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Indicazioni da e per i cinque settori della Migrantes (L.B. Belotti)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/06


Eventi di rilievo

Per quanto concerne la Fondazione Migrantes va in primo luogo segnalato il rinnovo nel 2005 della Commissione Episcopale per le Migrazioni e la riconferma del suo Vescovo Presidente. Con la Migrantes, infatti, la Commissione tiene stretti rapporti, designa un suo membro a seguire con attenzione particolare uno dei settori della mobilità umana, quello degli italiani all’estero, degli immigrati in Italia, dei rom e sinti, dei circensi e lunaparkisti, degli addetti alla navigazione marittima e aerea; essa inoltre ha mantenuto la prassi di ascoltare a turno in ogni sua seduta i cinque Direttori Nazionali per quanto riguarda il loro specifico settore.

Un grave lutto ha colpito la Migrantes con la morte, pochi giorni prima del Natale, e dopo lunghi mesi di sofferenza per la malattia, del Direttore Generale, mons. Luigi Petris,  che ha affrontato con ammirevole pazienza e tenacia, senza desistere dal suo interessamento per la vita interna dell’Ufficio, che cercava di seguire anche nei minimi dettagli, benché abitualmente lontano dalla sede. Comunque il Consiglio Episcopale Permanente, nella seduta del 19-22 settembre 2005, gli aveva affiancato (su sua richiesta) come Direttore Generale “aggiunto” mons. Piergiorgio Saviola, che ha continuato a mantenere il proprio ruolo di Direttore Nazionale della pastorale per i Fieranti e Circensi.

Nei primi mesi del 2006 Mons. P. Saviola è stato designato dal medesimo Consiglio Episcopale a succedere a pieno titolo a Mons. L. Petris.

Sono continuati col medesimo ritmo degli altri anni gli incontri e convegni pastorali di settore oltre a quelli internazionali, come l’incontro bilaterale italo-francese e italo-svizzero. Meritano particolare segnalazione due convegni, importanti anche per la loro originalità:

- Primo convegno internazionale  dei missionari italiani in emigrazione del 22-24 febbraio, promosso dalla Migrantes e dal Ministero per gli Italiani nel Mondo, con la partecipazione di molti rappresentanti di istituzioni ecclesiali, civili e diplomatiche. Unanime è stato il riconoscimento del lavoro finora svolto dai nostri missionari e della sua attualità anche ai nostri giorni specialmente in Europa.

- Il Convegno di Bellaria dell’11-14 aprile sul tema “L’operatore pastorale in contesto migratorio”, nel quale si sono posti a confronto circa 350 missionari e loro collaboratori che operano oltralpe fra gli italiani e in Italia fra gli immigrati. Per unanime riconoscimento questo scambio di problematiche e di esperienze è risultato di grande utilità per ambedue le categorie di operatori pastorali.

La Migrantes inoltre ha avuto parte attiva nelle iniziative che hanno preparato e accompagnato la celebrazione del Congresso Eucaristico di Bari del maggio scorso, come pure della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia (16-21 agosto 2005), con buona rappresentanza anche di giovani di origine italiana provenienti da vari continenti.

Vanno infine menzionate le celebrazioni per ricordare il 50° anniversario del primo “Accordo italo-tedesco” per l’invio di nostri lavoratori in Germania. All’incontro bilaterale, svoltosi dal 5 al 7 novembre a Magonza, con la partecipazione delle loro Eminenze il Card. Dionigi Tettamanzi e del Card. Karl Lehmann, altri ne sono stati programmati sia in Germania che in Italia. La Migrantes è convinta che è salutare per la società e la Chiesa italiana rinfrescare memorie storiche come questa.

Giornata Mondiale delle Migrazioni

Per la prima volta nel 2005 la Giornata delle Migrazioni si è trasformata da Nazionale in Mondiale, con spostamento della data, per disposizione della S. Sede, dalla terza domenica di novembre alla seconda domenica dopo l’Epifania. La Migrantes ha segnalato alla Commissione Episcopale per le Migrazioni e, di rimbalzo, al Consiglio Episcopale Permanente le notevoli difficoltà di adeguarsi a questo nuovo calendario, che pone la Giornata a ridosso delle feste natalizie e in un mese già denso di altre ricorrenze pure importanti, come la settimana di preghiere per l’unità delle Chiese. Tuttavia la Migrantes ha preso atto della decisione presa ed ha celebrato il 15 gennaio la Giornata Mondiale, fornendo comunque le diocesi e le parrocchie dei tradizionali sussidi prima dell’Avvento e mantenendo verso la fine di novembre lo svolgimento delle iniziative pastorali e culturali che da decenni costituiscono il suo impegno tradizionale e che nella prima metà di gennaio non potrebbero trovare collocazione.

Approfitto di questa occasione per sollecitare i Confratelli nell’Episcopato a interporre nelle proprie diocesi il loro autorevole intervento perché la Giornata non venga né messa da parte né declassata. Occorrerà qualche anno di verifica per rendersi conto se, nonostante le obiettive difficoltà, la Giornata manterrà nelle nostre Chiese locali il dovuto rilievo. Mi pare opportuna l’occasione per segnalare anche lo sviluppo che viene a prendere in tante diocesi la “Festa dei popoli”, incoraggiata anche dalla Istruzione Pontificia “Erga Migrantes Caritas Christi” (n. 72), ed in particolare la celebrazione in cattedrale dell’Epifania in chiave migratoria.

