» Chiesa Cattolica Italiana » Documenti »  Documentazione
La famiglia nei Circhi e nei Luna Park (L. Cantini)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/06


 

Oggi, si sono delineate diverse forme familiari e l’attenzione si è spostata sulle molteplici famiglie che si sono create dalla crisi dell’istituzione matrimoniale. Se prendiamo ad esempio uno schema che riassuma dei modelli familiari che si possono individuare oggi, a partire dall’incrocio fra avere o non avere figli, vivere da soli o in coppia, lo stato civile, troviamo ben sedici forme familiari diverse.

Le trasformazioni della famiglia moderna trovano l’avallo in alcuni noti fenomeni demografici come il calo ed il ritardo nei matrimoni e l’aumento delle nascite fuori dal matrimonio, delle convivenze, delle separazioni e dei divorzi, delle coppie senza figli, ecc. Oltre alla famiglia nucleare tradizionale ed alla famiglia allargata, si parla di famiglia di fatto (fondata su un’unione libera), di famiglia incompleta o monogenitoriale quando essa è costituita da un solo genitore (vedovi, separati o divorziati) e da figli conviventi, di famiglie unipersonali o monopersonali composte da una sola persona (questo tipo di famiglia è alimentato, soprattutto, dal processo di invecchiamento della popolazione); di famiglie ricostituite per definire quelle che si formano fra l’unione di divorziati (in cui almeno uno dei partner proviene da un precedente divorzio), esse rappresentano, per molti aspetti ed assieme alle unioni di fatto, le nuove forme familiari per eccellenza.

L’elemento caratterizzante questa forma familiare, soprattutto in presenza di figli provenienti da una precedente unione e di ex partner vivi e vegeti,  è una maggiore complessità relazionale.

Nelle famiglie ricostituite il nuovo partner del genitore affidatario diviene così, nella vita quotidiana, la figura di riferimento che sostituisce quella del genitore che non è presente in ogni momento, e che, piano piano perde di significanza. Sono dette famiglie fisarmonica nel senso che vi sono continui allontanamenti da casa di alcuni per le visite dell’altro genitore con la conseguenza che, nelle nuove famiglie numerose, si riuniscono intorno al tavolo ora tre, ora cinque, ora sette persone a seconda del calendario stabilito per le relazioni dei figli con l’altro genitore biologico.

Oggi è cambiato il ciclo di vita della famiglia; un individuo può iniziare il suo ciclo vitale in una famiglia tradizionale; poi in seguito al divorzio dei genitori, può costituire una famiglia con un solo genitore, quindi di una famiglia ricostituita quando il genitore trova un altro partner. Raggiunta l’età adulta, può vivere temporaneamente da solo, dando vita a una famiglia unipersonale; mettere poi in piedi una convivenza (famiglia di fatto) e successivamente sposarsi, non necessariamente con la stessa persona con la quale ha convissuto; non si può escludere che poi divorzi e dia vita a sua volta ad una famiglia ricostituita, forse sperimentando di nuovo un periodo di solitudine o di convivenza per poi concludere la sua vita di nuovo da solo.

Sia i componenti di una famiglia che i rapporti che li legano e ne definiscono la posizione mutano con l’andar del tempo, da una fase all’altra del ciclo di vita. Questa analisi, da cui le famiglie dei fieranti e dei circensi non sono escluse, pone diversi problemi in ordine alla preparazione nel costituire una famiglia e nella eventuale celebrazione delle nozze.

Come accompagnare i giovani verso il matrimonio? Quali scelte motivare e prospettare, quale cammino?

Quale “ecologia” pre e post matrimoniale ci aiuta a scoprire la dimensione “naturale” ed autenticamente umana del matrimonio? Che supporto può dare la fede nella prospettiva matrimoniale?

