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La scolarizzazione dei minori stranieri in Italia (Censis)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/08


Una ricerca, promossa dall’ONC/CNEL, rileva il buon livello d’integrazione scolastica degli immigrati, ma anche i limiti dei progetti di sostegno affidati al solo volontariato degli insegnanti.

Oggi in Italia sono presenti circa 500.000 alunni stranieri di 191 nazionalità. Una realtà in rapida evoluzione, il ritmo di crescita e di circa 70.000 bambini all’anno, che ormai rappresenta il 5,6% dell’intera popolazione scolastica italiana. Per fare il punto su questo complesso processo, l’Organismo Nazionale di Coordinamento del Cnel per le politiche di integrazione sociale degli stranieri (Onc) ha commissionato al Censis la ricerca “Vissuti ed esiti della scolarizzazione dei minori di origine immigrata in Italia”. Dall’indagine, condotta su 608 famiglie immigrate e su 114 docenti, emerge un livello d’integrazione scolastico degli stranieri abbastanza positivo, caratterizzato però da un certo isolamento dell’insegnante e non privo di problematiche. Vengono infatti segnalate dai docenti forme discriminatorie, sia pure solo verbali e in misura ridotta (10%), nei confronti dei ragazzi stranieri e forti carenze per quanto riguarda il supporto dei mediatori culturali, il sostegno alla scuola delle istituzioni locali e la capacità di comunicare con lo straniero degli stessi docenti che spesso non sono preparati a confrontarsi con culture profondamente diverse dalla nostra.

Dalle famiglie degli alunni stranieri sono invece visti come un ostacolo all’inserimento scolastico la scarsa conoscenza della lingua italiana, il ritardo dei ragazzi rispetto ai programmi del ciclo scolastico e i rapporti con gli altri alunni e gli insegnanti. Per dare risposte concrete alle esigenze degli studenti immigrati molti docenti hanno avviato attività di recupero per materie specifiche, corsi di lingua italiana propedeutici all’inserimento in classe, laboratori linguistici e corsi su lingue e culture dei paesi d’origine. Interventi positivi, più che altro di tipo volontaristico, che però non sempre vengono accompagnati da progetti di lungo periodo come ad esempio la creazione nella scuola di una specifica commissione o di un protocollo d’accoglienza per gli studenti stranieri.

Dall’indagine emerge anche come a tutt’oggi i maggiori problemi di rendimento degli alunni immigrati, che incontrano difficoltà soprattutto nell’apprendimento dell’italiano, della storia e della geografia, si registrino per i ragazzi non nati in Italia o inseriti nella classe ad anno scolastico iniziato. In ogni caso, alla fine della scuola dell’obbligo, gli studenti stranieri scelgono prevalentemente la strada degli istituti e dei corsi di formazione professionale, indirizzandosi solo in piccola parte verso i licei (14,65%).

Il vicedirettore del Censis Carla Collicelli, nel corso della presentazione della ricerca svoltasi a Roma presso la sede del Cnel, ha sottolineato la necessità di favorire l’integrazione scolastica degli alunni immigrati attraverso progetti a lungo termine che sostengano gli sforzi dei docenti animati da buona volontà. Essenziale per la Collicelli un salto di qualità della scuola italiana che consenta il passaggio dall’accoglienza alla parità dei diritti e delle opportunità e renda il nostro sistema scolastico più aperto rispetto alle altre culture e alle politiche di welfare.

Il presidente vicario dell’Onc/Cnel Giorgio Alessandrini si è soffermato sul documento, recentemente approvato dal Cnel, dal titolo “Le seconde generazioni e politiche per la scuola”. “Il punto di vista del Cnel - ha detto Alessandrini - è che in ogni caso, quando si affronta la questione dell’integrazione degli immigrati, si evidenziano, oltre  a problemi specifici che vanno gestiti con politiche mirate, soprattutto i punti critici della nostra organizzazione sociale che riguardano tutti gli italiani. Per l’inserimento nella scuola dei giovani stranieri - ha aggiunto - vi sono delle questioni di fondo, come ad esempio la conoscenza della lingua italiana, ma io credo che il problema dovrebbe essere gestito facendo crescere la consapevolezza in tutti i cittadini italiani del prezioso contributo che gli studenti immigrati possono dare all’Italia nella grande sfida culturale della globalizzazione”. Alessandrini ha inoltre evidenziato come dalla ricerca emerga sia la solitudine dell’insegnante che fa bene il suo lavoro, sia l’esigenza di dotare il sistema scolastico di laboratori linguistici e delle nuove professionalità dei mediatori culturali.

“Il problema dell’integrazione non è di facile soluzione. -  ha affermato il presidente del Cnel Antonio Marzano - Questo aspetto è ben conosciuto dagli italiani che hanno già vissuto i problemi dell’integrazione ai tempi delle migrazioni interne, quando i figli degli emigrati del sud avevano seri problemi nelle scuole del nord. Il Cnel crede che in questo campo, dove passi avanti sono stati compiuti, si possa e si debba fare di più”.

“Dalla ricerca del Censis, che mostra un tessuto scolastico positivo e l’importante impegno degli insegnanti, si evidenzia la carenza delle politiche per l’immigrazione”, ha spiegato il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero. “Vi è quindi la necessità - ha aggiunto - di investire in maniera strutturale nella scuola, facendo diventare prassi l’uso dei mediatori culturali e i corsi di lingua italiana, perché gli studenti stranieri rappresentano il futuro e saranno gli italiani del domani”. Secondo Ferrero sarà inoltre opportuno, al fine di facilitare i rapporti fra le famiglie immigrate e la scuola, un aumento dei corsi d’italiano per adulti.  Essenziale in questo contesto anche la lotta alla dispersione scolastica dei ragazzi stranieri e alla creazione di ghetti urbani che facilitano l’emarginazione scolastica e lavorativa degli immigrati.

“è evidente - ha concluso il ministro tracciando un primo bilancio delle politiche per l’immigrazione messe in campo dal governo Prodi - che non si è riusciti a cambiare nulla dal punto di vista legislativo. In questa situazione, alla luce da quanto evidenziato dall’ultimo decreto flussi che ha fatto emergere la presenza in Italia di alcune centinaia di migliaia di lavoratori immigrati non in regola, io penso sia necessario, non essendo possibile modificare la legge Bossi-Fini, portare avanti con immediatezza un decreto che regolarizzi, su iniziativa del datore di lavoro, gli stranieri attualmente occupati in nero. In alternativa si potrebbe varare un secondo decreto flussi che assuma la graduatoria del 2007”.

Dopo l’intervento del coopresidente dell’Associazione nazionale oltre le frontiere (Anolf) Moamed Saady, che ha ricordato il contributo dell’associazionismo alla diffusione nelle scuole della mediazione culturale, Vinicio Ongini, dell’Ufficio per l’integrazione alunni stranieri del Miur, ha sottolineato come per la prima volta nella ricerca del Censis siano stati ascoltati i docenti ed i genitori, due protagonisti fondamentali della vicenda educativa. Ongini ha inoltre annunciato la realizzazione, entro i primi giorni di aprile, di un convegno con i presidi delle 200 scuole più multietniche d’Italia.