Alcuni spunti sui singoli settori della Migrantes

Immigrati e profughi

Ed ora qualche accenno sui cinque settori della mobilità umana.

1. L’immigrazione non ha registrato eventi di particolare rilevanza. E proseguito invece il suo costante incremento sia per i nuovi ingressi sia per le nuove nascite in Italia da coppie straniere o miste. Si è così giunti alla soglia dei tre milioni, senza computare gli irregolari presenti in ragione di diverse centinaia di migliaia. Prevale da qualche anno il flusso dall’Est europeo in larga maggioranza ortodosso su quello dell’area mediterranea in prevalenza musulmano. Continuano gli immigrati ad essere oggetto di vivace dibattito, spesso polemico, sia in sede politica che presso i mass media e l’opinione pubblica, ma si fa sempre più diffusa la persuasione che si tratti di un fenomeno ormai irrefrenabile e per di più necessario per la nostra economia e per compensare il calo dell’invecchiamento della popolazione italiana. D’altra parte crescono anche i segni di una lenta ma progressiva integrazione, grazie soprattutto ai ricongiungimenti familiari e alle seconde generazioni, al superamento in molti casi delle emergenze come quella del lavoro e dell’alloggio.

2. Cresce in pari misura il numero dei cattolici, per i quali la Migrantes cerca in tutti i modi di assicurare l’adeguata assistenza religiosa, sollecitando i Parroci - in particolare attraverso i Direttori diocesani Migrantes - a sentirsi i primi responsabili anche di questi stranieri e favorendo in pari tempo il moltiplicarsi e consolidarsi dei centri pastorali etnici: quelli canonicamente eretti sono circa una sessantina, ma quelli sorti spontaneamente per opera di operatori pastorali italiani o stranieri sono circa settecento. Notevole contributo per il regolare sviluppo di questi centri viene offerto dai tredici Coordinatori nazionali della pastorale etnica. La Migrantes continua a fare opera persuasiva perché nelle diocesi, dove sono inseriti stabilmente presbiteri stranieri in servizio della pastorale ordinaria, questi presbiteri abbiano la possibilità e siano sollecitati a interessarsi degli immigrati del medesimo paese di provenienza o etnia presenti sul territorio.

E motivo di incoraggiamento inoltre il numero di non cristiani che cominciano a sentire interesse per la nostra fede e intraprendono il cammino del catecumenato: essi costituiscono la netta maggioranza di quanti giungono al Battesimo in età adulta. Non mancano segni che anche sul piano ecumenico la consistente presenza di ortodossi nelle nostre città e dentro le nostre case si presti per un fruttuoso dialogo che nei loro Paesi di origine stenta ad avviarsi.

3. Si è particolarmente attenti verso alcune categorie, come quella dei profughi e richiedenti asilo, dei carcerati - sulla condizione dei quali la Migrantes assieme ad altre realtà ecclesiali ha condotto una sistematica inchiesta -, dei degenti in ospedale anche con iniziative molto promettenti, seppure ancora allo stato sperimentale. Sempre attiva è l’opera di prevenzione e di contrasto alla tratta delle donne straniere, grazie soprattutto alla partecipazione al Coordinamento nazionale che fa capo alla Caritas Italiana. Una attenzione preferenziale va verso gli irregolari per soggiorno essendo i più svantaggiati, bisognosi di qualche punto di appoggio per le tante loro emergenze, anche sul piano morale e spirituale.

4. Pur tenendosi fuori dalle vicende politiche e tanto più partitiche, la Migrantes segue attentamente l’evolversi della situazione. Attraverso i suoi canali di comunicazione segnala agli interessati le novità sul piano normativo. Talora, su sollecitazione della stessa pubblica amministrazione, ha avanzato proposte in favore degli immigrati, ad esempio in vista dell’emanazione del Documento Programmatico Triennale o del nuovo decreto per i flussi d’ingresso 2006.

Emigrati italiani

1. Molteplici sono le linee pastorali ispiratrici dell’attività dell’Ufficio nazionale per la pastorale degli italiani nel mondo: sostenere il lavoro dei Delegati o Coordinatori nazionali, dei Missionari e loro collaboratori, delle Missioni Cattoliche Italiane e delle loro strutture, soprattutto nelle grandi città europee, assicurando la presenza degli operatori pastorali italiani; seguire l’evoluzione della grande diaspora italiana nonché la crescita civile, culturale, amministrativa ed economica del cosiddetto “Sistema Italia”; promuovere la formazione permanente degli operatori pastorali; coltivare i rapporti con le Associazioni e le Istituzioni pubbliche che si interessano degli emigrati italiani nel mondo.