Preparazione

Il Pontificio Consiglio per la Famiglia nel documento sulla  Preparazione al matrimonio del 1996 diceva: “L’importanza della preparazione implica un processo di evangelizzazione che è maturazione e approfondimento nella fede. Se la fede è debilitata e quasi inesistente (cfr Familiaris Consortio, FC 68), è necessario ravvivarla e non si può escludere un’esigente e paziente istruzione che susciti ed alimenti l’ardore di una fede viva. Soprattutto là dove l’ambiente è andato paganizzandosi, sarà particolarmente consigliabile un «itinerario che ricalchi i dinamismi del catecumenato» (FC 66) e una presentazione delle fondamentali verità cristiane che aiutino ad acquistare o a rafforzare la maturità della fede dei contraenti. Il momento privilegiato della preparazione al matrimonio è augurabile che si trasformi, all’insegna della speranza, in una nuova evangelizzazione per le future famiglie”.

Da questo punto di vista, per quanto riguarda fieranti e circensi, troviamo un mare di difficoltà oggettive legate alla tipologia della vita. I continui viaggi, la distanza, gli impegni di lavoro rendono la fase del “fidanzamento” un periodo assai aspro da vivere, quasi sempre affidato all’uso del telefono cellulare. Se la vita di coppia ha tante e tali difficoltà immaginiamoci come un operatore pastorale possa farsi vicino agli sposi per aiutarli a scoprire se stessi, nel discernimento del proprio amore. Brevi visite di operatori pastorali diversi ai singoli sposi non riusciranno mai ad essere significativi in un percorso di preparazione al matrimonio così come lo vediamo realizzato nelle comunità parrocchiali. Sarà necessario, allora fare leva, più che su di un percorso articolato, su alcuni momenti particolarmente intensi e significativi come una mezza giornata in un santuario a mezza strada tra i due, l’incontro con qualche coppia che porti una testimonianza matrimoniale viva, l’uso di strumenti mediatici particolarmente indirizzati a queste realtà (dvd).

Ecologia

Il dominio dell’uomo sull’universo non è dispotico, ma di servizio, cioè l’uomo può servirsi delle cose, mai abusarne. Dio ha posto al servizio dell’uomo ogni creatura sensibile come aiuto e mezzo per una autentica crescita e realizzazione. Così l’uomo non è padrone assoluto di se stesso e del proprio corpo, della sua persona, ma un avveduto amministratore.

L’uomo moderno deve riscoprire l’ecologia della propria esistenza, cioè il vero amore verso se stesso: tale amore esclude ogni dominio dispotico sulla propria ed altrui corporeità. Secondo una mentalità diffusa è bene ciò che è piacevole al singolo, che appaga i suoi bisogni o quanto è ritenuto tale. Non importa se ciò non rispetta l’identità propria o altrui o se addirittura gli reca danno. “la criminalità diffusa della droga, i modelli di esercizio della sessualità che, oltre ad essere moralmente inaccettabili, sono anche forieri di gravi rischi per la vita”( EV, 10).

L’amore, autenticamente tale viene troppo spesso dimenticato: volere ciò che è bene per l’altra persona, cercare di comprendere, accogliere, aiutare l’altro, andare contro la stessa propria volontà per il bene dell’altro è considerato spesso un fatto “superato”, di altri tempi. Eppure l’amore trasforma la persona, le fa iniziare una vita diversa, nuova e più piena. Con questo sentimento sembra di rinascere, ci si rende conto di esistere realmente. Potremmo dire che l’uomo si riscopre proprio nell’amore. Amore che non è solo sensibilità, o solo passione, è, e deve essere sempre più, volontà di bene. Deve diventare dono all’altro, fatto con dedizione e responsabilità.

“Nella cultura attuale si esalta molto spesso la libertà dell’individuo inteso come soggetto autonomo, come se egli si facesse da solo e bastasse a se stesso, al di fuori della sua relazione con gli altri come anche della sua responsabilità nei confronti degli altri. Si cerca di organizzare la vita sociale solo a partire da desideri soggettivi e mutevoli, senza riferimento alcuno ad una verità oggettiva previa come sono la dignità di ogni essere umano e i suoi doveri e diritti inalienabili al cui servizio deve mettersi ogni gruppo sociale.

