbe essere vista e governata nella sua realtà di fenomeno umano nell’inarrestabile mutamento del rapporto tra popoli e nazioni e nella giustificata esigenza di partecipazione al godimento dei beni del creato.
L’emigrazione italiana è stata a sua volta dimenticata o rimossa dai più e relegata nei ricordi, non di rado oleografici, di memorie. E invece dall’Italia si riprende ad emigrare, cervelli e operai, per insoddisfazioni nazionali. Anche gli organismi di partecipazione degli italiani all’estero, come il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) ed i COMITES (organismi di partecipazione locali) e la CNE (Consulta Nazionale Emigrazione), hanno, a quanto pare, una navigazione burrascosa, schiacciati tra tagli economici, rinvii burocratici e perplessità politiche.
I nomadi - rom e sinti, alias zingari - sono sempre pietra di inciampo nel sentire collettivo e nel bersaglio politico, ma, a ben guardare, sono più vittime che delinquenti. Il loro recente incontro con Papa Benedetto XVI, su cui riferiremo ampiamente nel prossimo numero, ha messo in maggior luce questa discrasia.
I circensi e lunaparkisti, che hanno come specifico di portare gioia e distensione per i bimbi e gli adulti sulle piazze delle città, vivono non facili problemi di sopravvivenza nel loro sempre più politicamente contrastato lavoro.
E la precarietà dei marittimi è tuttora dimostrata dalle molte navi bloccate o sequestrate in tanti porti, dalla crescente pericolosità di navigazione o di lavoro (si pensi al rebus della pesca).
L’Apostolato del Mare, che ha celebrato lo scorso anno il 90° anniversario della propria fondazione, si trova confrontato con queste difficoltà ed esigenze e con le loro conseguenze umane e sociali. Il Presidente del Pontificio Consiglio della la Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò, in un suo nobile messaggio per l’occasione ha rinnovato espressamente un “appello a tutti gli Stati affinché ratifichino quanto prima la Convenzione sul Lavoro marittimo del 2006 e quella sul Lavoro nella Pesca del 2007, strumenti fondamentali per migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei marittimi e pescatori”.
Maggiori e documentate informazioni sulla immigrazione ed emigrazione sono contenute nei due preziosi studi annuali di Migrantes e Caritas, Dossier Statistico Immigrazione e Rapporto Italiani nel Mondo, che sono divenuti un quasi indispensabile sussidio per gli operatori pastorali e sociali attivi in questo campo.
Il cammino comunque dell’umanità verso traguardi di migliore giustizia e di più soddisfacente vivibilità, pur tra brusche frenate e rigurgiti di egoismi, procede. E siamo convinti che la fede cristiana e l’azione pastorale gli diano una benefica accelerazione.