2. Non mancano certamente i problemi nelle Missioni Cattoliche Italiane (MCI) d’Europa. Si constata negli operatori pastorali un generale disorientamento e frustrazione per una mancanza di ricambi da parte delle diocesi italiane. La minore disponibilità di entrate economiche ha imposto a molte diocesi che hanno eretto le MCI, la scelta di ridurre drasticamente strutture, sussidi economici alla pastorale, sovvenzioni ai giornali ed effettuare accorpamenti delle Missioni italiane riducendone il personale. La quasi totalità della prima generazione, che costituisce oltre il 50%, fatica ad entrare nelle strutture ecclesiali locali, soprattutto là dove la lingua è particolarmente difficile. Le sfide del secolarismo e le nuove generazioni richiedono rinnovamento e cammini ripensati che, spesso, mettono in affanno gli operatori pastorali.

3. La Migrantes nel reclutare missionari si avvale della raccomandazione del Comunicato finale del Consiglio Permanente della CEI del 16-18 gennaio 2005 che: “…suggerisce alle Conferenze Episcopali Regionali di farsi garanti di preti accompagnatori e, se possibile, in numero proporzionale ai battezzati della propria Regione che vivono all’estero”. In pratica si ribadisce l’intenzione di incoraggiare l’invio di sacerdoti al servizio temporaneo di Chiese sorelle in Europa, sia come opportunità di formazione per il clero diocesano sia al fine di evitare la chiusura di missioni pastorali in città importanti.

Gli altri settori della Migrantes

Si avverte in genere, negli altri tre settori della mobilità umana, la difficoltà ad essere tenuti in qualche considerazione, anche sotto il profilo pastorale, nelle nostre comunità ecclesiali. La Migrantes fa opera paziente e insistente perché non rimanga trascurata questa porzione del gregge, che rischia di rimanere disatteso ed emarginato dalle strutture ecclesiali.

Fieranti e circensi

1. I circensi e lunaparkisti stanno vivendo momenti di crisi, particolarmente per la difficoltà di trovare piazze adeguate fuori dai centri dove la gente si muove e fa festa, per la brevità delle soste che li rende frenetici nel lavoro, per gli ostacoli ad ottenere almeno d’inverno sistemazioni più prolungate, che favorirebbero anche il contatto pastorale. E penoso pensare che questa gente, così materialmente vicina a noi proprio in occasione delle feste religiose, rischi di ignorare le nostre parrocchie e di essere ignorati. Problemi come questi sono stati affrontati anche nel 2005 nei vari convegni, in particolare in quello nazionale tenutosi in luglio a Caravaggio sul tema: “Iniziazione cristiana nel Circo e nel Luna Park”.

Rom e Sinti

2. Si fa sempre più problematica la loro posizione, tanto più che sta di giorno in giorno crescendo il numero dei Rom provenienti dalla Romania; non migliore è la condizione di chi non è più nomade, ma stanziale o è addirittura cittadino italiano. Diversi sono gli incontri per aiutarsi ad affrontare la situazione; occorrerebbe però un’azione più organica e unitaria, tenuto soprattutto conto che si estende sempre più tra di loro, anche se cristiani, l’adesione a movimenti religiosi alternativi di tipo evangelista-pentecostale.

Marittimi

3. Chi lavora sulle navi anche italiane è nel più dei casi straniero. Alta è la percentuale dei cristiani, per cui l’opera dei cappellani di bordo è di sempre maggiore necessità. Fortunatamente stanno aumentando le “Stella Maris” nei porti italiani e per i loro responsabili, come pure per i cappellani di bordo, si sono fatti anche nel 2005 diversi incontri e convegni di aggiornamento. In particolare va segnalato il Convegno nazionale di Rocca di Papa del giugno scorso sul progetto dei “Comitati Portuali Locali di Welfare Marittimo”.

Nota conclusiva

Di anno in anno si ha sempre maggiore conferma che la consapevolezza e il dinamismo delle Chiese locali su questo vasto fronte della mobilità umana dipende in gran parte dal Direttore Diocesano Migrantes. Molto si deve a lui se in tante diocesi si assiste al fiorire di interessanti iniziative anche di squisito carattere pastorale; se c’è questo interesse e appassionato impegno, possono prestare ottimo servizio anche laici, donne o uomini, tanto più se diaconi.

Soprattutto attraverso i Direttori Diocesani la Migrantes nazionale fa pressione perché vengano superate lentezze e disinteresse nei riguardi della “Lettera alle comunità cristiane su immigrazione e pastorale d’insieme” che il Consiglio Episcopale Permanente ha pubblicato alla fine del 2004 e che sollecita le diocesi a costituire un segretariato o commissione, comunque una qualche struttura che garantisca l’intesa e la collaborazione fra i gruppi ecclesiali e di ispirazione cristiana impegnati su questo campo.

E infine, la Migrantes, molto si ripromette anche dal prossimo Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona. Già nel 2004 si è attivata per elaborare un contributo che, ispirandosi alla Traccia di Riflessione elaborata dal Comitato preparatorio, mettesse in risalto come le migrazioni nelle loro varie forme siano una delle priorità che deve caratterizzare oggi, e tanto più in prospettiva, il servizio pastorale della Chiesa italiana.