La Chiesa non cessa di ricordare che la vera libertà dell’essere umano proviene dall’essere stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. Perciò, l’educazione cristiana è educazione alla libertà e per la libertà” (Benedetto XVI a Valencia, 2006).

Può essere relativamente favorevole tra persone che vivono più a contatto con la semplicità delle cose naturali, una educazione all’autenticità dell’amore come un fatto naturale, nell’ottica della ecologia della vita. Nella vita quotidiana, per esempio, i fieranti e circensi hanno la necessità di confrontarsi con gli eventi meteorologici come pioggia e vento che non sono controllabili e che hanno proprie esigenze, imparare a conviverci permette di migliorare la qualità della vita. Anche l’amore come fatto naturale dell’uomo ha esigenze sue proprie che non sono soltanto soggettive e frutto di personali desideri, ma che sono insite nella naturalità stessa dell’uomo, come l’anatomia e la fisiologia del suo corpo, come la tipologia dei rapporti che lega l’uomo agli altri: la parentela, i figli, i genitori, i coniugi… Educare ed educarsi all’amore significa anche scoprire quali leggi naturali sottostanno e governano questa incredibile potenzialità dell’uomo che più di ogni altra racconta la sua somiglianza a Dio.

 “Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro» (Cantico 2,10-14)”.

La fede

Innamorarsi è naturale, ma innamorarsi come cristiani è anche soprannaturale. Vuol dire innamorarsi di Cristo al quale sì è innestati fin dal Battesimo. Cristo è il primo amante e il primo amato d’ogni esperienza cristiana d’amore. Innamorato d’ogni giovane che s’innamora e d’ogni coppia che si sposa, perché in quell’amore esprime il suo amore per la Chiesa sua sposa. Ogni amore cristiano è memoria dell’amore della Croce. L’essenziale è seguire Gesù Cristo. Egli può chiamare a seguirlo con cuore condiviso con un’altra persona così i fidanzati e gli sposi gestiscono l’amore di Cristo.

Educare all’amore illuminato dalla fede è educazione alla totalità ed esclusività dell’amore, alla sessualità come un’esperienza spirituale; troppo importante per essere banalizzata. Il matrimonio non deve e non può essere una scelta qualsiasi, fatta per comodità o perché così fanno tutti. Il matrimonio è una vocazione e, solo se vissuto come tale, dà luogo ad una famiglia che è più solida e cosciente del ruolo che occupa e del compito enorme che ha da svolgere. I coniugi cristiani come scoprono e ricevono l’amore di Gesù, così devono trasmetterlo agli altri, diventando così non solo una “comunità salvata” ma anche “salvante” (cfr Familiaris Consortio, 49).

Vi sono coppie che scelgono il sacramento del matrimonio e si sforzano di viverlo in maniera coerente alla loro fede. Tali coppie potrebbero diventare “traino” per altre, col loro esempio e con la loro testimonianza. Nel mondo dei fieranti e circensi in cui le Comunità Cristiane (diocesi e parrocchie) sono praticamente distanti, è necessario l’ingaggio di giovani e di sposi, attrezzati in dottrina e esperienza e con la vocazione ad accompagnare il fidanzamento ed i primi passi della vita matrimoniale, che vogliano impegnarsi in un mondo assai forte e nel contempo fragile come quello della mobilità.

Benedetto XVI nel concludere a Valencia il V Incontro mondiale delle famiglie ha affermato che riconoscere e promuovere “la meravigliosa realtà del matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna”, origine della famiglia, è “uno dei più importanti servizi che si possono rendere oggi al bene comune e allo sviluppo autentico degli uomini e delle società, così come la migliore garanzia per assicurare la dignità, l’uguaglianza e la vera libertà della persona umana”.