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Comunicazione del Card. Camillo Ruini a conclusione del suo mandato di Presidente della Conferenza Episcopale Italiana


Al termine del mio mandato di Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, desidero esprimere la mia più profonda gratitudine anzitutto ai Sommi Pontefici Giovanni Paolo II di venerata memoria, che per tre volte ha voluto conferirmi questo incarico, e Benedetto XVI, che mi ha ulteriormente confermato in esso. Corrispondere agli indirizzi e ai desideri dei Successori di Pietro è stata lungo tutti questi anni la gioia del mio cuore oltre che il primo criterio di orientamento della mia azione.

La mia gratitudine va inoltre, dal profondo dell’animo, a tutti i Vescovi italiani, e in particolare a coloro che più direttamente hanno lavorato con me in questi anni. Ricordo in primo luogo il compianto Card. Ugo Poletti, che fu il Presidente con il quale ho collaborato, a partire dall’ormai lontano 28 giugno 1986, in qualità di Segretario Generale della CEI. E grande e affettuosa la mia riconoscenza per i Cardinali Dionigi Tettamanzi ed Ennio Antonelli, che sono stati Segretari Generali durante la mia presidenza, come anche per tutti i Presuli che sono stati Vicepresidenti, in particolare per i tre attuali, Mons. Benigno Luigi Papa, Mons. Giuseppe Chiaretti e Mons. Luciano Monari. Non posso dimenticare inoltre l’opera preziosa svolta al servizio della CEI dall’allora Mons. Attilio Nicora.

Uno specialissimo ringraziamento, che viene dal cuore, porgo all’attuale Segretario Generale Mons. Giuseppe Betori, a cui mi lega una quotidiana collaborazione protrattasi per ben undici anni. Con lui desidero ringraziare tutti i collaboratori della Segreteria Generale, per me anzitutto degli amici. Mi sia permesso ricordare inoltre coloro che, pur con ruoli diversi, hanno dato un contributo fondamentale all’opera della nostra Conferenza: tra loro nomino almeno il primo responsabile di “Avvenire” e di “Sat2000”, Dott. Dino Boffo.

Al nuovo Presidente,Mons. Angelo Bagnasco, va ilmio augurio più fervido e affettuoso per l’opera che lo attende, accompagnato da profonda amicizia e dall’assicurazione della mia costante vicinanza nella preghiera.

Roma, 7 marzo 2007