» Chiesa Cattolica Italiana » Documenti »  Documentazione
Celebrare per rinnovare (S. Ridolfi)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 1/08


L´Anno del Signore 2008 o si apre per tutti noi con grandi prospettive che ci vengono evocate da impegnativi anniversari e traguardi: il 60° della Dichiarazione Universale dei Diritti dell´Uomo (ONU, 1948 Parigi.), il 60° della Costituzione Italiana (di per sé 30 0ttobre 2007, Roma), l’"Anno della Interculturalità" (decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006), la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù (Sydney, 15-20 luglio) e, infine, l’Anno giubilare Paolino che il Santo Padre Benedetto XVI aprirà solennemente il 28 giugno.

è stata una conquista, sofferta per le esperienze drammatiche della seconda guerra mondiale e al tempo stesso speranzosa per la volontà comune di ricostruire una società rinnovata, quella di volere nella persona umana la sintesi e il perno di rapporti giusti, costruttivi e universalmente validi, a livello locale prima e quindi internazionale. L´affermazione della dignità ed inviolabilità della persona umana (art. 1 dei Diritti dell´Uomo, art. 2 della Costituzione italiana) e la sua integrazione e completamento nel tessuto di molteplici relazioni dilatate senza esclusioni nella tensione verso la pacifica e integrata convivenza della multiforme famiglia dell´umanità devono davvero essere la base ed il riferimento  per un nuovo e giusto ordine morale internazionale.

E siamo convinti che il riferimento alla origine creata dell´uomo e alla sua ri-creazione nella redenzione offra a tutti e a ciascuno piena dignità,  superiore responsabilità e sviluppo positivo. Di contro quando si riduce l´orizzonte umano privandolo di prospettive superiori si decade nelle aberrazioni del super-uomo e di nuove schiavitù come la storia anche recente ci insegna.

Le migrazioni sono lì a testimoniare che quando l´uomo vale perché "forza-lavoro" e che civiltà e progresso vengono confusi con la quantità di beni materiali prodotti e/o usufruiti tutte le involuzioni sono possibili e le insoddisfazioni emergono.

Le migrazioni esigono infatti ed esaltano libertà e giustizia, solidarietà e universalità e comportano interrelazioni culturali e scambio di beni materiali e spirituali. Per queste motivazioni nel 1981 l´allora UCEI, ora MIGRANTES, lanciò una giornata nazionale con il motto: "emigrazione è cultura" (dove "è" rappresenta specificità e novità) perché "l´uomo è più del suo lavoro".

Ed oggi ci viene chiesto di fare esame di coscienza e  sforzo di memoria ripensando che  in un tempo non lontano abbiamo chiesto di entrare dignitosamente e responsabilmente in casa  altrui (emigrazione) e da non pochi anni siamo interpellati per aprire spazi di accoglienza in casa nostra (immigrazione), ma ora in un quadro generale rinnovato, ben concreto ed entusiasmante, la prospettiva di integrazione europea e mondiale verso il traguardo della grande famiglia della umanità.

Ci deve aiutare in questo la lucidità cristiana di approfondire e vivere la nostra "cattolicità" come unità di fede nella diversità delle culture e di attivare il “principio della comunione”, ossia di un’unica vita  con diverse funzioni.