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Rom e Sinti (P.Gabella)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 3/08


 

Situazione sociale

Purtroppo la situazione, sul nostro territorio, non è migliorata, anzi per molti versi è in costante peggioramento. Ciò che più preoccupa è la mancanza di segni di speranza in un cambiamento per un futuro migliore.

L’arrivo di nuovi gruppi, soprattutto dalla Romania, che vanno a insediarsi ai margini delle grandi città e non solo, protagonisti qualche volta di episodi di violenza, sono motivo di dibattiti televisivi, articoli di giornali, inchieste e iniziative politico-amministrative. I contrari alla presenza dei nomadi, non solo sono puntualissimi e agguerriti, ma, facendo leva su paure ancestrali, seminano dubbi, diffidenze e, non di rado, odio. Questi sentimenti spesso prendono piede anche nelle nostre comunità ecclesiali. I dati che vengono propagandati quando non sono falsi, sono deformati e gonfiati ad arte. Sono assenti seri contradditori che possano smentirne le menzogne. I provvedimenti legislativi che si tenta di promulgare e le soluzioni prese, come i patti di legalità e di socialità, promossi dalle varie amministrazioni con gruppi di volontariato e cooperative varie, sono spesso dettati dall’urgenza e denotano un’impreparazione ad affrontare con il dovuto rispetto della dignità di tutti, soprattutto i più indifesi, le problematiche insorgenti. Questi provvedimenti comunque denotano un declino della considerazione che la maggioranza ha nei confronti della minoranza dei Sinti e dei Rom e sono rivelatori di sentimenti velati di razzismo.

Resta vero ciò che i Sinti affermano: “se i Gagi (cioè gli stanziali) fanno qualcosa per noi, state certi che stanno facendo qualcosa per loro stessi”. Vi sono delle eccezioni, ma sono voci troppo isolate e flebili se si confrontano con forza d’urto contraria che è di una potenza inaudita e quotidiana. Questa situazione è tanto più preoccupante in quanto influisce anche sui credenti, incidendo direttamente e qualche volta annullando lo spirito evangelico che dovrebbe animare le nostre comunità.

I problemi di relazione fra zingari e non zingari si aggravano e, non sapendo distinguere i vari gruppi, la diffidenza si estende anche ai Rom e ai Sinti di cittadinanza italiana. Vivere in carovana è indescrivibilmente difficile e spesso si carica di paura.

Situazione pastorale

L’attenzione degli operatori pastorali dell’Ufficio, che operano dall’interno dei gruppi familiari e che vivono nei campi sosta, diventa spesso un “prendersi cura”. Questo impegno si incontra spesso con quello di altri soggetti, quali la Caritas, le associazioni cattoliche e gli operatori sociali di altra ispirazione, che operano nello stesso ambito. Collaborare con il territorio per quel che riguarda l’annuncio è diventato difficile. Poche le parrocchie e le comunità che chiedono di capire ed anche quando si è interpellati sono poche le persone che partecipano col desiderio di scoprire motivazioni di fede.

Dobbiamo purtroppo constatare che la maggioranza delle presenze che operano in questo ambito agiscono a titolo personale e non a nome e con il mandato della Chiesa. L’impreparazione a questa missione è una costante e lascia un segno negativo anche fra gli stessi “zingari”.

Non si ferma comunque il nostro “metterci in gioco” in un percorso di evangelizzazione con i Rom e i Sinti. Ci facciamo premura anche di mettere la nostra esperienza a disposizione delle Chiese locali. Per questo motivo si ritiene importante promuovere fra gli operatori incontri di formazione per rielaborare le proprie esperienze e poterle riproporre con serenità e in un piano che ci trovi uniti e univoci.

Incontri macrozonali promossi dall’Ufficio

Gli operatori pastorali del Nord Italia che fanno capo all’Ufficio, come di tradizione, si sono incontrati alle Budrie (Bologna) per un week-end nei mesi dispari. E questa un’occasione di confronto, di scambio di informazioni, di convivialità, di studio e di preghiera.

Si tratta di un gruppo con una storia comune, ma anche molto eterogeneo, nel quale le differenze segnano la fatica di un cammino ma producono anche grandi ricchezze. Importante, quest’anno, la ricerca sui minori “rapiti” e “adottati”.

Gli operatori pastorali del Centro si sono incontrati quattro volte per un giorno (tre a Roma e una in Abruzzo): si è trattato di momenti di riflessione durante i quali sono anche state illustrate alcune esperienze. Ci sono segnali incoraggianti di ripresa.

Al Sud è presente un gruppo “storico” a Cosenza, composto di soli laici, che con grande difficoltà, ma con altrettanta fedeltà, prosegue il cammino intrapreso molti anni fa. Qualcosa si sta muovendo soprattutto in Sicilia dove, grazie a tre direttori diocesani Migrantes (Palermo, Catania, Messina), si sono potuti organizzare incontri fruttuosi. E un ricominciare di nuovo di alcuni volontari, essendo venuta a mancare la “vecchia guardia”. Necessita in queste regioni un’iniziativa dell’Ufficio per seguire e sostenere nuovamente il coordinamento necessario.

Si ritiene importante continuare la sensibilizzazione dei monasteri di clausura, perché a questo popolo non venga mai a mancare la preghiera della Chiesa orante.

Per affrontare problemi locali, per approntare una collaborazione efficace, in alcune regioni (Toscana, Piemonte, Emilia Romagna, Basilicata) è prassi incontrarsi in piccoli gruppi con frequenza mensile. Sono momenti molto utili per creare uno spirito di famiglia e con questo rapportarsi anche con i Sinti e i Rom.

Incontri regionali

In Ungheria l’incontro annuale del Comité Catholique International Tsigane si è svolto a metà marzo 2007. Il tema è stato “Evangelizzare in modo evangelico” e l’argomento si è dipanato fra l’intervento in due relazioni e in tre testimonianze. Numerose le nazionalità (22) e i partecipanti (125). Il gruppo italiano era composto di 12 partecipanti.

Il Direttore nazionale, che è anche Presidente del CCIT, in tale veste ha visitato la Croazia (in preparazione dell’incontro 2008) e l’Albania.

Nuova nomina

A partire dalla fine del mese di gennaio 2008 la Direzione dell’Ufficio è stata assunta da don Federico Schiavon, sdb.